La rubrica Insegnare latino oggi offre spunti di riflessione e suggerimenti utili per una didattica coinvolgente e innovativa, ma soprattutto per ridare centralità a una materia così importante. Grazie al contributo di docenti e di esperti ed esperte di didattica del latino, ogni mese viene lanciata una proposta utile per la discussione e il lavoro con le classi del biennio e del triennio.
Confessiamolo: all’inizio chi non è mai stato spiazzato dal latino, smarrito tra formule enigmatiche quasi fossero gli incantesimi di mago Merlino? A maggior ragione, oggi, nuove sfide didattiche ci stimolano a renderne più coinvolgente e inclusivo lo studio, nel rispetto dei vari bisogni educativi.
In particolare, per chi è alle prime armi, uno degli scogli più ostici è sempre stata la versione: come rendere meno perturbante questo fondamentale momento formativo, costruendo competenze solide e durature e magari divertendosi in un’ottica multidisciplinare?
Ipotizziamo di aver completato la prima declinazione e gli aggettivi della prima classe, nonché l’indicativo presente attivo di tutte le coniugazioni; tra i prerequisiti, consideriamo svolti anche alcuni dei principali complementi. Quale esercizio in vista della verifica, proiettiamo alla LIM la seguente favola di Fedro, condivisibile sulle principali piattaforme, comodamente consultabile dal proprio device.
Oltre a font ad alta leggibilità, usiamo dei facilitatori cromatici per enucleare le desinenze nominali, poniamo in grassetto i verbi ed evidenziamo i complementi, per agevolare una migliore comprensione della costruzione della frase.
Isoliamo quindi alcuni vocaboli collegandoli a immagini, così da agevolare, per comparazione immediata, l’assimilazione del loro significato. In questo modo, guadagniamo una migliore consapevolezza metalinguistica, per esempio, sui rapporti tra italiano e latino (vedi mica, “briciola”, da cui l’uso avverbiale di “poco”; industria, “laboriosità”, quindi “luogo di produzione”).
Analoghe considerazioni valgono per i verbi, cui colleghiamo espressioni proverbiali, utili per l’apprendimento lessicale in forza di affondi nel riuso dei termini (vedi laboro > massima benedettina ora et labora) o sulla loro etimologia (desiderat > de + sidera, lett. “dalle stelle”, nel senso di togliere una stella dal cielo per trovare la via ai nostri sogni).
Per rendere tutto un po’ più challenging, se la lezione è stata partecipata con profitto dalla classe, prevediamo quale “ricompensa” degli sforzi traduttivi un breve spazio di lettura comparata tra le riscritture della fabula (da Gianni Rodari a Trilussa!), così che, cogliendone insieme analogie e differenze, si comprenda la vitalità e la perenne traducibilità di una lingua nient’affatto morta.
Se anche voi siete appassionati del latino, se considerate questa materia essenziale per la formazione e la crescita, se avete proposte didattiche e idee da condividere con colleghi e colleghe scriveteci a insegnare.latino.oggi@gmail.com.