Se all’aria aperta talvolta possiamo essere esposti agli effetti nocivi di diverse sostanze inquinanti, siamo davvero al sicuro negli spazi chiusi come le nostre abitazioni, le aule, i mezzi di trasporto?
La qualità dell’aria negli spazi cosiddetti confinati o indoor è molto importante perché rappresenta la quota principale che respiriamo durante la giornata; vediamo di caratterizzare quale tipo di contaminanti possono rappresentare rischi significativi per la nostra salute.
La società ASHRAE, che opera a livello mondiale nel caratterizzare i diversi aspetti che sono associati al benessere dell’uomo, si interessa anche della condizione dell’aria indoor di cui fornisce una definizione orientativa per attestare la sua buona qualità: “l’aria verso la quale la maggioranza degli occupanti (>80%) non esprime insoddisfazione e nella quale non vi sono contaminanti in misura pericolosa”. (pubblicazione 62/99 “Ventilation for acceptable indoor air quality”).
Il problema aumenta in funzione dell’aumento dei costi energetici della nostra società; possiamo infatti considerare che a pari passo con la necessità di risparmio energetico (dalla crisi energetica del 1973, fino alle continue oscillazioni del costo del petrolio dei nostri giorni) sono aumentate le strategie nelle abitazioni per favorire l’isolamento termico, limitando al massimo i ricambi d’aria.
Che aria respiriamo in casa?
Negli spazi confinati oltre ai possibili inquinanti esterni presenti nell’atmosfera, nella rete di distribuzione dell’acqua o nel sottosuolo (come il radon), si aggiungono:
- quelli conseguenti ai materiali di costruzione, di arredamento e di rivestimento delle pareti;
- quelli dovuti alla presenza degli occupanti viventi delle abitazioni, relativi al loro metabolismo, alle loro attività e abitudini;
- quelli dovuti agli elettrodomestici e alle diverse apparecchiature presenti per i processi di combustione, conservazione degli alimenti e condizionamento dell’aria;
- quelli chimici presenti ad esempio nei prodotti per la pulizia.
Da non sottovalutare ulteriori aggravanti rappresentate dalla presenza di polvere, particolarmente incrementata per effetto del fumo di sigaretta, dal grado di umidità che condiziona la colonizzazione di microrganismi per lo sviluppo di muffe e dalle possibili interazioni chimiche e fisiche tra i diversi tipi di contaminanti.
Un esempio semplice di interazione tra contaminanti è il seguente. Si può verificare che la polvere offre facili condizioni di sviluppo ai microrganismi; se una superficie coperta di polvere viene riscaldata si genera un movimento convettivo che permette una maggiore dispersione nell’aria dei microrganismi.
Lo spazio confinato si identifica così per un particolare microclima determinato da:
– umidità relativa (UR);
– temperatura dell’aria (Ta),
– temperatura delle superfici (Ts) e temperatura media radiante (Tmr);
– velocità dell’aria (Va) e ricambio di aria naturale o forzato.
Attenzione ai POP
Questo acronimo si riferisce agli Inquinanti Organici Persistenti (Persistent Organic Pollutants), una gamma variegata di sostanze con decomposizione lenta, molto tossici per l’uomo; entrano nelle nostre abitazioni attraverso varie sorgenti: il particolato atmosferico, i processi di combustione in cucina o di riscaldamento, possono liberarsi dai materiali di costruzione, dagli arredi, dalle vernici, come VOC (composti organici volatili come la formaldeide) o IPA (idrocarburi policiclici aromatici come il benzo(a)pirene).
La convenzione di Stoccolma, in vigore dal 2004, si impegna a controllare la diffusione dei POP e ad aggiornare gli elenchi che purtroppo si allungano con il passare degli anni. Il regolamento UE 2019/2021 adempie a questa convenzione e collabora con l’ECHA, Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, per individuare le nuove sostanze POP a tutela della popolazione.
ATTIVITA’
1) Con l’aiuto di IA imposta una ricerca sul tipo di sorgente (fornello a gas, tappezzeria, …) ed il corrispondente inquinante indoor, quindi organizza i risultati su una tabella a due colonne.
2) Chiedi informazioni specifiche al tuo chatbot sulla indoor chemistry; interroga in particolare sulle reazioni di ossidazione, idrolisi, in fase omogenea gassosa ed eterogenea con i loro specifici effetti. Domanda infine di distinguere tra emissioni primarie e secondarie dei composti chimici utilizzati per la produzione dei diversi materiali. Ricordati di citare sempre le fonti e verificare la loro attendibilità.
3)Seleziona un’immagine del chatbot che evochi l’inquinamento dell’aria indoor e condividila con i tuoi compagni.