Buona qualità della vita e dell’ambiente, reddito e benessere economico e un tasso di occupazione oltre la media OCSE: secondo il Better Life Index 2015 la Nuova Zelanda ha raggiunto ormai ottimi punteggi in moltissimi ambiti legati alla qualità della vita. Si trova infatti al di sopra della media rispetto al reddito e al benessere economico, alla qualità ambientale e la sicurezza personale, il livello di occupazione e quello di istruzione. Su questo fronte si stima che il 74% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni abbia completato il ciclo di istruzione secondaria superiore, una percentuale vicina alla media dell’OCSE, pari al 76%. Se la percentuale di diplomi non è indicativa della qualità dell’istruzione, lo è invece il punteggio medio ottenuto dagli studenti in lettura, matematica e scienze, che è pari a 509 punti, e superiore alla media dell’OCSE, pari a 497 punti. (Programma internazionale per la Valutazione degli Studenti -PISA-)
Ma come si sviluppa il sistema educativo e scolastico neozelandese?
Il sistema scolastico della Nuova Zelanda è di stampo anglosassone, con grande attenzione alle attività extracurriculari e allo sport, e si struttura in un ciclo di tredici anni di studio: la Primary and Intermediate School (dai cinque ai dodici anni) e la High School (dai tredici ai diciassette anni). Al termine del ciclo di studi gli studenti conseguono il diploma, e possono accedere agli studi universitari.
Tra i pilastri del sistema educativo neozelandese vi sono la partecipazione attiva e il senso di responsabilità dell’alunno. Quest’ultimo è chiamato, durante l’anno scolastico, a svolgere diversi incarichi tra cui ad esempio quello del servizio di controllo del traffico all’uscita da scuola. Quale modo migliore per responsabilizzare i più giovani sull’importanza della sicurezza?
La metodologia educativa più diffusa è quella basata sull’inquiry-based learning, che permette di strutturare il processo di insegnamento/apprendimento attraverso procedure e strategie proprie della ricerca scientifica; ci si preoccupa di “insegnare a imparare”, stimolando curiosità e creatività e permettendo all’alunno di trovare da solo le risposte, soprattutto attraverso il lavoro di gruppo.
Lo Stato ha così a cuore la trasparenza e il giudizio dei suoi alunni e dei genitori, da pubblicare in modo regolare delle schede di valutazione di ogni scuola presente, dall’asilo al college. Si tratta in pratica delle nostre prove INVALSI e i risultati si possono leggere sul sito http://www.ero.govt.nz.
Il sistema scolastico prevede tre tipologie di scuole: quella pubblica e quella integrata (ex scuole private passate al sistema pubblico), che sono interamente finanziate dallo Stato, e quelle private, a cui lo Stato versa il 25% dei fondi necessari, mentre il restante 75% viene finanziato dalle rette pagate dalle singole famiglie.
La scuola è perfettamente integrata nel territorio. Secondo la legge neozelandese, infatti, ogni istituto riceve regolarmente fondi da parte dello Stato ma provvede anche da sola a finanziare eventuali spese extra quali ad esempio quelle del materiale didattico. Questi fondi derivano sia da donazioni di privati, sia da iniziative messe in atto dalla scuola stessa con l’obiettivo di raccogliere fondi. Ne sono un esempio le school fair: fiere organizzate non solo da insegnanti e alunni ma anche dai genitori e da volontari del quartiere. Si tratta di momenti di forte coesione tra scuola e comunità che non di rado diventano eventi di una certa importanza nel territorio.
Interessante è poi il sistema delle assunzioni degli insegnanti, differente rispetto a quello italiano: queste ultime infatti avvengono grazie a concorsi ma ad ogni istituto viene poi lasciata ampia libertà di selezione dei propri docenti. Gli aspiranti insegnanti, dopo aver inviato il proprio CV, vengono contattati per una prima selezione, a cui seguono dei colloqui svolti dal preside, daI rappresentanti degli insegnanti e persino dai rappresentanti dei genitori.
L’alto grado di autonomia scolastica neozelandese ha però un risvolto negativo, ovvero la “segregazione” degli studenti nelle diverse scuole in funzione dell’appartenenza etnica e dello status sociale ed economico. La disparità si è aggravata negli ultimi anni ed è ormai chiaro che quello neozelandese è un sistema scolastico fortemente diviso fra realtà di prestigio con gli studenti migliori e scuole di secondo ordine.
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