Si può lavorare sulle competenze di lettura alla secondaria? Gli alunni non dovrebbero già saper leggere?
Questi sono i dubbi che possono nascere nella nostra mente quando conosciamo i nostri nuovi alunni, in particolare quando correggiamo le prove di comprensione. Diamo per scontato cioè che l’acquisizione della lettura strumentale vada di pari passo con il possesso di tutta quella serie di competenze che etichettiamo come “comprensione”. Ma non è così: la comprensione è infatti una meta da raggiungere attraverso un percorso di acquisizione e attivazione progressiva di strumenti, processi e competenze come per esempio osservare e descrivere, visualizzare, determinare l’importanza di un elemento del testo, fare inferenze, ragionare sulla base di dati, creare connessioni e attivare strategie per monitorare la propria comprensione.
Per noi insegnanti è molto difficile riuscire a sostenere i nostri alunni nel cammino verso la comprensione perché in gran parte si tratta di un processo invisibile: non potremo mai essere sicuri di ciò che succede nella mente di chi legge, di come lavorano le menti dei nostri apprendisti lettori.
Una possibile risposta a questa necessità di verifica viene dalla metodologia statunitense del Reading Workshop, un approccio laboratoriale alla didattica che mette al centro ogni studente ed il percorso che lo porterà a diventare un lettore “esperto”.
Ma cosa significa “lettore esperto”? E come si supporta la sua crescita a scuola?
Jennifer Serravallo, nel suo testo Understanding Texts & Readers, afferma:
Un lettore esperto è un lettore strategico (conosce e applica diverse strategie per affrontare la lettura), ed è consapevole del proprio percorso di apprendimento come lettore.
Il ruolo dell’insegnante è centrale: deve essere innanzitutto un lettore gioioso, appassionato di libri; un professionista, esperto di lettura e letteratura per ragazzi e un allenatore, che conosce i propri alunni e, per ognuno di essi, individua le abilità e le competenze sulle quali è necessario lavorare.
Per pianificare un’azione didattica efficace, ad inizio anno, viene dedicato del tempo per conoscere gli alunni e il loro rapporto con la lettura. Il docente propone quindi diverse strategie: con un linguaggio chiaro e semplice illustra i passaggi da compiere per ottenere un determinato risultato, che sia visualizzare una scena importante, sintetizzare un passo, trarre inferenze, fare un collegamento intratestuale, ecc. Non è sufficiente esporre una strategia: il docente deve innanzitutto mostrare come metterla in pratica, e poi fornire momenti di sperimentazione guidata, in modo da sostenere maggiormente l’interiorizzazione di tale strategia, prima di proporre l’applicazione individuale autonoma. Tutti questi passaggi sono condensati in quella che all’interno del laboratorio di lettura viene chiamata minilesson.
Risulta ben chiaro che il focus dell’insegnante è creare più spazi possibili all’interno dei quali gli studenti si possano mettere in gioco come autentici lettori e lettrici. Per questo durante il laboratorio di lettura si alternano momenti in cui è l’insegnante a leggere ad alta voce un romanzo o un albo illustrato, ad altri in cui invece la fa da padrona la lettura individuale di libri scelti in autonomia tra quelli di una fornita e varia biblioteca di classe.
I risultati arrivano per tutti, ma attenzione: non si tratta di una didattica alla “Fast fashion”, dove si ricerca un prodotto standard in tempi rapidi. Ci piace definirla più una didattica “sartoriale”, grazie alla quale ogni attività viene “cucita” su misura in base alle caratteristiche degli alunni, con materiali di qualità che durano nel tempo. Noi ce ne siamo innamorate e vorremmo che sempre più docenti ne conoscessero le potenzialità! Per questo abbiamo collaborato con Garzanti Scuola inserendo in ogni volume dell’antologia “L’isola dei giovani lettori” alcune strategie di lettura da noi sperimentate: un vero e proprio curricolo completo sulle competenze di comprensione di testi fiction e non fiction.
Ma non ci bastava: pensiamo sia molto importante un confronto con i docenti che si avvicinano al Reading Workshop o che sono curiosi rispetto a questo approccio. Perciò è in partenza un percorso di formazione, “Lettura che passione”: tre incontri per delineare meglio i capisaldi del Laboratorio di lettura e …mettere le mani in pasta!