Convenzionalmente la primavera comincia il 21 marzo, il giorno di San Benedetto da Norcia. In realtà l’inizio della stagione dipende dall’equinozio di primavera che, a causa del movimento di rivoluzione della Terra, non avviene ogni anno lo stesso giorno. Quest’anno, ad esempio, sarà il 20 marzo.
Emergenze educative in Italia
L’inizio della primavera è da sempre legato all’idea di risveglio della natura, di rinascita e di prosperità. Può essere un momento di riflessione anche per ripensare alle sfide che la scuola italiana deve affrontare e per trovare nuove soluzioni. Il Rapporto ASviS 2023 ha individuato la dispersione scolastica, esplicita e implicita, come la più grave emergenza educativa per l’Italia. Anche se la percentuale di abbandono scolastico è in diminuzione negli ultimi anni (dal 13,3% nel 2019 al 11,5% nel 2022), rimangono profonde differenze territoriali: è pari al 15,1% nel Mezzogiorno, all’8,2% al Centro e al 9,9% al Nord. Preoccupante anche la dispersione implicita, ovvero l’inadeguatezza del bagaglio di conoscenze possedute al termine degli studi. Secondo i dati dell’indagine internazionale Ocse-Pisa del 2023, nel 2022 solo il 60% delle ragazze e dei ragazzi di 15 anni ha raggiunto livelli di competenza di base in matematica, scienza e comprensione del testo. L’Italia è in linea con la media dei Paesi Ocse per le competenze matematiche, oltre la media per la comprensione del testo e al di sotto per le conoscenze scientifiche. La pandemia ha causato un peggioramento delle competenze di base acquisite da studentesse e studenti e aumentato le disuguaglianze territoriali; allo stesso tempo l’emergenza sanitaria è stata un’occasione per riflettere sui problemi del sistema scolastico italiano, dalle esigenze dei giovani al sovraccarico della scuola.
I patti educativi di comunità
Per affrontare i problemi emersi durante la pandemia o aggravati dall’emergenza sanitaria, a giugno 2020 il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) ha introdotto i patti educativi di comunità con cui si permette a enti locali, istituzioni, scuole e realtà del Terzo settore di un determinato territorio di sottoscrivere accordi di collaborazione. Sono strumenti utili per migliorare il contesto formativo, contrastare la dispersione scolastica e ridurre il divario educativo. Nel rapporto “Patti educativi territoriali e percorsi abilitanti. Un’indagine esplorativa” realizzato dal Forum Disuguaglianze e Diversità sono state analizzate le esperienze di 15 patti educativi realizzati sul territorio nazionale. La ricerca non ha individuato un modello unico, ma ha permesso di evidenziare alcuni punti in comune tra le iniziative analizzate: i patti hanno l’obiettivo di sviluppare competenze trasversali; le risorse pubbliche a disposizione sono carenti; i progetti contribuiscono al miglioramento del conteso sociale e all’innovazione scolastica. Per avere un impatto concreto i patti educativi di comunità devono diventare strumenti di policy ordinaria. Come sottolinea il vademecum pubblicato dalla Rete EducAzioni, occorre istituire un sistema di governance integrata che promuova la collaborazione tra tutti i soggetti della comunità educante, dalle scuole ai comuni, dagli enti del Terzo settore ai giovani.
Riflettere sulle esperienze positive già presenti sul territorio italiano e sulle possibili difficoltà di collaborazione tra i diversi attori coinvolti è un punto di partenza per immaginarsi una “primavera” del sistema scolastico e per costruire la scuola del futuro.
Il 21 marzo 2024 Andrea Morniroli del Forum Disuguaglianze e Diversità e della cooperazione sociale Dedalus, analizza le possibilità offerte dai patti educativi delle comunità educanti, presentando azioni concrete e best practice.
L’incontro costituisce il quarto appuntamento del ciclo di webinar “La scuola verso il futuro. Orientarsi nella complessità dell’Agenda 2030”, realizzato dall’ASviS e Deascuola.