I virus respiratori: un'indagine epidemiologica per la classe

I virus respiratori: un'indagine epidemiologica per la classe

Con l’arrivo dell’autunno, i cosiddetti malanni di stagione si fanno più frequenti. I sintomi comuni interessano le vie aree e si manifestano tipicamente con naso chiuso e che cola, tosse e mal di gola. Associata a questi sintomi può comparire anche la febbre.
Le cause più frequenti sono i virus appartenenti a diverse famiglie, tra cui i virus dell’influenza, i rhinovirus, il virus respiratorio sinciziale, i virus parainfluenzali, gli adenovirus e i coronavirus, tra cui c’è SARS-CoV-2 (il virus responsabile del COVID-19).

Perché i virus ci infettano preferenzialmente in autunno e inverno?

Al contrario di come spesso si pensa, non è legato direttamente al freddo!
In assenza del virus, infatti, l’esposizione alle basse temperature non è sufficiente a causare la patologia. Quello che invece le ricerche suggeriscono è che a basse temperature il sistema immunitario innato è meno efficace e questo rende più semplice la replicazione dei virus nelle nostre vie aeree superiori. Ad esempio l’epitelio del nostro naso, essendo esposto all’aria esterna, è generalmente a temperature inferiori rispetto ai 36°C corporei e ovviamente risente della temperatura dell’aria esterna.
Inoltre, le condizioni autunnali e invernali di temperatura e umidità determinano una maggiore resistenza dei virus nell’ambiente.
La trasmissione di questi virus è facilitata anche da aspetti comportamentali: quando fa freddo si passa più tempo al chiuso, in ambienti più densi di persone, e con minore ricambio d’aria.

Come facciamo a riconoscere quale virus ci ha infettato?

L’unico modo certo per identificare l’agente patogeno è un test diretto alla rilevazione del genoma virale. Tuttavia ci possono essere caratteristiche specifiche in termini di sintomi e stagionalità.
Il virus dell’influenza ha spesso un esordio con febbre alta che può arrivare anche a 39°-40°C corporei. Oltre alla febbre, può causare tutti gli altri sintomi respiratori. Generalmente la stagione influenzale ha il suo picco a gennaio, con annate speciali in cui può anticipare a dicembre.
Il SARS-CoV-2, come abbiamo imparato nella recente pandemia, può avere una sintomatologia molto diversa: dall’assenza di sintomi al causare insufficienza respiratoria. Avendo ormai tutti acquisito l’immunità o tramite infezione o tramite vaccinazione, la popolazione generale ha tendenzialmente sintomi più lievi, ma uno dei tratti caratteristici di questo virus è la possibile perdita di gusto e odorato.
Il virus respiratorio sinciziale negli adulti causa i classici sintomi respiratori, ma è pericoloso soprattutto per i neonati perché, avendo delle vie aeree di dimensioni ridotte, in seguito all’infezione incorrono in un maggiore rischio di ostruzione con conseguenti difficoltà respiratorie.  
I classici virus del raffreddore, i rhinovirus, sono invece generalmente associati a tosse e naso chiuso, la febbre è leggera e compare in seguito all’insorgenza dei sintomi respiratori.

Cosa possiamo fare prima o quando ci ammaliamo?

La migliore arma è sempre la prevenzione!
Abbiamo a disposizione vaccini per SARS-CoV-2 e per il virus dell’influenza. Il vaccino antinfluenzale è raccomandato annualmente per alcune categorie, tra cui i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e le persone con età superiore ai 60 anni. Nel 2023 l’Unione Europea ha inoltre approvato l’uso del vaccino per il virus respiratorio sinciziale nei neonati sotto i 6 mesi e negli adulti over 65 per prevenire le complicanze associate a quest’infezione.
Una volta che i virus ci infettano, per limitare i danni possiamo assumere alcuni farmaci antivirali, ma questi sono generalmente somministrati a delle categorie di persone a rischio e devono essere prescritti da un medico. Ad esempio, abbiamo farmaci specifici per il virus influenzale e per SARS-CoV-2.
Probabilmente vi sarà capitato di prendere del paracetamolo o dell’ibuprofene per contrastare i sintomi respiratori, ma l’effetto è unicamente legato all’alleviare i sintomi. I farmaci antinfiammatori e antipiretici, infatti, non hanno alcun effetto sul virus, la cui infezione avrà la stessa durata che avrebbe avuto in assenza di questi farmaci.
Farmaci da non assumere nel caso di infezioni virali respiratorie sono gli antibiotici: questi infatti sono attivi solamente sui batteri, e la loro assunzione, oltre a essere inutile, è dannosa perché può causare lo sviluppo di resistenza che renderebbe gli antibiotici inefficaci in presenza di infezioni batteriche.


Attività didattica

Realizza un’indagine epidemiologica in classe e in famiglia.
Quante persone hanno sintomi respiratori o sono state malate recentemente? Quali sono i sintomi più frequenti? In che fascia di età sono più frequenti le infezioni respiratorie? C’è una correlazione con la vaccinazione?
Puoi scaricare la tabella qui.

NOMEETA’TOSSERAFFREDDOREFEBBREMEDICINALIVACCINAZIONEAltri sintomi
        
        

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