I bias di ragionamento

I bias di ragionamento

Nel 1973 lo psicologo Daniel Kahneman insieme al collega Amos Tversky hanno posto ad un gruppo di studenti questa domanda:

Nella lingua inglese, è più comune trovare parole che iniziano con la lettera K oppure parole in cui la k è la terza lettera?

Il 70% degli studenti rispose che è più comune trovare parole che iniziano con la lettera K, ma in realtà nei testi in inglese ci sono circa il doppio di parole con la K come terza lettera rispetto a quelle che iniziano con K.
Kahneman e Tversky si chiesero come mai ci fosse questa tendenza e ipotizzarono che il cervello, invece di basarsi su calcoli probabilistici o su strategie di pensiero razionali, si basi in realtà su informazioni parziali per prendere decisioni. Ad esempio, nel caso della lettera K, ipotizzarono che le persone pensassero subito a parole come ‘kangaroo’ o ‘kitchen’, mentre era più difficile ricordare parole con la K al terzo posto, come ‘ask’.
Questo risultato aprì una nuova area di ricerca, l’economia comportamentale, grazie alle cui scoperte Kahneman ha ricevuto il premio Nobel per l’economia nel 2002.

Con una serie di esperimenti, Kahneman e Tversky hanno corroborato la loro ipotesi iniziale, mostrando che il nostro cervello non ragiona in modo logico, prendendo in considerazione tutta l’informazione disponibile e calcolando le probabilità in modo corretto e razionale. Al contrario, per prendere decisioni spesso prendiamo scorciatoie semplificate chiamate euristiche o bias di ragionamento. 
L’uso di queste euristiche introduce un bias, cioè un condizionamento o un pregiudizio che ci spinge a fare una scelta prima di aver ragionato a fondo sull’informazione disponibile.
Le tre euristiche più famose sono:

  1. Euristica della disponibilità

La disponibilità è la facilità con cui un’idea o un ricordo ci viene in mente. Più un fatto viene raccontato, visto in televisione o discusso, più ci sembra probabile, anche se in realtà è raro. Per esempio, gli attacchi terroristici compaiono spesso nei media e per questo molte persone pensano che siano più comuni di quanto lo siano davvero. Questo meccanismo influenza anche il modo in cui colleghiamo le idee: tendiamo a credere che due eventi o concetti siano collegati tra loro solo perché ci viene spontaneo pensarli insieme, anche se in realtà non esiste un vero legame.

  1. Euristica della rappresentatività

L’euristica della rappresentatività si usa quando giudichiamo la probabilità che qualcosa appartenga a un gruppo in base a quanto assomiglia al suo “caso tipico” o prototipo.
Per esempio, se ti chiedessero “Paola è timida e ami i libri: secondo te è più probabile che sia una bibliotecaria o una contadina?”, cosa risponderesti?. Ragionando razionalmente, ci sono molti più contadini che bibliotecari, e quindi dovremmo rispondere “contadina”, ma dato che ci sembra una descrizione prototipica di qualcuno che lavora in biblioteca, vorremmo rispondere “bibliotecaria”. Questo errore si chiama fallacia della frequenza di base: si ignora quante persone realmente appartengano a ciascun gruppo. In generale, la rappresentatività porta le persone a fidarsi troppo delle somiglianze, anche quando queste non indicano realmente una causa o una relazione.

  1. Euristica dell’ancoraggio e dell’aggiustamento

L’ancoraggio è un meccanismo mentale che ci porta a basarci sul primo numero o informazione che ci viene presentata, anche se non ha relazione con l’informazione successiva. Questo numero iniziale diventa come un “punto di partenza” intorno al quale costruiamo le nostre stime. Per esempio, nelle trattative di lavoro o negli affari, chi propone per primo un prezzo crea un’“ancora” che influenza tutta la negoziazione, anche se il prezzo è esagerato. Lo stesso accade negli esperimenti. Un esempio famoso riguarda l’età di Gandhi: a un gruppo venne chiesto se fosse morto prima o dopo i 9 anni, a un altro se fosse morto prima o dopo i 140 anni. Poi tutti dovevano indovinare la vera età. Chi era stato “ancorato” al 9 stimò in media 50 anni, chi era stato ancorato al 140 stimò addirittura 67 anni, anche se entrambi i numeri iniziali erano assurdi. Questo dimostra che l’ancoraggio agisce in modo inconscio e può condizionare le nostre decisioni anche quando sappiamo che il numero di partenza è irrealistico.

L’uso di queste euristiche è istintivo ma non è immutabile. Con metodo e impegno, grazie ai nostri grandi lobi frontali abbiamo la possibilità di applicare ragionamento logico e probabilistico superando la nostra naturale tendenza a usare scorciatoie per prendere decisioni. Un esempio è il metodo scientifico, che è stato costruito proprio partendo dall’assunzione che la nostra mente sbaglia facilmente e proponendo quindi procedure per tenere sotto controllo eventuali errori di ragionamento.

Applicare questi metodi però richiede energia, tempo e fatica perché non è la strategia usata di default dal nostro cervello. Inoltre, i lobi frontali lavorano meglio quando non siamo in preda a forti emozioni. Il sistema limbico, responsabile della regolazione emotiva, è molto più antico evolutivamente dei lobi frontali e se viene fortemente attivato c’è la possibilità che i lobi frontali non riescano più ad applicare metodi rigorosi e faticosi. 
Nonostante questo possa sembrare controintuitivo, si tratta in effetti di un’importante caratteristica dal punto di vista evolutivo per la nostra sopravvivenza

Immaginate di essere nella giungla, sentite un rumore di foglie mosse vicino a voi e vi ricordate subito del vostro amico che è stato morso da un serpente velenoso. Se applicate l’euristica della disponibilità, associate il rumore al pericolo e scappate. Da una prospettiva evolutiva questo vi conviene di più che stare fermi a calcolare la probabilità che il rumore sia stato causato dal serpente invece che semplicemente dal vento che oggi è un po’ più forte del solito.
Capire come ragioniamo ci permette di essere più in controllo delle nostre azioni e di capire meglio le ragioni che influenzano le nostre decisioni e preferenze.
È utile ad esempio ricordare che se stiamo provando una forte emozione, soprattutto se negativa (siamo arrabbiati, spaventati o imbarazzati), le nostre decisioni potrebbero essere il risultato di scorciatoie di ragionamento invece che il risultato di un’attenta e ponderata considerazione delle informazioni disponibili. In questo caso quindi potrebbe essere più appropriato rimandare la decisione a un secondo momento quando saremo tornati in controllo della nostra regolazione emotiva, non tanto perchè non siamo in grado di prendere le decisioni giuste ma perchè ora sappiamo che il nostro cervello funziona in modo diverso a seconda del contesto emotivo in cui ci troviamo.

Attività in classe

Obiettivo
Mostrare come le persone giudicano la frequenza di un evento in base a quanto è facile ricordarlo (euristica della disponibilità) o come stimano una grandezza in base a un numero che è stato loro appena mostrato. Gli studenti raccolgono risposte, calcolano percentuali e riflettono sul perché hanno risposto in un certo modo.

Procedura (passo-passo) Si consiglia di fare l’attività prima di leggere il testo.

Preparazione dell’insegnante: copia la domanda seguente su un cartoncino o su una slide. NON spiegare alle ragazze e ai ragazzi alcuna strategia di risposta, ma invitali solo leggere la domanda.
Proposte di possibili domande (sceglierne una sola):
Euristica dell’ancoraggio: “La Torre Eiffel è più alta o più bassa di…
A un gruppo si dice: “1000 m” – al secondo gruppo si dice “100 m”.
A entrambi i gruppi poi si chiede: “Quanto è alta esattamente la Torre Eiffel?”
La Torre Eiffel è alta 300 metri.

Euristica del riconoscimento:
1. Leggi questa descrizione:
“Linda ha 31 anni, è single, molto brillante e diretta. Si è laureata in filosofia. Da studentessa era profondamente preoccupata per le questioni di discriminazione e giustizia sociale, e ha anche partecipato a manifestazioni antinucleari.”
2. Domanda: Linda è
1) Una cassiera di banca
2) Una cassiera di banca attiva nel movimento femminista

La risposta giusta è “1. Una cassiera di banca”, poiché la risposta numero 2 (una cassiera di banca attiva nel movimento femminista) è un sottoinsieme della risposa 1. Quindi la risposta 1 è più probabile della 2 ma molto spesso rispondiamo 2. Una cassiera di banca attiva nel movimento femminista perché ci sembra una descrizione più prototipica di questa opzione.

Raccolta risposte: ogni studente scrive la sua scelta su un foglio. Puoi raccogliere anche una breve motivazione (1 riga): “Perché hai scelto A o B?”
Raccogli i fogli e conta le percentuali di risposta.

Mostrare i risultati, dare le risposte giuste (i.e. quanto è veramente alta la Torre Eiffel o riportare le percentuali di morti per colpa di incidenti in macchina / incidenti aerei / attacchi di squali).

Discussione dei risultati.
Prompt di domande per la discussione in classe
– Quale risposta è risultata più comune?
– Perché molti hanno scelto quella risposta? Che tipo di parole vi sono venute facilmente in mente?
– Cosa ci dice questo risultato su come prendiamo decisioni o stimiamo quanto è comune qualcosa?

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