Ha ancora senso assegnare i compiti delle vacanze?

Ha ancora senso assegnare i compiti delle vacanze?

Un’antica questione

Il dilemma tra riposo e ripasso è sempre grande ed entrambe le posizioni, ampiamente dibattute, portano argomenti validi: la soluzione, forse, starà nel prendere le distanze da strade più volte percorse, considerando con uno sguardo nuovo l’antica questione. Il periodo delle vacanze, del resto, è caratterizzato proprio dalla distanza. Si potrà verificare una lontananza dai luoghi della propria quotidianità, ma ci sarà innanzitutto, sia per chi parte sia per chi resta a casa, una distanza dai ritmi di vita e dalle frequentazioni abituali, e dunque anche da un certo modo di vedere se stessi e se stesse attraverso gli occhi delle altre persone. Non ultimo, ci sarà un distacco da chi insegna, da chi abitualmente accompagna e indirizza l’attività scolastica.

Un tempo diverso

In vacanza ragazze e ragazzi saranno in una condizione unica di indipendenza rispetto allo svolgimento dei compiti a casa: è un momento particolare, forse difficile, ma che può essere volto in opportunità. Se le attività assegnate per le vacanze si trasformeranno in una sorta di “spada di Damocle”, da temere e sfuggire fino all’ultimo minuto disponibile prima del rientro, certamente avranno fallito il loro obiettivo.
Un elemento fondamentale da tenere in considerazione è costituito dal fattore tempo: le consegne assegnate in questo periodo dovranno poter essere svolte con ritmi personali, al di fuori di quella logica stringente e accelerata che caratterizza la quotidianità del periodo scolastico, in cui si sommano impegni sportivi, attività extrascolastiche, spostamenti calcolati al minuto per riuscire a “fare tutto”. La vacanza può diventare, invece, un tempo dilatato, in cui il “fare” e lo “stare” si conciliano positivamente: è il momento ideale per scoprire come i contenuti proposti a lezione, durante l’anno scolastico, non siano nozioni isolate, impermeabilizzate, distanti dalla vita vera. L’attività per le vacanze dovrebbe quindi esser concepita per consolidare quanto già appreso, ma proponendone nuove visioni, esplorando approfondimenti stimolanti, favorendo lo sviluppo di riflessioni che siano utili anche ai fini dell’orientamento.

Dentro il ripasso… tanto di più

Il ripasso avviene spontaneamente, quasi in maniera indiretta, quando è stimolato da un’attività nuova, che incuriosisce, diverte o rilassa, e non viene imposto come una ripetizione monotona di nozioni, seppur fondamentali. Una diversa valorizzazione del ripasso, in questo senso, è suggerita dalla stessa etimologia del verbo ripassare, che presenta l’idea del ripercorrere un luogo già attraversato, fisicamente o in maniera figurata, ma con grande ricchezza di variazioni che ampliano il campo semantico, suggerendo un processo di arricchimento, e non soltanto una ripetizione. Ripassano nello stesso luogo gli uccelli migratori, ma su quel percorso noto costruiscono ogni anno un’esperienza differente; si ripassa una verdura in padella, ma lo si fa per aggiungere sapore; si ripassa un disegno a china, ma soltanto quando si è soddisfatti del lavoro già eseguito a matita.
Un buon ripasso dunque non è soltanto ripetizione ma, in un contesto di autonomia rispetto alla dimensione scolastica, può significare anche un’espansione dei propri confini, una scoperta di nuovi punti di vista e un’occasione di nuove contestualizzazioni nella vita reale: il limite della mancanza di accompagnamento nello studio può diventare un’opportunità per costruire un differente approccio al lavoro, in cui l’indipendenza favorisca anche la capacità di autorevisione delle esperienze.
In quest’ottica, emergono possibili strategie che permettono di ripassare in maniera stimolante: le più importanti saranno legate al lavoro intorno a temi avvincenti, alla scoperta di nuovi soggetti di storia o geografia attraverso aneddoti e fonti, alla lettura di immagini, alla soluzione di esercizi-gioco. L’interazione viene stimolata sia da letture che possano essere collegate a esperienze personali, sia dalla necessità di usare in maniera intelligente i riferimenti interni forniti dal testo per risolvere quesiti.

Un libro e una matita

Nell’ideazione e costruzione dei percorsi proposti nei due volumi di Villaggi vacanze (Deascuola, 2024, consultabile qui), abbiamo cercato di dare corpo a un’idea costruttiva e creativa di ripasso, che permettesse di rinforzare quanto già appreso abbracciando nuove scoperte, proposte e letture. Ogni volume è concepito come indipendente, e quindi non servirà avere con sé il manuale scolastico per svolgere le consegne: ciascuna proposta viene infatti accompagnata da una breve introduzione che riprende e riepiloga le nozioni di base necessarie per risolvere gli esercizi.

Seguendo il medesimo principio di autonomia, non sarà necessario neppure avere un quaderno, perché le attività possono essere svolte direttamente sul libro: basteranno quello e una matita per affrontare in maniera più rilassata tutta l’estate (e alleggerire la valigia!).
Dunque, partiamo con un bagaglio fisico leggero, con l’obiettivo di arricchire invece la valigia delle esperienze e delle conoscenze. Gli argomenti di italiano, storia, geografia ed educazione civica sono proposti all’interno di una struttura costruita per temi svariati ma avvincenti, tra cui, ad esempio, le emozioni, i viaggi, la magia, la libertà o il lavoro. Nelle attività viene dato ampio spazio a processi deduttivi e all’analisi di immagini, a giochi o cruciverba, senza trascurare il ripasso della grammatica e delle nozioni fondamentali, richiamate in focus di approfondimento su argomenti specifici. In particolare, l’educazione civica è svolta attraverso una serie di schede che propongono interessanti compiti di realtà, invitando a una riflessione autonoma su temi di cittadinanza, ambiente e orientamento per il futuro (per citarne alcune: la sfida antispreco, il gioco delle buone azioni, o la programmazione di un giro d’Italia in 10 giorni).

Una sfida di autonomia

Tornando al nostro quesito iniziale, ha ancora senso assegnare i compiti per le vacanze? La mia risposta è sì, perché esistono attività che possono davvero essere multifunzionali. Un buon libro dei compiti consolida la memoria di quanto appreso durante l’anno scolastico proponendo anche nuovi contenuti, stimola la curiosità e l’intelligenza e offre attività diverse dal consueto. Soprattutto, un buon libro delle vacanze promuove l’autonomia di lavoro e di giudizio, favorendo la conoscenza di sé e sostenendo l’orientamento.

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