I docenti come attori di cambiamento: due proposte per trasformare l’educazione 

I docenti come attori di cambiamento: due proposte per trasformare l’educazione 

Da dove nascono i processi di innovazione nelle vostre scuole?  
Alcune volte l’innovazione nasce in maniera spontanea o accidentale, senza che ci rendiamo veramente conto di star facendo nascere qualcosa di nuovo. In questo caso l’innovazione è originale e nasce “dal basso”. Altre volte l’innovazione viene “importata” da qualche docente che ha conosciuto quella pratica innovativa in un’altra scuola o tramite un percorso di formazione e prova a sperimentarla anche nella nostra scuola. Altre volte l’innovazione viene più o meno “imposta” dall’alto o dalle condizioni esterne (vedi la necessità di innovazione dovuta alle conseguenze della crisi pandemica).  

Tuttavia, qualsiasi sia la loro genesi, per poter prendere piede e radicarsi nelle nostre scuole i processi di innovazione necessitano di un’interiorizzazione condivisa dell’urgenza di cambiamento e di una forte visione pedagogica e sociale di futuro. Negli ultimi mesi alcune organizzazioni internazionali stanno proponendo delle visioni pedagogiche e sociali di trasformazione che investono la professione docente e che provano dunque a stimolare i processi di innovazione. 

Il Transforming Education Summit, che si è tenuto a New York il 16, 17 e 19 settembre 2022 con l’obiettivo di mobilitare azioni, solidarietà, ambizioni e soluzioni da parte di tutti gli Stati e della comunità educante per contrastare la crisi educativa emergente, ha aperto delle riflessioni significative nel dibattito politico e pedagogico attorno alle scuole e agli insegnanti lanciando proposte piuttosto sfidanti. Una di queste è contenuta nel “Vision Statement” del Segretario Generale delle Nazioni Unite che, introducendo le diverse linee d’azione sulle quali confrontarsi, pone l’attenzione sul ruolo degli insegnanti all’interno del contesto di trasformazione.  

È ormai risaputo che gli insegnanti costituiscono l’ossatura di un buon sistema educativo. Tuttavia il Segretario Generale delle Nazioni Unite è convinto che per poter rimanere efficaci e mantenere fede al loro ruolo sociale essenziale sia necessario un cambiamento nel modo con il quale gli insegnanti intendono il proprio mestiere e le loro responsabilità. Secondo quanto contenuto nel Vision Statement il grande passo da compiere sarebbe quello di mettere i docenti nelle condizioni “di trasformare se stessi per diventare degli attori di cambiamento”, diventando produttori di nuova conoscenza, facilitatori e guide per la comprensione di una realtà sempre più complessa. Per farlo si propongono delle azioni in quattro aree specifiche: 

  1. Espandere l’autonomia e le capacità degli insegnanti affinchè possano ri-disegnare, interpretare e adattare il “programma”. 
  1.  Rendere la professione docente più attrattiva per le giovani generazioni lavorando sulle condizioni di lavoro e lo status sociale. In particolare si pone l’accento sulla gestione e implementazione di un sistema di carriere e meccanismi promozionali per favorire uno sviluppo professionale nel tempo. (N.B. a livello internazionale uno dei problemi emergenti che l’Italia ancora non ha è il fenomeno del “teacher shortage”, la carenza di personale: pochissime persone scelgono di insegnare a fronte di molte che vanno in pensione o che lasciano la professione per esaurimento) 
  1. Monitorare e valutare l’insegnamento per promuovere responsabilità nei docenti e assicurare il raggiungimento degli obiettivi educativi e l’uso efficiente degli investimenti (N.B. visti gli impegni del PNRR sulla scuola questo punto parla molto al nostro paese) 
  1. Assicurare la partecipazione degli insegnanti nella formulazione delle politiche educative e delle trasformazioni pedagogiche. 

Parallelamente e a sostegno di queste proposte, il recente lavoro dell’UNESCO intitolato “Reimagining our futures together. A new social contract for education”, nel capitolo dedicato agli insegnanti si è spinto a proporre una radicale revisione del modo con il quale siamo abituati ad intendere la professione docente. Infatti, dopo aver sottolineato la rinnovata importanza della centralità dei saperi ed aver messo in luce la rilevanza di una pedagogia di cooperazione e di solidarietà, UNESCO propone una revisione e rivalutazione dell’insegnamento come uno sforzo e una professione collaborativa, che proprio grazie al confronto e al dialogo fra docenti e studenti può generare nuova conoscenza in un’ottica trasformativa. L’insegnamento, secondo quanto riporta il Rapporto UNESCO, non può più essere pensato come “un individuo che accompagna uno studente attraverso delle attività o lezioni dietro alla porta dell’aula chiusa”. L’insegnamento deve essere pensato come tutto ciò che accade attraverso la scuola con gli altri educatori e al di fuori dell’aula. Tale approccio investe riflessioni di carattere pedagogico, interessa i tempi e gli spazi di apprendimento, il curriculo implicito ed esplicito e le relazioni interpersonali ed intergenerazionali che fanno respirare la scuola. 

Queste due proposte pedagogiche (mettere i docenti nelle condizioni di trasformare se stessi per diventare attori di cambiamento e rivalutare l’insegnamento come una professione collaborativa) che possono sembrare molto lontane in realtà, se tradotte in maniera concreta sotto forma di domande, sono un potente invito all’innovazione perché richiedono e aprono la porta al contributo di tutti e di ciascuno nella trasformazione dei nostri sistemi educativi. 

  • Come percepiamo il nostro lavoro e come lo comunichiamo all’esterno, alle famiglie, agli studenti, agli altri colleghi? 
  • Quali azioni di cambiamento della scuola rientrano nella mia sfera di azione e nelle mie possibilità? Quali altre non dipendono da me? 
  • Cosa posso trasformare nelle mie pratiche quotidiane di insegnamento? 
  • Come costruisco nuova conoscenza insieme agli studenti?  
  • In cosa e come collaboriamo fra docenti? Come potremmo farlo meglio ed in maniera più efficace? Cosa si trasformerebbe se adottassimo una pedagogia cooperativa? 

E molte altre domande…. 

Il dibattito si è appena aperto, scriveteci per raccontarci le vostre azioni di trasformazione e come state interpretando il vostro ruolo come attori di cambiamento!

Leggi anche

Il lessico latino: le radici delle lingue romanze
Una torta da dividere con un chat bot
L’angolo del libraio: consigli di lettura per il biennio #7 Natale al femminile, a cura di Eleonora Carantini
Questo l'hai letto? #34 ‘Hikikomori’ di A. Rizzi, F. Silei
Una lettera famosa: Plinio il Giovane descrive l'eruzione del Vesuvio
La musica degli oscillatori elettromagnetici: il theremin