Insegnare Latino oggi #17
Per una didattica “universale” del latino fin dalla Scuola primaria

Per una didattica “universale” del latino fin dalla Scuola primaria

La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro in classe.


L’apprendimento del latino in 2a e 3a media per maggior consapevolezza lessicale, etimologica e grammaticale nei confronti dell’italiano e in parallelo con altre lingue, per comprendere semplici testi (dai proverbi alle favole) e apprendere aspetti della civiltà romana e rudimenti della lingua latina in una modalità interdisciplinare – con aperture anche multidisciplinari – e anche mediante il digitale: questo, in sintesi, ci propongono le nuove Indicazioni nazionali con la formula “LEL”, puntando inoltre sugli aspetti di motivazione, interesse e passione.

Il latino alla Scuola secondaria di primo grado, facoltativo, è già attivo in laboratori accesi durante la classe 3a su richiesta delle famiglie, come orientamento verso il liceo e con l’intento di fornire le prime basi per affrontare un po’ più serenamente il primo anno di Superiori. A detta dei docenti volenterosi che cercano di tenerli vivi nei loro istituti, questi corsi sono sempre meno frequentati e, tra chi li segue, c’è poi chi, alla fine, scarta la scelta di licei con il latino. Ma quale latino si fa oggi nella Scuola secondaria di primo grado? Spesso è una “miniatura” di quello del biennio del liceo, prevalentemente basato su un approccio tradizionale (normativo/descrittivo): una decina di ore in cui lo studente viene sommerso di informazioni e, talvolta spaventato o annoiato, abbandona il sogno di un liceo col latino, soprattutto se ha disturbi dell’apprendimento che lo scoraggiano. Latino e inclusione è ancora un binomio problematico, infatti. 

Nella Scuola media l’attenzione ai DSA dovrebbe essere massima: infatti, è in questo ordine di scuola che i ragazzi ricevono le basi delle varie discipline e chi ha difficoltà può costruire strategie e saperi solidi su cui potrà ampliare le sue conoscenze e competenze negli anni successivi. Anticipare il latino alle Medie è l’occasione per chi ha DSA per capire bene il suo meccanismo e non precludersi la scelta di una scuola col latino, seguendo i suoi desideri e talenti, ma a patto che sia un latino che va al passo di tutti, e il segreto è perseguire una didattica universale, cioè che permetta a chi ha difficoltà di accedere alla competenza e a chi non ne ha di capire più velocemente. 

Per un approccio che sappia coinvolgere e invogliare a scoprire questa lingua, non è tanto nell’innovazione digitale che si deve lavorare, quanto in quella metodologica che parte dall’imparare ad imparare. In quest’ottica, tra le varie proposte, è nato il metodo “Vale!” ed è stata creata la Rete delle scuole amiche del latino inclusivo: questo metodo si concentra sulle strategie di apprendimento per comprendere appieno il meccanismo del latino. I suoi pilastri sono il metodo valenziale abbinato a memotecniche e ad un sistema unico di colori (sfruttabile già dal primo incontro con i complementi, alla Primaria), lo studio delle declinazioni in orizzontale (per raggiungere flessibilità linguistica), tante mappe mentali e un approccio coinvolgente e divertente

Sperimentato dal 2021 a partire dal quinto anno della Scuola primaria e, in una continuità verticale, alle Medie e al biennio delle Superiori, il Metodo “Vale!” coinvolge i bambini alla scoperta dell’etimologia, del lessico, dei numeri romani, della civiltà romana, della mitologia e dei proverbi con memotecniche, giochi (da tavola, di ruolo, di movimento o interattivi), canzoni e semplici interazioni orali. 

Successivamente, alla Scuola secondaria di primo grado, il “Vale!”, oltre a rinforzare il legame mnemonico con l’etimologia e il lessico, porta i ragazzi a imparare con facilità le prime regole e i meccanismi del latino (come da obiettivi specifici di apprendimento delle nuove indicazioni), con un costante confronto anche con le altre lingue, utilizzando strategie nuove che si possono poi utilizzare per tutte le discipline. Anche alle Medie la didattica viene modulata attraverso attività diversificate e coinvolgenti che alternano i momenti di apprendimento con le memotecniche ai giochi digitali: il gioca jouer dei verbi fatto all’aperto, il gioco dell’oca dei complementi di luogo (“Anseris ludus”), scenette e altri momenti ludici che stimolano l’utilizzo di una determinata regola o la formulazione di brevi frasi. Questo aiuta a interiorizzare meglio i concetti, legando l’apprendimento ad un’emozione positiva, importante ingrediente per poter sviluppare passione nei confronti di una disciplina. Il risultato? Bambini e bambine che aspettano con gioia l’ora di latino, si divertono e non maturano la proverbiale “paura” verso le lingue antiche e ragazzi e ragazze che imparano con serenità, motivazione e autoefficacia una lingua che li allena al problem-solving proprio come la matematica, in una costruzione graduale e continuativa dei saperi tra ordini di scuola e in una prospettiva che combina le proposte delle attuali Indicazioni con le esigenze di inclusione delle nostre classi.

La Rete delle scuole amiche del latino inclusivo si sta allargando sempre più in tutta Italia e si sono avviate anche nuove e interessanti sperimentazioni del Metodo “Vale!”, modulate anche con docenti di sostegno ed esperti per coinvolgere nell’apprendimento anche ragazzi con autismo e disabilità cognitiva lieve, per realizzare sempre più concretamente una didattica del latino inclusiva, anzi “universale”.


Se anche voi siete appassionati del Latino, se considerate questa materia essenziale per la formazione e la crescita, se avete proposte didattiche e idee da condividere con colleghi e colleghe, scriveteci a insegnare.latino.oggi@gmail.com.

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