CAR-T, una lezione semplice

CAR-T, una lezione semplice

La tecnologia CAR-T sta rivoluzionando le strategie per la cura dei tumori. Può sembrare una tecnica molto complessa da descrivere, in realtà, senza addentrarci troppo nei meccanismi biomolecolari, è una metodologia affascinante che ci permette di riprendere in classe diversi argomenti:

  • il sistema immunitario;
  • le applicazioni delle biotecnologie;
  • alcune caratteristiche di malattie come i tumori;
  • il ripasso simultaneo del concetto di antigene e di recettore;
  • il collegamento tra l’importanza dello studio di anatomia e fisiologia per le applicazioni pratiche.

Il termine CAR-T è una sigla che deriva dall’inglese (Chimeric Antigen Receptor T-cell), significa letteralmente “cellule T con recettore chimerico per l’antigene”. Queste cellule sono dei veri e propri farmaci viventi: infatti vengono impiegate attivamente nella terapia cellulare contro il cancro. Il termine CAR-T sta a indicare un tipo di cellule del sistema immunitario, i linfociti T citotossici, Natural Killer (NKT), prelevate da un individuo malato, affetto da tumore, e modificate geneticamente in laboratorio in modo da renderle capaci di attaccare il tumore una volta re-introdotte nella stessa persona da cui sono state prelevate.

I linfociti T citotossici hanno la capacità innata di attaccare cellule dell’organismo che risultano anomale (ad esempio perché infettate da virus o batteri o perché divenute neoplastiche). Le cellule anomale sono riconoscibili dai linfociti perché presentano sulla loro superficie degli antigeni che non sono assolutamente presenti nelle cellule normali: si tratta di frammenti di virus o batteri, nel caso di una cellula infetta, o di proteine del tumore, nel caso di una cellula neoplastica. Il riconoscimento dell’antigene modificato da parte dei linfociti avviene attraverso un recettore specifico presente sulla superficie cellulare del linfocita stesso, che si adatta perfettamente all’antigene, proprio come una chiave si adatta alla sua serratura. Nelle cellule CAR -T il recettore naturale del linfocita è sostituito con l’inserimento del recettore per l’antigene specifico del tumore, in modo tale che possa riconoscere solo gli antigeni presenti su determinate cellule tumorali e quindi attivare il linfocita per la loro eliminazione. Le cellule CAR-T sono dunque modificate geneticamente in laboratorio attraverso l’inserimento di un nuovo recettore che non può essere prodotto naturalmente dai linfociti e per questo motivo viene definito chimerico. Una volta reintrodotte nell’organismo della persona malata le CAR-T raggiungono le cellule tumorali e le aggrediscono con una efficacia maggiore rispetto a linfociti T normali. Nel complesso le CAR -T in pratica potenziano il sistema immunitario là dove non riesce da solo a svolgere completamente il proprio ruolo. Una volta insediate nel sito tumorale le CAR-T si moltiplicano e rilasciano anche delle molecole, le citochine, prodotte sia naturalmente dalle CAR-T, ma anche inserite attraverso manipolazioni genetiche. La presenza delle citochine ha lo scopo di coadiuvare l’azione delle stesse CAR-T modificando l’ambiente tumorale, rendendolo più facilmente attaccabile e stimolando l’azione stessa del sistema immunitario del paziente.

Il disegno rappresenta l’attacco di una cellula CAR-T a una cellula tumorale mediante il riconoscimento dell’antigene tumorale da parte del recettore chimerico esibito dal linfocita citotossico.

Attività:

  1. Aiutandoti con l’immagine seguente, descrivi le fasi di attivazione dei linfociti B e T e distingui il rispettivo meccanismo di azione.

2. Fai una ricerca documentaria sull’antigene Claudin18.2 (CLDN18.2) e riferisci se viene utilizzato come bersaglio dalle cellule CAR-T.

3. Valuta la portata della tecnologia CAR-T dal punto di vista dei pazienti e del personale sanitario.

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