La nostra scuola da anni è in grande cambiamento. Nuovi strumenti digitali, nuove metodologie, nuove modalità organizzative e sempre nuovi bisogni educativi ci interrogano sul senso profondo del nostro fare ed essere scuola. Non siamo soli in questo rinnovamento. I sistemi scolastici di tutto il mondo stanno affrontando sfide simili e a volte più complesse. La crisi pandemica ha senza dubbio accelerato l’emergere di alcuni problemi legati all’educazione e ha reso più urgente la necessità di trovare delle soluzioni condivise.
In questo contesto si è aperto un dibattito importante in diversi forum internazionali sulle visioni di futuro e il ruolo dell’educazione e della scuola nel trasformare le nostre società. Molte organizzazioni come scuole, università, centri di ricerca, enti del terzo settore, Ministeri e Agenzie e Organizzazioni Internazionali stanno fornendo il loro contributo a questo dibattito proponendo riflessioni pedagogiche, strategie, impegni, piani a lungo termine, proposte di riforme… Fra i più importanti e conosciuti impegni politici risulta l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, che richiede ad ogni Stato (tramite il suo obiettivo n.4) di fornire ad ogni studente e studentessa un’educazione equa e opportunità di apprendimento di qualità. Tale Agenda è senza dubbio un elemento importante nella direzione di rinnovamento dei nostri sistemi educativi.
Negli ultimi giorni si è celebrato un ulteriore passo in avanti. Il Segretario Generale dell’ONU ha convocato il “Transforming Education Summit” a New York il 16, 17 e 19 settembre 2022 con l’obiettivo di mobilitare azioni, solidarietà, ambizioni e soluzioni da parte di tutti gli Stati e della comunità educante per contrastare la crisi educativa emergente. Nei giorni del Summit migliaia di Capi di Stato, Ministri, docenti, studenti, organizzazioni internazionali e attivisti hanno discusso e condiviso impegni specifici relativamente a cinque “aree di intervento” (Action Tracks) per la trasformazione e miglioramento dell’educazione:
1) Rendere le scuole un luogo inclusivo e sano;
2) promuovere apprendimenti per la vita, il lavoro e lo sviluppo sostenibile;
3) ripensare l’insegnamento e sostenere gli insegnanti e la professione docente;
4) affrontare la trasformazione dell’apprendimento digitale;
5) esplorare nuovi meccanismi di finanziamento all’educazione.
Il Summit è stata una grande occasione di scambio che fornisce spunti di riflessione condivisa anche per le nostre scuole. Al termine del Summit il Segretario Generale dell’ONU ha condiviso un documento di visione (Vision Statement) dal titolo eloquente: “Trasformare l’educazione: un imperativo politico urgente per il nostro futuro comune”. Riaffermando i principi di equità che sono alla base dell’educazione e ricordando come l’educazione sia un diritto inscritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e nelle principali Carte Costituzionali di tutti i Paesi, il Segretario ha mostrato come ad oggi l’educazione sta affrontando un periodo di crisi: dovrebbe essere un mezzo per l’uguaglianza ma in molti casi sta generando disuguaglianze, nei paesi con crisi umanitarie il diritto all’educazione è ancora negato, milioni di bambini non possono andare a scuola e milioni di adulti, pur avendo un diploma, si ritrovano a non avere le competenze necessarie per la vita e per il lavoro. Tutto ciò richiede un ripensamento degli scopi e del curriculum delle nostre scuole. Una scuola che deve promuovere “lo sviluppo olistico di tutti gli studenti nel corso della loro vita, sostenendoli per realizzare le loro aspirazioni e contribuire alle loro famiglie, comunità e alla società”. Per farlo vengono proposte 4 azioni collettive che possono essere contestualizzate nelle nostre comunità:
1) assicurare un ambiente di apprendimento che possa sostenere lo sviluppo degli studenti;
2) permettere agli insegnanti di trasformarsi e diventare agenti di cambiamento;
3) sfruttare la rivoluzione digitale a beneficio dell’istruzione pubblica;
4) investire di più, meglio ed in maniera più efficace nell’educazione.
L’Italia ha fatto la sua parte. Il Ministro Bianchi ha presieduto negli ultimi sei mesi il tavolo di lavoro sulla prima “area di intervento” legata all’equità ed inclusione. Fra giugno e luglio è stata organizzata una consultazione pubblica (Report) e durante il suo intervento, il Ministro Bianchi ha impegnato l’Italia in questa direzione con un documento esplicito. In particolare il Ministro ha ricordato le misure prese negli ultimi anni come l’educazione civica, il Piano per la transizione ecologica e culturale delle scuole “RiGenerazione Scuola”, ma soprattutto la trasformazione del sistema di istruzione italiano che il Governo sta realizzando quest’anno attraverso gli investimenti e le riforme del PNRR.
E noi? Come ci interrogano queste riflessioni? Cosa stiamo facendo per trasformare le nostre scuole nel profondo?