È noto che il percorso formativo di ogni allievo necessiti di azioni connesse, coerenti e sistematiche tra tutti i docenti di una classe. Secondo il recente rapporto dell’UNESCO “Re-immaginare i nostri futuri insieme. Un nuovo contratto sociale per l’educazione”, gli e le insegnanti creano conoscenza attraverso la ricerca-azione, il problem solving e la sperimentazione di nuove tecniche.
Il percorso di insegnamento apprendimento dipende da molteplici fattori sempre più complessi ed interdipendenti; tra questi, la collaborazione tra docenti di diverse discipline è indispensabile per guidare gli allievi in percorsi laboratoriali di ricerca-azione che stimolino connessioni tra i saperi.
Dalla pianificazione e progettazione multi o interdisciplinare alle azioni didattiche per la classe o il singolo allievo, è necessario un ambiente di lavoro collaborativo che permetta al team docente di seguire tutti i percorsi didattici, tenere traccia delle prestazioni degli alunni, analizzare i bisogni formativi e riprogettare le azioni differenziate a seconda delle necessità, trovando nella teoria del ciclo di Deming o di PDCA (Plan-Do- Check-Act) un riferimento fondamentale. Si tratta di un metodo di gestione dei processi diffuso a livello internazionale e fortemente applicato nel settore scolastico e nella Pubblica Amministrazione.
Negli ultimi 20 anni, il modello CAF (Common Assessment Framework) è stato promosso a livello europeo e nazionale come strumento di analisi e miglioramento per la qualità nella Pubblica Amministrazione. A scuola, il ciclo PDCA viene utilizzato per gestire e migliorare continuamente i processi didattici, applicandolo ai fattori abilitanti, ai processi e ai risultati, e assegnando priorità nella soluzione dei problemi. Questo processo può attivarsi sia a livello macro che a livello micro nella singola classe e permette una scrupolosa analisi delle fasi di progettazione, azione, controllo e riprogettazione per il miglioramento continuo. Il successo del processo di miglioramento dipende dal livello di condivisione delle diverse fasi: non si tratta di una analisi a cura dei vertici dell’organizzazione quanto invece un processo condiviso dall’intera comunità.
Nell’A.S. 2013-14, l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Acireale, nello sviluppare un sistema che favorisse la collaborazione tra la comunità educante al fine di mettere lo studente al centro, ha portato avanti un’attenta analisi del contesto di riferimento adottando il modello CAF Education. Il modello ha permesso alla scuola di riunirsi per discutere ed elaborare un percorso di cambiamento orientato verso una visione di sviluppo olistica, condivisa e partecipata partendo dall’analisi di un problema del territorio. Inoltre, è stata promossa la cultura della valutazione dei processi d’innovazione e dellla misurazione dell’impatto. Sono state consolidate procedure di lavoro e pratiche educativo-didattiche attente alla persona, rilevando la motivazione degli studenti e i tassi annuali di dispersione scolastica.
Con l’incoraggiamento della riforma del sistema di valutazione nella scuola primaria, in vigore dal gennaio 2020, si è deciso di sfruttare il potenziale degli strumenti digitali per integrare questi processi di analisi, valutazione e misurazione nella cultura organizzativa dell’istituto. Questo ha portato alla creazione di un’agenda digitale del docente, focalizzata sulla progettazione e valutazione, integrando il ciclo di PDCA a livello di gruppo classe.
L’agenda digitale che ha preso il nome di S.A.P.I.E.N.S. (Sistema per Adattare la Progettazione di Itinerari Educativi ai Nuovi Sapiens) permette ai docenti di:
1) tracciare i percorsi individuali dello studente e della classe;
2) progettare ancorando coerentemente le attività agli obiettivi, ai traguardi di competenza e alle abilità cognitive di Bloom;
3) supportare il corpo docente nella co-progettazione continua di attività interdisciplinari;
4) riflettere sui progressi e individuare gli obiettivi da perseguire nel ciclo continuo di autovalutazione e miglioramento, applicato non più all’organizzazione dell’istituto, ma alle pratiche di insegnamento e apprendimento.
L’implementazione dell’agenda digitale ha permesso alla scuola di raggiungere obiettivi a medio-lungo termine, in linea con una visione strategica che pone al centro il benessere e la motivazione di docenti e alunni/e. In particolare, il progetto S.A.P.I.E.N.S ha rafforzato la coesione della comunità professionale, permesso di seguire i percorsi individuali degli alunni all’interno del gruppo e di sperimentare costantemente pratiche didattiche innovative con l’obiettivo di elaborare un progetto educativo inclusivo che sblocchi il potenziale di ogni membro della comunità. Tra i metodi adottati figurano il modello Senza Zaino, l’Outdoor, il Service Learning e il Dialogo Euristico.
In conclusione, l’adozione di un’agenda digitale rappresenta un significativo passo avanti nella gestione dei processi educativi, fornendo strumenti essenziali per alleggerire i carichi organizzativi e raggiungere obiettivi comuni. Il project management, con il ciclo PDCA e la mappa degli stakeholder, offre metodologie che stimolano riflessioni sistemiche e azioni strategiche. Incentivare la partecipazione di docenti e dirigenti a corsi di formazione e workshop basati su queste metodologie può favorire la collaborazione e la co-progettazione strategica, essenziali per una scuola dinamica e innovativa.
La chiave del successo dell’agenda digitale risiede nella sua costante aggiornabilità da parte di tutti i membri della comunità scolastica. La documentazione e la rendicontazione dei processi educativi permettono di costruire una visione a lungo termine, adattabile e flessibile alle esigenze in continua evoluzione del contesto scolastico. Ogni scuola deve trovare il proprio approccio creativo per attivare questi processi, incoraggiando la partecipazione attiva di tutti.
La gestione della diversità nelle classi eterogenee rappresenta una sfida per i docenti, che devono affrontare differenze linguistiche, culturali, cognitive e sociali tra gli studenti. La necessità di tracciare i percorsi individuali all’interno del gruppo, promuovendo una visione globale e integrata dell’insegnamento, richiede strumenti e ambienti che facilitino la collaborazione tra colleghe. L’agenda digitale, in questo senso, diventa un alleato prezioso, supportando la creazione di connessioni tra i saperi e la promozione di una comunità professionale coesa.
In definitiva, l’implementazione di un’agenda digitale non solo migliora l’efficienza organizzativa, ma promuove anche una cultura scolastica inclusiva e collaborativa, dove ogni membro della comunità educativa può contribuire al meglio delle proprie capacità, garantendo così un percorso formativo arricchente e personalizzato per ogni studente.