Un libro di testo per tutti e tutte: è possibile?

Un libro di testo per tutti e tutte: è possibile?

Nelle classi di oggi, sempre più complesse e diversificate, l’inclusione è una sfida fondamentale che significa saper individuare e rimuovere gli ostacoli alla comprensione e allo studio, riconoscendo che ogni studente è unico, con un bisogno di un supporto personalizzato, a prescindere dalla presenza o meno di un deficit.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, il 6% degli studenti presenta un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), il 6,7% nella scuola secondaria di primo grado, mentre il 4,1% ha una disabilità e oltre l’8% un bisogno educativo speciale: noi insegnanti sappiamo infatti bene quanto in ogni classe si incontri una certa varietà di bisogni educativi speciali che richiedono un’attenzione particolare per molteplici ragioni che, spesso, non dipendono solo da condizioni organiche o biologiche, ma anche da fattori familiari, sociali e ambientali.

Come possiamo affrontare questa complessità? La parola chiave è inclusione. Ma in che modo è possibile realizzare una didattica inclusiva? E quali sono i pericoli da evitare?

Il principale rischio è un’inclusione imperfetta: nonostante le buone intenzioni, la proposta didattica potrebbe non riuscire a coinvolgere tutti gli studenti, rendendo necessario un adattamento successivo per chi presenta particolari bisogni. Questo approccio rischia di creare delle vere e proprie “isole educative” in cui relegare chi non riesce a seguire il percorso comune.

È invece necessario ribaltare il paradigma: la didattica deve essere pensata e progettata per raggiungere tutti gli studenti fin dall’inizio. Si deve abbandonare quindi il concetto di mediazione per coloro che si trovano in condizioni di diversità, per abbracciare l’idea secondo cui è necessario costruire azioni a sostegno di ognuno e ognuna. La proposta didattica deve nascere sin dalla sua progettazione come offerta per tutti e tutte e deve essere in grado di raggiungere ogni studente, sostenendone le potenzialità.
L’inclusione, quindi, nasce già dalla scelta dei materiali e dei manuali scolastici: è indispensabile individuare modalità e strumenti capaci di raggiungere ogni allieva e allievo, a prescindere dalla loro specificità. Per fare questo ci viene in aiuto il modello pedagogico dell’Universal Design for Learning, o nella traduzione italiana Progettazione Universale dell’Apprendimento, che guida lo sviluppo di ambienti di apprendimento flessibili, capaci di ospitare le differenze individuali e favorire l’accesso di tutti e tutte alla comprensione, riducendo le barriere.

Per rendere davvero inclusiva la didattica è quindi fondamentale puntare su due concetti chiave: flessibilità e multimodalità. La proposta didattica inclusiva propone attività basate su molteplici forme di fruizione, somministrazione e valutazione che coinvolgono diversi canali comunicativi, permettendo a ogni studente di scegliere la modalità più efficace per apprendere, partecipare ed esprimersi. In questo senso, l’antologia La città dei libri e delle emozioni (Petrini, 2024) si propone come un libro di testo realmente inclusivo, perché offre una molteplicità di stimoli come immagini, audioletture, schemi, sintesi… Tutti i materiali utili all’apprendimento sono integrati in un unico libro, che non richiede versioni separate per studenti con esigenze specifiche, ma in cui ogni alunno o alunna può trovare ciò di cui ha bisogno per apprendere senza fatica.

Nei volumi dell’opera possiamo infatti ritrovare tutti e quattro i livelli di inclusività:
1. LIVELLO GRAFICO: attenzione alla scelta del font, del layout, dei colori e delle immagini, per facilitare la decodifica e la comprensione del testo.
2. LIVELLO LINGUISTICO: utilizzo di un linguaggio appropriato, di mediatori visivi, di sintesi e di multimodalità nell’espressione dei contenuti.
3. LIVELLO DIDATTICO: proposte di cooperative learning, task e compiti di realtà, supporti per l’apprendimento di tutti.
4. LIVELLO TECNOLOGICO: libro in formato digitale, libro liquido, contenuti didattici integrativi, personalizzazione dell’esperienza di lettura.

La città dei libri e delle emozioni presenta tutte queste caratteristiche. A livello grafico, il testo è allineato a sinistra, il font è leggibile, l’interlinea è ampia, le immagini sono funzionali alla comprensione del testo e i colori sono utilizzati in modo strategico. A livello linguistico, sono presenti schemi di prelettura, mappe, sintesi dei testi e contenuti multimediali (audio e video). A livello didattico, il corso propone attività di prelettura, progressione di difficoltà nei brani, organizzatori grafici, cooperative learning, compiti di realtà e attività motivazionali. A livello tecnologico, il libro è disponibile in formato digitale aperto, con testo liquido, audioletture, sintesi vocale e contenuti didattici integrativi.

La sfida alla base della creazione di questo testo è stata offrire un libro in grado di rispondere alle esigenze di qualsiasi studente, indipendentemente dalle sue caratteristiche individuali. Per questo, si è lavorato molto sia sugli aspetti formali, per rendere il testo facilmente fruibile, sia sulle modalità di coinvolgimento, per stimolare la motivazione degli studenti. Inclusione e cooperazione sono strettamente connesse: l’interdipendenza positiva e l’eterogeneità dei gruppi favoriscono la pluralità di visioni, metodi, strumenti e stili di apprendimento.
In conclusione, La città dei libri e delle emozioni è un’antologia che risponde concretamente alle esigenze di inclusività della scuola di oggi. Un libro che non si limita ad “adattare” i contenuti per alcuni studenti, ma che è stato progettato fin dall’inizio per essere accessibile e coinvolgente per tutti e tutte. Un libro dove ogni studente può trovare il suo spazio e il suo modo per apprendere e crescere.

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