Climate Whiplash: cosa sono e come difendersi

Climate Whiplash: cosa sono e come difendersi

Immaginate una grossa spugna intrisa d’acqua. Stringete la mano a pugno e in un attimo tutta l’acqua rovescia sul tavolo. Non è la pioggia che ci si aspetta in quella regione, o in quella stagione. Le previsioni meteo l’avevano annunciata, ma pochi si sono messi davvero in allerta e soprattutto la città, comprensibilmente cresciuta in fretta durante il boom economico e mai più aggiornata, assiste all’inondazione delle strade senza riuscire a fermare l’acqua che travolge tutto. Davvero inevitabile? Forse no, ma ci torniamo più avanti.

Il costante innalzamento della temperatura media dell’atmosfera e della superficie dell’oceano, sempre più evidente negli negli ultimi anni (il 2024 ha di nuovo fatto registrare diversi nuovi record rispetto al 2023 e dal 2010 in poi) ha portato un nuovo fenomeno: i “colpi di frusta” climatici (“climate whiplash” nella letteratura scientifica), ovvero repentini e drammatici cambiamenti nelle condizioni meteo-climatiche, che in pochi giorni, talvolta in poche ore, registrano freddo o caldo, pioggia o secco, neve o gelate improvvise. Manifestazioni inaspettate rispetto al clima tipico di un territorio in quel momento dell’anno o decisamente mai vissute prima a quella latitudine.

«Immaginate una regione che passa da un periodo di siccità estrema a inondazioni devastanti nel giro di pochi giorni (dopo la terribile siccità del 2022, l’Emilia Romagna è stata travolta dallo storico alluvione nel maggio 2023)», spiega Serena Giacomin, fisica dell’atmosfera, meteorologa e direttrice scientifica di Italian Climate Network. «Ma lo stesso vale per un’ondata di caldo inusitata che lascia spazio a tempeste di neve improvvise. Sono tutte manifestazioni del riscaldamento globale dell’atmosfera terrestre perché l’aumento delle temperature altera i modelli atmosferici e oceanici, rendendo più probabili eventi meteorologici estremi».
Quando si verificano i colpi di frusta climatici colgono tutti di sorpresa, le aree urbane dimostrano tutta la loro inadeguatezza, la protezione civile spesso non riesce a intervenire per tempo anche perché in Italia manca fortemente nella popolazione la cultura della gestione del rischio

Accanto al riscaldamento globale altre due cause parecchio incisive sono le disfunzioni del jet stream e del vortice polare (fenomeni atmosferici stagionali tuttosommato regolari negli ultimi secoli che improvvisamente cambiano il loro “comportamento”), e l’allungamento dei periodi di siccità (in stagioni tipicamente umide capita che non piova per settimane) che va a modificare il suolo e la sua capacità di assorbire le precipitazioni. 
«La California è un esempio emblematico», prosegue Serena Giacomin. «Negli ultimi anni, lo stato ha sperimentato lunghi periodi di siccità seguiti da piogge torrenziali e inondazioni. La siccità ha contribuito a devastanti incendi forestali, che a loro volta hanno reso il terreno più suscettibile alle frane durante le piogge intense. Restando negli Stati Uniti anche il Texas ha vissuto un climate whiplash: nel febbraio 2021 un’ondata di freddo atipico, con temperature gelide e tempeste di neve, ha causato gravi interruzioni dell’energia elettrica, lasciando milioni di persone senza riscaldamento. Solo pochi mesi prima il Texas aveva registrato temperature record di caldo estivo». 

Whiplash cosa sono e come difendersi

Gli impatti sono immediati in città e spesso drammatici: inondazioni, edifici danneggiati e alberi abbattuti dal vento. La tempestività delle allerte e adeguati piani di gestione dell’emergenza permettono di salvare vite umane. Ma se il territorio non viene messo in sicurezza per tempo i danni economici sono pesantissimi, come si è constato a Valencia o in Romagna. 
«Negli ultimi 4-5 anni è il settore agricolo, probabilmente, a subire gli strascichi più gravi», precisa Serena Giacomin. 
«Il raccolto previsto può essere quasi azzerato da siccità prolungate seguite da piogge intense. Che causano erosione del suolo e talvolta si pregiudicano anche le stagioni successive. Gli eventi estremi non solo influiscono sulla sicurezza alimentare, ma aumenta anche i costi per gli agricoltori. E poi ci sono le economie legate al turismo, laddove eventi devastanti distruggono le infrastrutture o disincentivano i viaggi portando alla riduzione dei flussi di visitatori, con effetti negativi sulle comunità locali».

Più in generale i climate whiplash alterando, per qualche giorno o qualche settimana, le condizioni climatiche di un ecosistema creano problemi alla fauna e alla flora: fioriture che saltano, momenti propizi alla riproduzione che non si verificano al momento giusto, migrazioni via terra che vengono interrotte, aree umide che sono i posti tappa sulle rotte degli uccelli vengono devastati, insetti e piccoli rettili o anfibi che vengono decimati alterando la rete tropica… Tutto questo porta a una imminente perdita di biodiversità o a estinzioni vere e proprie che è impossibile calcolare.
«Per ultimo, ma non per importanza, menzioniamo la salute pubblica, gravemente minacciata da un clima sempre più estremo» conclude Giacomin. «Le ondate di calore possono causare colpi di calore e aumentare la mortalità, mentre le inondazioni possono contaminare le riserve idriche e diffondere malattie nelle società meno pronte a reagire e rispristinare l’acquedotto. Gli eventi estremi possono anche provocare stress psicologico e traumi nelle popolazioni colpite. E a creare le condizioni favorevoli all’insorgere di stati di ansia per il futuro che oggi hanno un nome specifico: ecoansia».

Come gestire il nuovo fenomeno dei colpi di frusta climatici? In linea generale tutto quanto vi abbiamo è una ulteriore prova-provata dell’urgenza di adottare strategie di decarbonizzazione e transizione energetica. Nello specifico si possono usare modelli climatici avanzati, che si avvalgono anche dell’intelligenza artificiale, per simulare i cambiamenti nei cicli idrologici, integrando dati satellitari e osservazioni sul campo. Serve studiare meglio lo scambio di umidità tra suolo e atmosfera perché la salute del suolo permette una flora capace di reggere meglio agli eventi estremi e diminuirne l’impatto. 
E poi urge un drastico cambiamento di mentalità per quanto riguarda la gestione delle emergenze (esercitazioni di protezione civile a tutti i livelli: a scuola, negli uffici, nei condomini…) e l’abitudine a fidarsi e affidarsi alle previsioni meteo: in non pochi disastri gli amministratori locali avevano sottovalutato o snobbato i dati offerti dalla comunità scientifica. E quando succede un disastro, serve ragionare con attenzione su cosa è successo nei luoghi più colpiti per modificare e adeguare le città al prossimo evento. Perché ormai è chiaro: se in passato potevamo sinceramente pensare che un certo tipo di evento (in Italia le alluvioni o le frane, per esempio) sarebbe potuto capitare una volta ogni cent’anni, oggi i colpi di frusta climatici diventeranno una ricorrenza. Non sappiamo dire il giorno in cui capiteranno, ma possiamo scommettere che si riproporranno con intervalli sempre più brevi. E non fare nulla è un gigantesco atto di menefreghismo verso il nostro futuro e quello delle future generazioni.

Fonti e approfondimenti 
Climate whiplash | Royal Meteorological Society
Floods, droughts, then fires: Hydroclimate whiplash is speeding up globally | University of California
Climate Pulse  

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