Insegnare Latino oggi #8
Indovina chi viene a cena?

Indovina chi viene a cena?

La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro con le classi del biennio e del triennio.


Programmi televisivi con aspiranti chef come protagonisti, cuochi affermati che diventano vere e proprie star del piccolo schermo, blog di ricette, canali YouTube in cui appassionati di cucina suggeriscono come si confezionano piatti più o meno sofisticati. Gli ultimi anni hanno visto un crescente interesse, anche nel pubblico più giovane, per tutto ciò che concerne il cibo e la sua preparazione. Perfino la scuola si dimostra sensibile all’argomento: ad esempio i docenti della materia più vicina al tema, come scienze, nello svolgere la parte di programma sull’apparato digerente affrontano temi che riguardano la corretta educazione alimentare.

Nel continuo tentativo di avvicinare studenti e studentesse al latino in modo dinamico e appassionante, dunque, nella scuola in cui insegno abbiamo pensato di coinvolgere la classe in un “compito di realtà” che coniuga l’interesse per l’alimentazione e l’approfondimento di aspetti della civiltà e della letteratura latine: l’organizzazione di una cena romana.

In età imperiale si registra un grande interesse per la preparazione di cibi sempre più raffinati e ricercati, tanto che i cuochi iniziano ad assumere un ruolo più importante di quello che emerge, per esempio, dalle commedie plautine. Lo testimonia il successo del De re coquinaria, il più famoso ricettario dell’antichità, attribuito al cuoco Marco Gavio Apicio, vissuto a cavallo tra il I sec. a.C. e il I d.C. e attivo sotto l’imperatore Tiberio. Le sue ricette mostrano un’attenzione ben più elaborata per il cibo rispetto a quella attestata dal De agri cultura di Catone il Censore (II sec. a.C.), paladino della tradizione culinaria all’insegna della frugalità che caratterizzava i Romani di età repubblicana.

È opportuno dedicare un paio di lezioni introduttive alla presentazione di questi due autori e delle loro opere, in particolare per Apicio, che non rientra nei programmi scolastici. L’attività, poi, si svolge secondo le seguenti modalità. La classe viene suddivisa in gruppi omogenei e a ciascuno di essi è affidata la lettura e la traduzione di una ricetta di Apicio o di una di Catone, in modo da formare un menù completo ed equilibrato, dal quale vengono ovviamente escluse le preparazioni più esotiche e non usuali come il pappagallo o le lingue di usignolo. Sarà anche l’occasione per un interessante confronto tra due modelli diversi di latino, appartenenti a epoche distanti due secoli. Considerando l’epoca in cui vive Apicio, il compito di realtà può essere proposto in particolare alle classi dell’ultimo anno del Liceo Classico o Scientifico per permettere di contestualizzarne l’opera all’interno di una società sempre più gaudente e raffinata (come ci ricorda la mirabile narrazione petroniana della cena di Trimalchione) con la quale è possibile instaurare un parallelismo anche a livello linguistico, in quanto entrambi esempi di sermo vulgaris.

A questo punto la classe è pronta per mettere in scena una vera e propria cena romana. Nel nostro caso, con l’aiuto di personale di cucina abilitato, abbiamo sfruttato gli ambienti della mensa scolastica e riprodotto un menù di 2000 anni fa. I commensali, prevalentemente colleghi e genitori, hanno potuto così gustare delle ricette originali, scelte ovviamente tra le più convenzionali, mentre il celebre garum, condimento onnipresente nella cucina romana ma oggi quasi impossibile da riprodurre, è stato sostituito dal suo più diretto discendente: la colatura di alici. La cena è stata accompagnata dalla lettura delle ricette originali in latino a cui è seguita la traduzione, curata dai ragazzi e dalle ragazze coadiuvati dai docenti.

Un modo senz’altro originale e divertente per coinvolgere studenti e studentesse nell’approfondimento di un aspetto della civiltà latina che la avvicina così tanto alla nostra.

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