Il filo rosso che collega e tiene insieme le tracce proposte ai candidati per la prima prova sembra abbastanza chiaro già alla prima lettura: siamo, come spesso si sente dire, nell’epoca dell’incertezza, della “modernità liquida”, della fine delle ideologie e dei valori consolidati a cui eravamo abituati; tutto questo emerge con una certa insistenza nelle varie tracce. Per quanto riguarda la tipologia A, infatti, Ungaretti si interroga sul mistero di Dio (A1), mentre Sciascia descrive il capitano Bellodi alla ricerca, tra mille ostacoli, di una verità che l’omertà e i tentativi di depistaggio rendono difficile da raggiungere (A2). I testi della tipologia B, poi, presentano l’esperienza del passato come una sorta di “esortazione” a mettersi in discussione, un antidoto contro le nostre false sicurezze sul presente e sul futuro dell’umanità. Ciò è vero sia che si tratti del patrimonio artistico di cui parla Tomaso Montanari (B1), sia che si sottolinei l’incapacità dell’uomo di prevedere gli effetti di un’esplosione termonucleare (B2), sia che si rivolga lo sguardo al secolo appena trascorso (B3). La seconda parte della prova pare invece indicare una possibile risposta all’analisi sulla contemporaneità appena fatta: anche nell’ambiguità e nell’incertezza del presente è possibile battersi per un ideale, rischiare o addirittura perdere la vita per il bene comune, come testimoniano le figure di Gino Bartali (C2) e del generale Dalla Chiesa (C1).
Le tracce – che rinviano a tutti gli otto ambiti previsti dal Quadro di riferimento – presentano tematiche tutto sommato alla portata dei ragazzi, che alle luce dei propri studi e delle proprie esperienze e conoscenze dovrebbero riuscire a esprimere un punto di vista sufficientemente consapevole e critico sulle questioni proposte. Il rischio non è quindi tanto quello di non avere nulla da dire quanto quello di cadere nella retorica, nelle frasi fatte, negli stereotipi triti e ritriti: e in questo la genericità di qualche traccia certo non aiuta.
Complessivamente non sono richieste agli alunni conoscenze disciplinari particolarmente approfondite; la prova pare invece voler piuttosto valorizzare la capacità degli studenti di muoversi tra le discipline, mettere in relazione le conoscenze, utilizzare il proprio bagaglio culturale per porsi in modo consapevole e critico di fronte ad alcune questioni della contemporaneità. Insomma si avverte (ed è apprezzabile) il tentativo di adottare un approccio non nozionistico, ma interdisciplinare e pluridisciplinare. Questo tipo di tracce, insieme all’esperienza del colloquio, potrà sicuramente costituire un interessante motivo di riflessione in vista del prossimo anno scolastico, che non potrà prescindere da una progettazione collegiale di tutto il Consiglio di classe – almeno per gli snodi fondamentali – del percorso per la classe quinta.
Parlando ancora dell’impostazione generale, la presenza della storia è assolutamente pervasiva: il tema storico è stato eliminato, e ciò ha suscitato le ben note e reiterate polemiche, ma la Storia è presente sullo sfondo in tutte le tracce. È soprattutto il secondo Novecento che la fa da padrone, e anche questa è un’indicazione chiara di come impostare il lavoro dell’ultima classe, sebbene ci sia da chiedersi quanto davvero, e quanto a fondo, gli studenti siano riusciti quest’anno ad apprendere sui fatti e sugli eventi di cui si parla nei testi.
Ma veniamo adesso alle singole tipologie.
Tipologia A
Il testo di Ungaretti è sicuramente più complesso da interpretare rispetto a quello di Sciascia, che invece risulta più accessibile e facile da intendere. Nelle due tracce proposte avrebbe però giovato una maggiore precisione nelle consegne. Il “percorso interiore del poeta” di cui si parla nella prima analisi del testo va probabilmente inteso e interpretato in riferimento al testo della poesia, ma effettivamente una maggiore precisione nella formulazione della richiesta avrebbe impedito possibili fraintendimenti. Anche nel testo di Sciascia, il termine “protezione” utilizzato nell’introduzione poteva forse essere collocato tra virgolette, per mettere gli studenti sulla strada giusta per distinguerne il significato improprio quando riferito alla mafia (la cui protezione, a differenza di quella dello Stato, sottintende l’intimidazione e il do ut des) e poter quindi impostare un confronto con la cultura della legalità rappresentata dal capitano Bellodi.
Tipologia B
Le domande proposte si concentrano soprattutto sulla comprensione (generale e particolare) del testo, tralasciando questioni di carattere strettamente linguistico (lessico e sintassi). Disorienta poi la scelta del corsivo per la prima parte del testo di Steven Sloman – Philip Fernbach (B2) rispetto al tondo della seconda: sarebbe stato opportuno spiegarla in qualche modo.
Tipologia C
I testi di supporto alle tracce appaiono insolitamente lunghi: sarebbe stato possibile ometterne qualche parte senza pregiudicarne il significato complessivo e rendendoli più agili e quindi anche meno fuorvianti. Non avrebbero poi guastato note e riferimenti di contestualizzazione: quanti. ad esempio, avranno avuto chiare le figure di Coppi e di Togliatti? Non risulta, infine, particolarmente valorizzato l’orizzonte esperienziale degli alunni: se è vero che la difesa della legalità e lo sport sono temi vicini al mondo dei giovani, gli avvenimenti e i personaggi a cui i testi di appoggio fanno riferimento saranno risultati quasi certamente alquanto “libreschi” per gli studenti: un po’ come se chi ha formulato le tracce avesse tenuto come riferimento il suo orizzonte (quello di chi, ad esempio, dell’assassinio di Dalla Chiesa ha una percezione ben nitida per averne letto la notizia sui giornali e visto le immagini al telegiornale) e non quello dei ragazzi nati nel 2000.