Nel mondo educativo, l’Intelligenza Artificiale Generativa (IAG) sta guadagnando un ruolo sempre più centrale, promettendo di rivoluzionare il modo in cui insegniamo e apprendiamo, anche se al momento non è chiaro se nel bene o nel male.
L’uso ragionato dell’IA generativa ha il potenziale innovare e trasformare l’approccio didattico dell’insegnamento non solo automatizzando procedure ripetitive, ma anche supportando la progettazione di Unità di Apprendimento, attività didattiche collaborative, rubriche di valutazione e correzione di elaborati. Può adattare il materiale didattico alle preferenze di apprendimento e agli interessi di ogni studente, rendendo gli ambienti di apprendimento finalmente inclusivi (l’inclusione reale è spesso lontana anni luce da quella burocratica) e a misura di ciascuno studente, promuovendo un apprendimento più coinvolgente e efficace, monitorando i progressi in tempo reale e modellando il processo di apprendimento sui livelli effettivamente raggiunti.
Gli studenti, da parte loro, sebbene più avanti nell’intercettare le potenzialità delle tecnologie digitali, tendono ad utilizzare l’IAG non in senso virtuoso e più come una nuova Wikipedia, da cui “trarre ispirazione” (copiare) senza ottenere vantaggi reali, se non la diminuzione del carico di lavoro e allo stesso tempo dell’apprendimento! Una recentissima ricerca pubblicata su Il Sole 24 Ore sembra confermare questa tendenza, ed è un vero peccato visto che gli strumenti di IAG potrebbero essere splendidi facilitatori dell’apprendimento autonomo e collaborativo, funzionando come tutor personalizzati per aumentare conoscenze, abilità e anche life skills come il pensiero critico. Ad esempio, l’ultima versione di ChatGPT, la 4°, permette di dialogare con la IA come se ci si trovasse in presenza di un’altra persona, utile per perfezionare la fluency in una lingua straniera.
Se si continua ad assegnare compiti a casa di carattere compilativo (riassunti, ricerche, creazione di slides), che fino all’avvento del Web o di Wikipedia potevano anche avere un senso, gli studenti continueranno a utilizzare la IAG in maniera distorta e riduttiva rispetto alle reali potenzialità. Serve un cambio di passo, che deve necessariamente iniziare dalla Scuola che altrimenti rischia di arrendersi e rinunciare al suo ruolo educativo.
Ecco perché un gruppo di insegnanti dell’Isis Europa coordinati dal prof. Roberto Castaldo ha sentito l’esigenza di ragionare assieme, di affrontare le diverse problematiche in gioco, e ha deciso di creare il Manifesto dell’Intelligenza Artificiale Generativa a Scuola (MIAS), che si presenta come una guida essenziale per dirigenti scolastici e insegnanti.
Il MIAS è composto da due distinti documenti, uno dedicato agli studenti e un altro a insegnanti e dirigenti; ognuno di essi è formato da 10 principi di base, a ciascuno dei quali corrispondono 5 linee guida, per un totale di ben 50 linee guida, che sottolineano l’importanza di un approccio responsabile e consapevole all’IA, auspicando il rispetto di principi etici e la salvaguardia della privacy, favorendo l’uso della tecnologia e delle applicazioni IA in modo equo e inclusivo.
Isis Europa ha iniziato a farlo conoscere – con seminari illustrativi e con corsi di aggiornamento – a studenti e colleghi, e sta utilizzando le IAG in maniera sempre più pervasiva nell’ambito di progetti e attività didattiche, come ad esempio la creazione del prodotto www.fugadaterribilandia.it, nel quale applicazioni Web di IAG sono state utilizzate dagli insegnanti some supporto per la progettazione delle attività didattiche (UdA, Thinking Routine, Rubriche di Valutazione), e dagli studenti per migliorare la leggibilità dei testi e creare tutti gli elementi grafici – anche quelli immersivi – che caratterizzano il prodotto finale.
Ma non è tutto: il manifesto incoraggia con forza e convinzione la comunità scolastica a partecipare attivamente e a collaborare nell’adattare e migliorare continuamente le linee guida: tutti i colleghi interessati possono decidere di entrare a far parte del gruppo di lavoro che attualmente è composto da oltre 50 colleghi e professionisti e che si pone l’obiettivo di diffondere e perfezionare ulteriormente il manifesto.
Il MIAS rappresenta quindi una risorsa preziosa per l’intera Comunità Educativa, oggi più che mai alla ricerca di un punto di riferimento affidabile per affrontare un’onda trasformativa piena allo stesso tempo di incognite e di promesse. Risulta dunque utile e ragionevole convergere sul MIAS, consultarlo e adottarlo non come atto di resa nei confronti della tecnologia, ma come momento di discontinuità rispetto all’immobilismo degli anni passati e, soprattutto, come una vera e propria “chiamata alle armi pedagogiche”.
Sì, perché nelle nostre Scuole urge piegare finalmente la tecnologia alla pedagogia e dar vita inderogabilmente a un nuovo patto tra insegnanti e studenti, nel cui ambito entrambe le parti sappiano ridisegnare i propri ambiti e i propri ruoli, allo scopo di essere tutti pronti a navigare e plasmare un presente e un futuro in cui l’IAG sarà – piaccia o no – onnipresente, anche se…
Nessun calcolatore – per quanto “intelligente” – potrà sostituire la più straordinaria e meravigliosa macchina pensante mai esistita su questo e altri pianeti, il nostro Cervello!
Ecco, adesso tocca a te: consulta il manifesto, comprendine le solide radici pedagogiche, fallo conoscere ai tuoi colleghi e ai tuoi studenti, coinvolgi l’intera comunità scolastica e, come recita il primo principio del Manifesto, “abbraccia la IAG come ausilio per la didattica”!