La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro con le classi del biennio e del triennio.
Oggi siamo più vicini all’accezione positiva della mela del proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno” o a quella negativa della “mela avvelenata” della fiaba Biancaneve?
Facendo un breve excursus mitologico-letterario, ci si rende conto di come questo frutto abbia assunto nel tempo svariate sfumature, passando da frutto del male e del peccato a frutto della salute.
Partiamo dalle origini: è famoso il mito del pomo della discordia, alla base dello scoppio della guerra di Troia. Per il banchetto nuziale in onore di Peleo e Teti, Zeus invitò tutti gli dèi tranne Eris, dea della discordia, che per ripicca si presentò al banchetto e lanciò nel mezzo della sala un pomo d’oro con la dedica “Alla più bella”. Il suo gesto sortì grande discordia tra le dee Era, Afrodite e Atena. Per risolvere la diatriba, fu chiamato Paride, principe troiano, al quale ciascuna dea promise un’allettante ricompensa in cambio del suo favore. Era gli promise che avrebbe regnato su tutto il mondo; Atena gli offrì forza e saggezza superiori a tutti i mortali; Afrodite gli propose la mano di Elena, ritenuta la donna più bella del mondo. Allettato dalla sua promessa, Paride non esitò ad assegnare la vittoria ad Afrodite, che gli concesse di rapire Elena, moglie del re di Sparta, Menelao.
Ma questo non è l’unico pomo d’oro che i miti antichi descrivono come oggetto da conquistare. Basti pensare che “rubare i pomi d’oro nel giardino delle Esperidi” rappresenta l’undicesima fatica delle dodici che Eracle dovette affrontare al servizio del re Euristeo. In questo caso i pomi erano dei meravigliosi frutti dorati, pendenti da un melo all’interno di un giardino, alle pendici del monte Atlante, custodito dalle ninfe Esperidi.
Anche il mito di Atalanta coinvolge un pomo d’oro. L’eroina, avversa alle nozze, sfidava in una gara di corsa i suoi pretendenti. Nessuno era capace di superarla, finché uno di loro, Ippomene, chiese aiuto ad Afrodite, che gli fece dono di tre pomi d’oro. Durante la gara Ippomene li lasciò cadere a terra e Atalanta, attratta da quei preziosi frutti, si fermò a raccoglierli, perdendo così la gara.
Discordia, lussuria, inganno: questi pomi d’oro del mito non sembrano troppo distanti dal significato della mela nel Paradiso terrestre, causa della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden. Pur non sempre citata esplicitamente, infatti in Genesi si parla in modo generico di un frutto proibito, la mela è divenuta simbolo del peccato originale.
Sembra dunque naturale ricollegarsi all’etimologia latina della mela, malum, che in latino significa anche male e non ci stupiamo che, nella celebre favola, proprio con questo frutto Biancaneve venga avvelenata.
Per incontrare connotazioni positive di questo frutto dobbiamo fare riferimento alle culture euroasiatiche, dove la mela è considerata simbolo di amore, sessualità e fertilità. Per i Babilonesi, poi, la mela, simbolo di nutrimento e abbondanza, era connessa alla divinità Ishtar, alias Afrodite.
Giungiamo così al proverbio citato in apertura “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Se l’inventore del proverbio resta sconosciuto, tuttavia nei tempi attuali sono rinomati gli effetti benefici che la mela apporta quotidianamente al nostro organismo.
Assegna alla classe il compito di trovare altre storie, miti, modi di dire che coinvolgano questo frutto per poi discuterne insieme a lezione.