Nelle Indicazioni Nazionali per i percorsi liceali (DPR 89/2010) leggiamo che il gusto per la lettura è un obiettivo primario dell’intero percorso di istruzione:
«Al termine del percorso lo studente ha compreso il valore intrinseco della lettura, come risposta a un autonomo interesse e come fonte di paragone con altro da sé e di ampliamento dell’esperienza del mondo; ha inoltre acquisito stabile familiarità con la letteratura, con i suoi strumenti espressivi e con il metodo che essa richiede.»
Obiettivi, oserei dire, parecchio ambiziosi.
Quello che, purtroppo, le Indicazioni Nazionali non ci spiegano è questo: come si fa a insegnare il gusto per la lettura e, almeno alle superiori, l’amore per la letteratura? Perché mai le opere dei grandi narratori dovrebbero interessarci? Perché dovremmo ascoltare la loro voce?
In questo articolo non proverò a dare risposta a queste domande enormi, perché, lo confesso, non sono sicura di conoscerla (ammesso che ce ne sia una sola).
Quello che vorrei fare è un’altra cosa, cioè provare a dire che cos’è per me il gusto per la lettura, quello che nasce spontaneamente dalla curiosità e dagli interessi personali, quello che si scopre a volte tardi, all’università, o addirittura più avanti nelle nostre esistenze, quello che si raffina (o a volte, invece, si perde) quando si fa il nostro mestiere di docenti. Insomma, quello che proviamo quando leggiamo libri per passione, nonostante la scuola e nonostante il manuale scolastico.
Per questo, sono tornata alle origini della mia scelta di diventare insegnante, e mi sono posta due domande.
1. Cos’è per me il gusto per la lettura?
Mentre cercavo di rispondere a questa domanda, mi è tornato in mente un bell’intervento di Alessandro Barbero intitolato L’ora buca e tenuto al Salone Internazionale del Libro di Torino del 2017.
Barbero, naturalmente, parlava dell’insegnamento della storia e dava, sempre della storia, una definizione bellissima. Diceva:
«La storia è una collezione di precedenti, e più precedenti conosci meno sei al buio».
Ecco, secondo Barbero (e condivido il suo punto di vista) la letteratura fa qualcosa di molto simile. La letteratura, più che una collezione di precedenti, è un “moltiplicatore di esperienze”. Una persona che non ha mai letto un romanzo ha vissuto solo la sua vita (più quella dei personaggi del cinema o della televisione). Per chi ama leggere, sia che opti per una narrazione autentica, ispirata a fatti reali, sia per il frutto della fantasia dell’autore, ogni libro è un’occasione di affacciarsi su un mondo nuovo, di interpretare ruoli diversi, di vivere esperienze che altrimenti gli sarebbero precluse. Il tutto comodamente sdraiati sul divano, o appollaiati su uno strapuntino in metropolitana.
Una persona che non ha mai letto un romanzo in vita sua, invece, è condannata a rimanere chiusa dentro la sua vita, e farà molta più fatica a immaginare le vite degli altri, a relazionarsi con loro, a comprendere le loro prospettive e i mondi a cui appartengono.
Ognuno di noi è vincolato da confini spaziali e temporali, ma i libri sono la chiave per superare tali limiti. Attraverso i libri possiamo connetterci con le menti più acute e con le anime più affascinanti che l’umanità abbia generato.
È per questo che il nostro manuale si intitola Una nuova vita, da una frase dello scrittore statunitense Christopher Morley:
«Quando vendi a un uomo un libro non gli vendi 12 once di carta, un po’ di inchiostro e della colla, gli vendi un’intera nuova vita».
Una nuova vita è progettato per guidare gli studenti in questo viaggio alla scoperta di infinite altre vite possibili e far scoprire loro il gusto di leggere, da soli o insieme.
2. Come posso trasmettere alle mie classi l’amore per la letteratura?
Una volta giunta a questa conclusione, mi sono chiesta ancora: come posso trasmettere alle mie classi l’amore per la letteratura?
2.a Leggendo
La prima risposta che mi sono data è stata semplice e immediata: leggendo.
Il gusto per la lettura nasce leggendo.
Pensate al vostro cibo preferito. Nel mio caso, fatico a scegliere, ma direi che quasi sicuramente è la pizza. Bene, come è nato il mio amore per la pizza? Non c’è dubbio: mangiando la pizza. Certo, potremmo dire che già vedendola uscire per la prima volta tutta fumante da un forno a legna, sentendo arrivare alle mie narici il profumo invitante del pomodoro, dell’impasto e della mozzarella, pavlovianamente le mie ghiandole salivari si saranno attivate e avrò cominciato a pregustarla.
Ma le aspettative create da questi elementi, chiamiamoli “paratestuali”, della pizza sarebbero rimaste soltanto questo, cioè – appunto – delle aspettative, se poi il gusto del primo boccone non avesse mantenuto le promesse.
E in effetti lo stesso possiamo dire per i libri.
Quanti di noi ricordano con nostalgia le prime volte in cui sono entrati in libreria per scegliersi un libro da leggere?
Per questo ogni capitolo di Una nuova vita si apre con un testo di Libera Lettura: racconti e pagine bellissime della letteratura, scelti per entrare fin da subito nel vivo dei testi, senza farci soffocare dalle sovrastrutture.
Le teorie narratologiche che affollano i manuali tradizionali non sono un libro di ricette, non sono le istruzioni illustrate per montare un mobile. Se un intreccio è scadente, non basta montarlo a neve per renderlo più interessante; non basta inserirci un flashback con la brugola perché stia in piedi come una libreria.
La narratologia è soltanto una cassetta degli attrezzi, un repertorio di immagini e strumenti che ci servono a parlare di letteratura, a capire come funziona, a spiegare perché una cosa ci piace e l’altra, invece, no.
La letteratura viene prima.
Poi, con metodo induttivo, avremo tutto il tempo di spiegare che forse un racconto ci appassiona di più di un altro perché è scritto in prima persona, che un giallo ci tiene con il fiato sospeso perché il narratore non è onnisciente, eccetera eccetera.
Ma, prima, leggiamo, leggiamo, leggiamo.
2.b Leggendo testi che parlano di loro e con loro
La seconda risposta che mi sono data alla domanda “Come posso trasmettere alle mie classi l’amore per la letteratura?” è stata: leggendo testi che parlino di loro e con loro.
Per questo, soprattutto per i testi di Libera Lettura, abbiamo cercato di scegliere classici, ma anche opere recentissime, che avessero come protagonisti ragazzi dell’età dei nostri studenti e studentesse, in cui potessero autenticamente immedesimarsi anche quando vivono vite che non sono la loro, per parafrasare Carrère.
Parlare di loro e con loro, ho detto. Infatti, in coda ai brani in Libera Lettura, le attività di Prima Lettura, esercizi che facilitano il dibattito e la condivisione personale in classe e invitano i ragazzi a riflettere a caldo sul testo che hanno letto, senza sovrastrutture, come in un bookclub amichevole.
Con metodo induttivo, a partire dalle riflessioni emerse dal confronto con la classe, l’insegnante potrà poi introdurre le teorie narratologiche e suscitare ulteriori riflessioni, questa volta più consapevoli, attraverso gli esercizi di “lettura esperta”. In base alla mia esperienza, questo approccio in classe si è sempre rivelato coinvolgente, inclusivo e permette di attivare la rete di conoscenze pregresse e quell’interesse intrinseco che favorirà un apprendimento significativo e a lungo termine.
2.c Leggendo testi completi
La terza risposta che mi sono data è stata: leggendo testi completi.
Penso che per apprezzare pienamente un testo in tutte le sue sfumature sia necessario leggerlo per intero. E penso anche che sia molto più gratificante per una studentessa o uno studente di oggi, abituati alla gratificazione immediata e al piacere a portata di smartphone, avere la possibilità di completare un’esperienza di lettura in classe.
I testi che non finiamo di leggere in classe, quelli che assegniamo da finire per casa, spesso restano carta morta.
Quanti studenti lo faranno davvero? Quanti, invece, desidereranno leggerne altri, se ne avranno letto uno che è piaciuto loro mentre erano a scuola? Secondo me molti, ma molti di più.
Per questo in Una nuova vita si trovano raccolti soprattutto testi integrali, attentamente selezionati per rispecchiare gli interessi degli studenti. È il caso, per citare qualche esempio, del bellissimo racconto autobiografico Le scarpe rotte di Natalia Ginzburg, o, per avvicinarci ai nostri giorni, dello struggente Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile di Haruki Murakami.
Insomma, se c’è una lezione da portare a casa, è che noi insegnanti abbiamo l’opportunità di regalare alle nostre classi una chiave d’accesso a mondi sconosciuti, a vite altre che possono esplorare attraverso la lettura. Torniamo all’essenziale: leggere per il piacere di farlo, senza l’oppressione di sovrastrutture e imposizioni che rischiano di soffocare gli interessi spontanei. Così facendo, speriamo di accendere quella scintilla che possa far innamorare i ragazzi della letteratura, non per dovere, ma per puro gusto, accompagnandoli nella scoperta di ciò che i libri hanno di più prezioso da offrire: la possibilità di vivere mille vite, anche quando la nostra sembra non bastare.