Insegnare Latino oggi #12
Certamen che passione!

Certamen che passione!

La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro con le classi del biennio e del triennio.


Tra le caratteristiche innate dell’animo umano c’è sicuramente l’istinto per la gara, l’agonismo, la sfida per essere più veloci, per arrivare più in alto o per dimostrarsi più forti degli altri (citius, altius, fortius: i tre comparativi sono, non a caso, il motto delle Olimpiadi moderne dalla loro fondazione nel 1894). Questo istinto, però, non riguarda solo l’ambito sportivo della performance fisica o, come siamo abituati a vedere oggi, quello pubblicitario e consumistico dei record di vendite di dischi o del successo nello share televisivo.

Anche nell’ambito della cultura e più ancora nello specifico delle letterature e delle lingue è del tutto naturale la curiosità di misurarsi con gli altri e – possibilmente – di vincerli. Vanno in questo senso, per esempio, premi internazionali come il “Premio Pulitzer”, che dal 1917 riconosce i migliori articoli giornalistici (e non solo) o, in Italia, il “Premio Strega”, il “Premio Campiello” e tanti altri simili per la saggistica, il romanzo e la poesia.

Ma – si può contestare – che c’entra tutto questo con il latino? C’entra eccome, perché i premi letterari sono esistiti da sempre e i più antichi in Italia… erano proprio in latino! Si ricorda infatti che l’imperatore Domiziano nel I secolo d.C. istituì alcuni premi (chiamati Ludi) per laureare i migliori poeti della sua epoca. Di uno dei vincitori, Papinio Stazio, ci sono arrivati i poemi epici, ma non i testi che presentò a questi concorsi. Passando al Medioevo, chi non ricorda quanto Petrarca tenesse alla “incoronazione poetica”, che ottenne finalmente in Campidoglio nel 1340?

Bella forza, obietterà il nostro contestatore, ancora non convinto: all’epoca, tutti (o almeno tutte le persone di cultura) parlavano latino, adesso invece il latino non lo parla più nessuno. Vero anche questo, ma il fatto che il latino sia diventato una lingua morta non ha fatto cessare la voglia di misurarne le competenze, anzi, se possibile l’ha persino aumentata: l’olandese Jacob Hendrik Hoeufft fondò un premio ad Amsterdam nel 1845 per le migliori composizioni poetiche in latino, una competizione che vide da subito molti italiani tra i vincitori, a cominciare dal primo anno, in cui Diego Vitrioli presentò un poemetto sulla pesca del pesce spada! Tuttavia, il recordman è stato Giovanni Pascoli, poeta che tutti conosciamo per le sue composizioni in italiano, ma anche raffinatissimo poeta latino, che vinse il Certamen di Amsterdam ben tredici volte.

Arriviamo così alle gare per studenti, una pratica che, a questo punto, non può stupire essere stata consueta nell’insegnamento scolastico da secoli, proprio per creare un sano spirito di competizione e – perché no – per scoprire nuovi talenti, come nel caso delle Olimpiadi internazionali di matematica, nate nel 1959. Oggi i certamina di latino sono presenti in molti licei d’Italia, ciascuno con le sue peculiarità e con le sue prove (di traduzione o di cultura) ogni volta diverse. Molti sono tematici, legati cioè a un genere o più spesso a un autore, come uno dei più famosi e longevi, il Certamen Ciceronianum Arpinas, nato nel 1980.

Che cosa aspettate a iscrivervi anche voi al prossimo Certamen di vostro gusto?

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