Trent’anni fa usciva negli Stati Uniti un contributo di Howard Gardner, tradotto in italiano con il titolo “Educare al comprendere”, che non dovrebbe mancare nella libreria di qualsiasi insegnante. L’Autore così definisce il comprendere:
“un’adeguata padronanza di concetti, principi e abilità (…) che consenta al soggetto di affrontare problemi e situazioni nuove”. Ancora: “un sintomo importante dell’emergere della comprensione di un problema è la capacità di rappresentarlo in un certo numero di modi diversi e di intravedere la soluzione da diversi punti di vista, un’unica, rigida rappresentazione solitamente non basta”. Analizzando i modi prevalenti nella formazione scolastica Gardner evidenzia un drammatico scarto rispetto alla prospettiva di apprendimento indicata: “Nelle istituzioni scolastiche generalmente […] insegnanti e studenti non sono disposti ad assumere i rischi del comprendere e si accontentano dei più sicuri «compromessi delle risposte corrette”.
Le tesi dell’Autore riecheggiano negli indirizzi di ricerca più recenti sui processi di apprendimento, riconducibili all’approccio socio-costruttivista. L’attributo che più di altri lo contraddistingue è quello “costruttivo”, a denotare un processo di apprendimento inteso come ristrutturazione attiva di quanto il soggetto già conosce, rielaborazione degli schemi mentali e delle conoscenze pregresse. Sviluppando intuizioni già presenti in Piaget, Ausubel e nel cognitivismo più recente, la dinamica di apprendimento viene vista come una relazione dialettica tra i modelli mentali del soggetto e i contenuti della conoscenza, tra la struttura psicologica del soggetto e la struttura logica della conoscenza: l’apprendimento è un dare senso al mondo, integrando e sintetizzando le nuove esperienze.
Un secondo attributo che connota l’evoluzione dell’approccio socio-costruttivista all’apprendimento è “socio-culturale”, a denotare il ruolo fondamentale che il contesto relazionale e culturale gioca nel processo di costruzione della conoscenza del soggetto. A partire dai contributi pionieristici di Vygotskij sul pensiero come dialogo interiorizzato si è progressivamente messo a fuoco il ruolo cruciale dell’interazione sociale e dei modelli culturali entro cui si sviluppa la costruzione dell’apprendimento. Il ruolo del contesto non è inteso solo come cornice socio-culturale entro cui si sviluppa il processo individuale di costruzione della conoscenza, ma anche come contesto d’azione entro cui si genera la conoscenza. Da qui un terzo attributo del processo di apprendimento, relativo al suo carattere “situato”, ovvero al suo ancoramento al contesto e al contenuto specifico dell’attività che lo genera.
A partire da tale prospettiva sull’apprendimento si possono riconoscere alcuni principi chiave che qualificano l’efficacia dell’azione didattica:
- la significatività, intesa come capacità di integrazione del nuovo apprendimento con le preconoscenze del soggetto;
- la motivazione, intesa come sollecitazione della disponibilità ad apprendere da parte del soggetto, agendo sia sul piano relazionale, sia sul piano cognitivo attraverso esperienze di dissonanza cognitiva, ovvero di percezione di uno scarto tra le preconoscenze del soggetto e nuovi dati informativi;
- la direzione, intesa come esplicitazione e condivisione dei traguardi di apprendimento verso cui orientare il processo didattico;
- la trasferibilità linguistica, intesa come impiego dei diversi codici comunicativi per rappresentare i contenuti di conoscenza in modo da garantire un rinforzo reciproco e di intercettare i diversi stili cognitivi dei discenti.
- la negoziazione sociale, intesa come valorizzazione della dimensione sociale dell’apprendimento nella co-costruzione della conoscenza;
- la contestualità, intesa come ancoraggio dell’apprendimento a contesti di realtà autentici e significativi per il soggetto;
- la riflessività, intesa come sollecitazione a processi metacognitivi da parte del soggetto orientati a sviluppare la sua autoconsapevolezza dell’esperienza apprenditiva;
- la pluralità culturale, intesa come molteplicità delle prospettive culturali attraverso cui approcciarsi alla conoscenza in chiave antidogmatica e aperta.
Da qui l’esigenza da parte dell’insegnante di disporre di un repertorio di metodologie ampio e diversificato in rapporto alla molteplicità dei contesti d’azione. Espressioni come apprendimento cooperativo, approcci narrativi, approcci metacognitivi, approcci dialogici, service learning, gioco di ruolo, apprendistato cognitivo, studi di caso, debate, T.E.A.L. (Technology Enabled Active Learning), Design Thinking, Game Based Learning, Visible Learning dovrebbero far parte del vocabolario e della “cassetta degli attrezzi” di ciascun insegnante. Se non ora, quando?
Per approfondire il tema delle metodologie didattiche innovative utili per creare esperienza di apprendimento significative e motivanti abbiamo organizzato il seguente webinar:
21 settembre ore 17:30 – Metodologie didattiche innovative per un apprendimento attivo
(A. Benassi, M. Castoldi, A. Rucci)
Il webinar è gratuito ed è possibile iscriversi qui: https://bit.ly/MetodologieDidatticheInnovative
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METODOLOGIE DIDATTICHE INNOVATIVE PER UN APPRENDIMENTO ATTIVO
Formatori: A. Benassi, C. Calliero, M. Capellino, M. Castoldi, M. Comoglio, S. Consegnati, S. Degasperi, F. Dragotto, F. Iaia, A. Rucci.
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