Il nuovo PEI tra verifica e misure di sostegno

Il nuovo PEI tra verifica e misure di sostegno

Per affrontare in modo costruttivo l’attuale normativa sul nuovo PEI vanno approfonditi il significato culturale e pedagogico e l’approccio progettuale su cui si basa e si propone di attuare.

Il D.lvo 66/17 e il D.I, 182/20 sono da leggere con la chiave data dalla prospettiva dell’ICF, con particolare attenzione alle barriere e ai facilitatori presenti nel contesto per consentire agli allievi di raggiungere gli obiettivi educativi e didattici previsti.

La logica dell’ICF da riportare nel PEI e nella progettualità delle attività delle classi considera:

•       l’interazione tra le condizioni di salute dell’individuo e l’interazione con i fattori ambientali e personali

•       la disabilità è un’interazione con l’ambiente, l’ICF è applicabile a tutte le persone, anche quelle in perfetta salute.

•       il linguaggio scelto è neutro rispetto alla patologia, enfatizza la “funzione” rispetto al “tipo di malattia»

•       il linguaggio standard è orientato in senso positivo: non considera la menomazione ma la salute; non la disabilità ma le potenzialità residuali e vicarianti, l’attività e la partecipazione, ponendo le premesse per il superamento di un’interpretazione di handicap solo alla luce del limite

Assume importanza fondamentale considerare una progettazione che parta dall’inclusione come riferimento per le proposte didattiche e le attività, nella logica della Progettazione Universale e dell’Universal Design for Learning[1].

Utilizzare il Decreto Interministeriale e il modello di PEI diventa un modo per rileggere ed esplicitare i diversi aspetti coinvolti nel percorso di inclusione. Le dimensioni del Profilo di funzionamento[2]  diventano gli ambiti per l’osservazione e per la rilevazione dei punti di forza sui quali progettare gli interventi educativi e didattici. Interventi da coniugare con le azioni sull’ambiente e con la progettazione dei percorsi curricolari in relazione agli obiettivi di apprendimento disciplinari e al comportamento.

Un’analisi del modello porta a riconsiderare la corresponsabilità educativa non solo dei docenti della classe, ma dell’intera comunità scolastica nella condivisione del progetto inclusivo della scuola.

Fondamentale appare la distinzione dei ruoli tra i componenti e i partecipanti del GLO in un percorso di costruzione condivisa del PEI. Per questo la definizione degli obiettivi in esiti diventa necessaria per una reale verifica dell’efficacia delle proposte da parte del GLO, distinta dalla valutazione dei risultati degli apprendimenti di esclusiva competenza dei docenti di classe.

Una verifica dell’efficacia della progettualità prevista dal PEI da effettuare a fine giugno per consentire una riprogettazione anche riferita alla proposta relativa alla richiesta delle misure di sostegno e al loro utilizzo coerente con l’attuazione del PEI.

Proprio questi temi saranno oggetto di approfondimento durante il percorso formativo “Il nuovo PEI: tra progettualità e misure di sostegno”,in partenza il 23 aprile. Un corso di 6 ore, certificato su SOFIA, con tre webinar e la possibilità di interazione e supporto online da parte dei relatori. Il team di relatori è costituito da un gruppo di esperti e docenti, coordinati di Loredana Leoni.
Scopri il corso: http://bit.ly/NuovoPEI_Corso 


[1] per approfondire vedi “ Costruire curricoli inclusivi, proposte e modelli per il nuovo PEI. Loredana Leoni in collaborazione con Roberta Bonelli e Chiara Carabelli – UTET Università, Collana Formazione Docenti http://u.deascuola.it/leoni-curricoli-utet

[2] o corrispondenti agli Assi della Diagnosi Funzionale se non c’è ancora il Profilo di Funzionamento

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