Game Based Learning e il gioco di ruolo

Game Based Learning e il gioco di ruolo

La metodologia chiamata Game based Learning si fonda sull’idea per cui attraverso i principi di game design, alla base di videogame, giochi da tavolo e gamification, si possa aumentare l’interesse, il coinvolgimento e la capacità di assimilazione dei concetti chiavi di un discente nel processo didattico. L’assimilazione dei principi fondanti del gioco e il loro utilizzo nelle fasi dell’apprendimento non è stato un approccio pedagogico che si è sviluppato negli ultimi anni.

Il ruolo del gioco nella didattica è stato infatti oggetto di approfondimento sin dall’antichità. Già Socrate, infatti, lo individuava come lo strumento perfetto per vedere i comportamenti di una persona: “Si può conoscere di più una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”. Nel corso dei secoli tuttavia il gioco è stato visto in modo completamente contrapposto al mondo della didattica. Fino al 900 quando il tema è ritornato al centro della ricerca filosofica, pedagogica e sociologica. Nel 1938 Johan Huizinga introdusse il concetto di Homo Ludens, sostenendo come il gioco fosse il fondamento della cultura e dell’organizzazione sociale. Successivamente anche Marshall Mc Luhan trattò il tema  e nei suoi scritti affermava “Chiunque provi a fare una distinzione tra educazione e intrattenimento non conosce nulla né dell’una né dell’altra”. Il gioco, tuttavia, veniva ancora associato a una forma di espressione libera e caotica che mal si coniugava con l’apprendimento. La svolta avvenne con gli studi di Caillois e Bateson i quali effettuarono una differenziazione terminologica tra il “play”, il gioco libero, e il “game” organizzato, regolato.  Il mondo del gioco è divenuto quindi oggetto sempre più di studio con l’esplosione alla fine degli anni 80 del mercato dei giochi da tavola e dei videogame. La svolta definitiva avviene con James P. Gee nel suo saggio “Come un videogioco” effettua un interessante similitudine tra la passione per il giocare ai games e quella per lo studio. I Giocatori basano la loro abilità sulla “ripetitività” (compiono le stesse azioni in game per migliorarsi); cercano dei tutor per superare le loro difficoltà (youtuber o giocatori più esperti); cercano sfide progressive per migliorare la loro abilità in gioco o il loro status di giocatori. I principi individuati, che fra poco approfondiremo, si sono rivelati efficacissimi in diversi campi, dal marketing alla formazione.

Il valore aggiunto del Game based learning è nelle sue capacità di stimolare il problem solving, allenare il pensiero divergente e critico, coinvolgerlo e permettere al docente di osservare il processo di apprendimento e deduttivo dei suoi alunni.

Quando un docente si avvicina al mondo del Game Based learning può utilizzare i principi individuati da Yu-Kai Chou per rendere gamificate le sue lezioni:

–      SENSO EPICO (Far sentire l’alunno parte di qualcosa di grande e incredibile)

–     SVILUPPO E OBIETTIVI (Fornire obiettivi a breve termine e lungo termine con premi)

–     POTENZIAMENTO DELLA CREATIVITÀ (Dare un problema e testare la creatività)

–     POSSESSO (Possedere qualcosa di unico che sia una skin, una medaglia o un attestato)

–     INFLUENZA SOCIALE (Possibilità di condividere i risultati con gli altri e personalizzare l’avatar)

–     SCARSITÀ E IMPAZIENZA (Quando si ha un bene raro e poco tempo per acquisirlo “Solo oggi puoi ottenere questo bonus”)

–     IMPREVISTI E CURIOSITÀ (Non sapere ciò che sta per accadere ad esempio un box del mistero)

–     PAURA DI PERDERE UN BENE

Attraverso questi principi si può procedere alla Gamification (trasposizione in forma di game):

  • totale della lezione che diviene un’esperienza di gioco completa;
  • del materiale della lezione; 
  • di singole pratiche di studio, inserendo alcuni principi di gamification nella pratica di studio per migliorare la concentrazione.

Facciamo un esempio di un processo di applicazione di questi principi nel caso in cui noi volessimo trasformare completamente la lezione su un determinato argomento in una esperienza di Game based learning.

Ipotizziamo una lezione sul Medioevo, magari su Federico II. 

Per prima cosa dobbiamo scegliere i principi di gioco da applicare: Vogliamo creare dei team in classe? Da quanti alunni è composto ciascun Team? Quali premi e privilegi o malus assegneremo a chi completerà le missioni e le sfide che gli proporremo?

Una volta effettuate queste scelte possiamo realizzare i vari game da sottoporre agli alunni come un gioco di ruolo (gli alunni interpretano la corte di Federico e cercano le spie secondo i principi e le meccaniche del gioco Lupus in fabula) oppure una escape room virtuale (realizzabile con Google Moduli) o un quiz game (Panquiz o Kahoot). Dopo aver applicato tutti i miei game in classe, stilato classifiche e creato uno storytelling legato all’esperienza potremo avere la fase finale di premi e quindi la valutazione degli alunni osservati.

Si tratta solo di un esempio di come trattare una lezione attraverso questa metodologia.

Tutte le materie possono vedere applicata questa metodologia al processo di apprendimento dell’alunno.  Come visto possiamo ricorrere anche a diversi software che ci aiutano in questa pratica di gamification. Tra questi sicuramente potrebbero essere utili per i vostri progetti, oltre ai già citati Google Moduli e Panquiz e Kahoot, ci sono Genially per creare escape room e presentazioni dinamiche, Wordwall per trasformare qualsiasi esperienza in game e Classcraft per creare un gioco di ruolo focalizzato sulle lezioni. Come detto non possiamo, inoltre, dimenticare un approccio analogico: in fondo per creare un gioco bastano delle regole e un obiettivo. A tal proposito faccio presente che esistono anche molti giochi di società che ben si prestano ad essere utilizzati come supporto educativo. Alcuni di questi possono essere “trasformati” per le nostre esigenze: pensiamo ad esempio come i classici Risiko o il gioco dell’oca possono essere ricostruiti a seconda dell’argomento che si sta trattando. Allo stesso tempo anche i videogames possono essere una risorsa utile come integrazione della lezione: pensiamo a titoli come Minecraft educational, Assassin’s creed Discovery tour o Rabbids Coding che sono nati esplicitamente con scopi educativi e formativi.

Il Game based learning può essere per i docenti una risorsa utilissima in ambito didattico per rendere le lezioni e il processo di apprendimento coinvolgente per gli alunni, con solide radici nello studio pedagogico e sociologico. Il suo approccio si adatta a diverse materie e argomenti ed è utilizzabile sia nella primaria che nella secondaria calibrandolo a seconda delle necessità. Inoltre la sua natura è perfetta per la realizzazione UDA finalizzate all’inclusività: ciascuno può avere un suo ruolo all’interno del game. In fondo sin da bambini apprendiamo attraverso il gioco, divertendoci ad emulare e a testare i nostri limiti e a procedere di livello in livello: un processo che può continuare attraverso l’utilizzo della Game Based Learning.

Per scoprire di più sono come impostare le tecniche di gamification nel tuo contesto scolastico, conoscere la metodologia, i progetti utilizzabili e i programmi che ti possono supportare, puoi seguire il mio modulo all’interno del corso online “Metodologie didattiche innovative” che approfondisce tutte queste tematiche.

METODOLOGIE DIDATTICHE INNOVATIVE
Formatori: A. Benassi, C. Calliero, M. Capellino, M. Castoldi, M.Comoglio, S. Consegnati, S. Degasperi, F. Iaia, A. Rucci, 
Scopri di più: https://bit.ly/Corso_metodologie

Leggi anche

Perché il peperoncino brucia e la menta è fresca?
Alla ricerca di… Pitagora
Composizioni proporzionate: un'attività laboratoriale per affrontare le proporzioni
Educare al pensiero e alla comprensione
Il Debate come metodologia per l’apprendimento attivo
Posso farcela! La cultura del Growth-Mindset