Il Caviardage® come risposta a un bisogno di senso

Il Caviardage® come risposta a un bisogno di senso

C’è stato un momento nella storia recente di tutti e tutte in cui il vuoto ha preso il sopravvento. Circondati da visi inespressivi coperti per metà da mascherine, sguardi diffidenti. Per le strade silenzio, e silenzio, assordante, nelle scuole. Abbiamo percepito un vuoto di senso e soprattutto di futuro che l’isolamento e l’immobilità imposti dalla pandemia avevano reso più tangibile. Alcuni hanno parlato di quel periodo come di un “tempo sospeso”. Di certo era cambiato il ritmo delle nostre giornate e si è modificato in modo profondo il concetto di “tempo libero”.

Ricordo la sensazione di sgomento e, appunto, di vuoto delle prime settimane. La brusca chiusura delle scuole e l’interruzione, pressoché totale all’inizio, delle attività scolastiche mi faceva sentire smarrita. Mi sentivo inutile come insegnante. Lo stesso smarrimento che, lo sapevo, stavano vivendo i miei alunni e alunne.

La mia esperienza con il Metodo Caviardage mi portò a immaginare un’attività che partisse da loro e dal loro bisogno del momento: vedere ciò che di positivo poteva esserci in quella situazione straordinaria, il “bicchiere mezzo pieno”, appunto. Girai un video, molto artigianale, e lo inviai ai miei alunni e alunne invitandoli a provare l’attività e a condividere con me le loro sensazioni. Lo mandai anche a mio nipote e a mia nipote che lo inviarono alle loro maestre e le maestre lo condivisero con altre persone e il video cominciò a girare ben oltre le mie intenzioni.

Si trattava semplicemente di individuare ed elencare tutte le cose, le persone e le situazioni di cui si sentiva la mancanza, tutto ciò che in quel momento non si poteva fare ma anche tutte le cose che, al contrario, erano permesse dal momento che stavamo vivendo. Provare a vedere il bicchiere mezzo pieno…
Cominciarono a pervenire i primi feedback: avevo intercettato un’esigenza reale. Decidemmo allora, con Tina Festa e le mie colleghe Sabrina Pallara e Giovanna Palumbo, di trasformarlo in video più professionale perché potesse girare più agevolmente e infatti in breve tempo divenne virale con il titolo “Tazza mezza vuota e mezza piena”.

Da quell’attività sono scaturite altre proposte didattiche, ma qui ho voluto ricostruirne la storia e ricordare l’idea originale per recuperare anche quella che era la motivazione iniziale: in un contesto come quello della pandemia in cui le parole erano poche e quelle poche coniugate all’imperativo (“State a casa”, “Mantenete la distanza”) o a un futuro approssimativo (“Andrà tutto bene”) c’era il bisogno di recuperare la parola nella sua forza evocativa e immaginifica e provare a colmare quel vuoto con una progettualità positiva, con un desiderio, una possibilità di futuro. Una sfida da cogliere: in un momento in cui la mascherina ci toglieva la parola, la toglieva soprattutto ai bambini e ai ragazzi, era importante offrire a tutti e tutte una possibilità per esprimersi, tirando fuori paure e sogni e tutto quello che avevamo sopito dentro di noi. Ed è in fondo questo ciò che fa il Caviardage: aiuta a tirare fuori le parole tra le macerie di una storia, individuale e collettiva, e a scorgere dentro di noi quello che non sempre riusciamo o vogliamo vedere.
Proprio per questa sua capacità “esplorativa”, che permette alle persone in crescita quali sono gli adolescenti (ma, in fondo, tutti noi) di indagare su se stessi in maniera seria ma non seriosa, portare a scuola il Metodo Caviardage è un’esperienza molto utile dal punto di vista didattico, grazie alle sue diverse tecniche da coniugare di volta in volta con gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Quella di cui vi ho parlato oggi è un’attività di scrittura che si focalizza sulla scelta delle parole e che agevola la riflessione su ciò che ci fa sentire “pieni”, cioè realizzati, e ciò che, invece, ci manca affinché possiamo sentirci tali. La trovate completa, insieme a tante altre proposte didattiche, nel dossier dedicato al Metodo Caviardage di Tina Festa® che vi permetterà di sperimentare varie tecniche in maniera graduale e consapevole all’interno dell’antologia Immaginaria (Petrini) per il biennio della SS2G, nella sezione dedicata alla poesia.

Per saperne di più: www.caviardage.it

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