La vegetazione costiera e marina sa sequestrare il carbonio presente nell’atmosfera come CO2 in modo altamente efficiente al punto da differenziarsi nella terminologia che lo identifica come Blue Carbon, carbonio blu, per distinguerlo dal carbonio immagazzinato dalle foreste terrestri, definito carbonio verde. Gli ecosistemi costieri sono costituiti prevalentemente da mangrovie, dalla vegetazione delle paludi costiere e dalle praterie di Posidonia oceanica, presente nel Mediterraneo sui fondali adiacenti la linea di costa. Un fatto che colpisce in modo particolare è che la loro presenza occupa solo il 2% della superficie terrestre, ma riesce a catturare circa la medesima quantità di carbonio sequestrata dall’insieme di tutte le foreste terrestri. L’apparente squilibrio si giustifica per l’alta efficienza della vegetazione costiera che è circa 10 volte quella delle foreste temperate e 50 volte quella delle foreste tropicali. Le piante costiere, come le mangrovie, trattengono infatti grandi quantità di carbonio oltre che nella loro biomassa anche nei sedimenti su cui crescono.
L’importanza di potenziare la cattura di carbonio blu per arginare il riscaldamento globale è un elemento di fondamentale importanza; purtroppo stiamo assistendo parallelamente a una perdita annuale della vegetazione costiera con un tasso compreso tra 1,5 e 2% della popolazione presente.
L’effetto dell’eliminazione di questi ecosistemi è doppiamente negativo, perché oltre a non riuscire ad accumulare più carbonio, viene liberato dal suolo quello sequestrato negli anni precedenti. Non possiamo permettercelo! E pensare che i servizi ecosistemici di questi biomi sono molteplici; ad esempio nell’immagine qui sotto sono riportati quelli delle mangrovie.
L’ecosistema delle mangrovie
Qualche informazione sulle radici delle mangrovie
Le mangrovie rappresentano l’insieme di organismi vegetali a fusto legnoso in grado di vivere nella fascia costiera salmastra tropicale e subtropicale sottoposta ai flussi di marea con specifiche soluzioni adattative necessarie per la sopravvivenza in ambienti salini e poveri di ossigeno. Gli straordinari servizi ecosistemici che offrono sono dovuti soprattutto alla peculiarità del loro sistema radicale. Si riconoscono infatti:
- Radici che creano strutture superficiali a palafitta come diramazioni secondarie della radice principale a fittone destinata ad ancorare stabilmente le mangrovie al suolo
- Radici che affiorano in superficie come tante cannucce (pneumatofori) sono adatte all’assorbimento dell’ossigeno e al blocco dei sedimenti presenti in sospensione durante l’alta marea da depositare poi durante la bassa marea e svolgere così un effetto barriera in difesa della costa;
- Radici avventizie originate dai rami o dal fusto con molteplici forme e funzioni ausiliarie.
L’esemplare adattamento delle mangrovie a un ambiente tanto ostile e il loro contributo al benessere generale del pianeta non meritano certo la loro soppressione per momentanei vantaggi economici.
ATTIVITA’:
A) Per approfondire questo argomento si possono visitare le pagine disponibili ai seguenti link:
1. Progetto_didattico_SeaForest_LIFE (seaforestlife.eu)
2. Progetto BARGAIN | Divisione modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali (enea.it)
3. La sezione “Biblioteca” del sito L’iniziativa Blue Carbon (thebluecarboninitiative.org) con molte pubblicazioni pubblicate fino al 2018.
4. Rete Natura 2000 | Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (mase.gov.it)
B) Indicare i servizi ecosistemici offerti dalle paludi costiere dopo la consultazione del materiale proposto qui sopra.
C) Cercare illustrazioni riferite alle diverse strutture radicali delle mangrovie