La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro con le classi del biennio e del triennio.
La trasformazione della società, e di conseguenza di studentesse e studenti, sollecita e quasi impone un rinnovamento delle metodologie didattiche e della scuola in generale. In questo cambiamento il latino si conferma essere tra le discipline più utili alla formazione delle nostre classi, poiché può offrire allo stesso tempo duttilità e rigore metodologico specialmente all’ultima generazione nota come Alpha, sollecitata da diversissimi, ma talvolta anche disordinati, stimoli.
Sicuramente oggigiorno la vista è il senso più stimolato e anche più esercitato, come dimostra lo sviluppo dei social network e delle tecnologie digitali anche in ambito educativo.
Compatibile con l’attitudine per l’immediatezza visiva delle nuove generazioni, il metodo valenziale soddisfa le più recenti esigenze formative e didattiche, non soltanto legate al latino ma anche all’apprendimento delle lingue in generale.
Teorizzato già a partire dalla metà del secolo scorso e recentemente promosso dal Ministero dell’Istruzione con molteplici iniziative di formazione per docenti, il metodo valenziale consente di svolgere l’analisi logica attraverso la realizzazione di un grafico che rappresenta le relazioni interne alla frase, il cosiddetto schema valenziale.
Nella pratica, lo schema valenziale gravita intorno al nucleo verbale. Come sappiamo, è infatti il verbo, in base alla sua natura linguistica, a determinare le relazioni all’interno della frase a partire dalle sue dipendenze necessarie, che prendono il nome di valenze (da cui “valenziale”) o argomenti. In base al numero di valenze che possono reggere, i verbi si classificano in:
- zerovalenti, è il caso dei verbi impersonali;
- monovalenti, che hanno come unica valenza il soggetto;
- bivalenti, in cui sono inclusi tutti i verbi transitivi;
- trivalenti, che, oltre a soggetto e oggetto, possono includere una terza funzione come, ad esempio, il complemento di termine nel verbo donare;
- tetravalenti, è il caso, ad esempio, del verbo tradurre che, oltre al soggetto e all’oggetto, include anche i due estremi della transizione, la lingua di partenza e quella di arrivo, Marco traduce una versione dal latino all’italiano.
Individuare lo schema delle dipendenze è il primo necessario passo per riconoscere lo scheletro della frase, ossia la frase minima o nucleare; tutto ciò che non è strettamente legato al verbo, o è una dipendenza secondaria, costituisce l’espansione della frase.
Nella traduzione dal latino – in cui l’ordine degli elementi nella frase è vario – è utilissimo ricondurre un verbo al suo schema valenziale per ricostruire l’ordine sintattico della frase, prima nella lingua d’origine e poi nella trasposizione in italiano; infatti, bisogna ricordare che l’identità di significato tra due verbi non porta necessariamente a una identica costruzione sintattica.
Se pensiamo a come abitualmente viene affrontata la sintassi del periodo, non ci stupisce affatto che i rapporti di coordinazione e subordinazione tra le frasi vengano resi attraverso schemi gerarchici e di interdipendenze. Il metodo valenziale consente di fare altrettanto – stabilire gerarchie e relazioni – con gli elementi interni alla frase, costituendo così il filo di continuità con la sintassi composta. Ed è proprio sulla base di questa continuità che la grammatica valenziale si presenta come un valido rimedio alle lacune e alle debolezze di studentesse e studenti, rispetto a cui le strategie tradizionali si stanno rivelando poco utili; inoltre l’utilizzo degli schemi valenziali costituisce un valore aggiunto come ausilio nelle strategie inclusive per studentesse e studenti BES e DSA.
In conclusione, insegnare con il metodo valenziale significa anche e soprattutto conferire alla frase il valore di sistema complesso su cui esercitare e rafforzare la struttura cognitiva di alunne e alunni. E, forse, questo è l’aspetto più importante sotto il profilo pedagogico.
Se anche voi siete appassionati del latino, se considerate questa materia essenziale per la formazione e la crescita, se avete proposte didattiche e idee da condividere con colleghi e colleghe scriveteci a insegnare.latino.oggi@gmail.com.