Il Cooperative Learning: origini e sue applicazioni

Il Cooperative Learning: origini e sue applicazioni

Le origini del Cooperative Learning sono datate agli inizi del 1970, quando ricercatori di psicologia sociale furono sensibili alla necessità di integrare culture e diversità. Attraverso la ricerca il loro approccio si sviluppò a documentare che non solo le loro proposte di attività da svolgere in classe miglioravano l’interazione insegnante-studenti e studenti-studenti, ma anche favorivano l’apprendimento, lo sviluppo di abilità sociali, la motivazione, inoltre, gli studenti erano meno ansiosi e la loro autostima cresceva grazie al contesto che si creava in classe.

Negli anni successivi, ulteriori conferme vennero da teorie più generali come il socio-costruttivismo (l’apprendimento è una costruzione attiva e ha radici nella interazione con gli altri).

Le origini

Sebbene si possano trovare intuizioni più antiche, in genere le origini vengono fatte risalire a Kurt Lewin, uno psicologo sociale fuggito al nazismo ed emigrato negli Stati Uniti nel 1933. Egli, contro molte opinioni ricorrenti dall’inizio del secolo, definì il gruppo come una realtà caratterizzata dalla interdipendenza dei suoi membri: un insieme di persone tra loro interconnesse per conseguire un obiettivo condiviso. Esse, semplicemente, condividono uno slogan: “O ci salviamo tutti o moriamo tutti”.

L’importanza dell’obiettivo condiviso fu evidenziata da un suo allievo (Morton Deutsch),  uno dei primi ricercatori del Cooperative Learning. Deutsch, già in una pubblicazione del 1949, aveva osservato che gli studenti universitari si comportavano diversamente a seconda che tra loro si instaurasse una condizione individualista (assenza di interdipendenza), competitiva (interdipendenza negativa) o cooperativa (interdipendenza positiva). In quest’ultima condizione gli studenti comunicavano, si aiutavano, erano aperti, manifestavano maggior attenzione reciproca, erano più disponibili ad una influenza vicendevole, manifestavano maggior produttività e maggior impegno, ecc. Queste qualità non erano presenti nelle altre due condizioni.

La ricerca svolta, in particolare ma non solo, da David Johnson docente di Educational Psychology all’università del Minnesota, ha evidenziato come all’interdipendenza positiva vadano aggiunte altre quattro condizioni significative.

Un gruppo cooperativo efficace deve dimostrare un clima di fiducia tra i membri: è necessario che i membri siano sicuri che ognuno si comporti in modo sincero con l’altro e che nessuno,nell’esprimere delle critiche, lo faccia per danneggiare l’operato del gruppo.

La seconda condizione è data dalla presenza di  abilità sociali, ovvero  i diversi modi di interagire tra le persone nel gruppo: comunicare in modo corretto (non dominare, ascoltare, essere empatici, esprimere correttamente emozioni, darsi aiuto, ecc.), dimostrare una leadership distribuita o condivisa (non creare una struttura gerarchica perché questa facilmente deresponsabilizza gli altri membri), gestire i conflitti in modo positivo, avere strategie di soluzione di problemi e di decisioni condivise.

Una terza condizione è la responsabilità individuale. Per evitare che persone approfittino del gruppo o siano disimpegnate, è bene che ad ogni membro sia attribuita una responsabilità personale per raggiungere l’obiettivo.

Da ultimo, affinché non si continuino ripetere gli stessi errori, è importante che il gruppo, dopo aver svolto un’attività, valuti il proprio modo di lavorare insieme.

Modalità di applicazione del Cooperative Learning

Situazioni, esigenze e contesti diversi hanno portato vari studiosi a presentare esemplificazioni applicative dei principi generali. Alcune forme comuni e molto semplici da mettere in pratica sono: il Jigsaw, il pensare-in coppia-condivisione, le teste numerate insieme e la controversia.

Il Jigsaw consiste nel suddividere la classe in gruppi e l’argomento o compito in parti, affidando ciascuna parte a un membro del gruppo che preparerà il compito con un altro che ha la sua stessa parte in un altro gruppo. Dopo essere diventato esperto in quella parte, ognuno istruisce i compagni del proprio gruppo che insieme porteranno a termine il compito.

Pensare-in coppia-condivisione è un modo di lavorare insieme in coppia. Poste, ad esempio, delle domande, si chiede a ogni membro di una coppia di riflettere su di esse e di cercare una risposta. Successivamente, i due condividono le loro riflessioni che possono discutere con tutta la classe o con un’altra coppia.

Nella struttura teste numerate insieme, ai membri del gruppo viene assegnato un numero, il docente pone un quesito e chiede agli studenti di “mettere le teste insieme” per trovare la soluzione. Gli studenti elaborano la risposta e si accertano che ogni numero sappia riferirla correttamente. Il docente chiamerà a caso un numero a fornire la risposta.

La controversia è una modalità di lavorare per apprendere a gestire un conflitto cercando una soluzione ad un livello superiore. Due coppie lavorano per giustificare una tesi che è in contrapposizione a quella affidata ad un’altra coppia. Dopo essersi scambiate le argomentazioni. Ogni coppia deve trovare nuove argomentazioni adottando la posizione contraria. Quando tutte le argomentazioni sono state esaminate, nel gruppo di quattro cercano una posizione condivisa di livello superiore.

E’ possibile utilizzare il cooperative learning con gruppi che lavorano da remoto ?  La risposta è sì. Ma a condizione che siano rispettate tutte le condizioni che abbiamo illustrato e che la modalità di lavoro sia sincrona,  perché l’interazione diretta è molto importante nel processo di apprendimento.

Possiamo predisporre un’attività cooperativa a distanza ad esempio organizzando delle stanze virtuali di lavoro in cui i componenti possano parlare ed interagire come se fossero in presenza e condividere materiali di studio e supporti su cui prendere appunti e annotare.

Il canale di comunicazione e i supporti utilizzati, analogici o digitali, hanno in definitiva poca importanza rispetto al clima che governa l’interazione e alla responsabilità comune di tutti i membri, che sono gli aspetti da curare maggiormente e che hanno bisogno di un’attenta progettazione didattica.

Abbiamo dedicato un intero modulo all’”Apprendimento Cooperativo e all’Istruzione tra pari”, a cura del prof Mario Comoglio, all’interno del nuovo corso online “Metodologie didattiche innovative”
METODOLOGIE DIDATTICHE INNOVATIVE
Formatori: A. Benassi, C. Calliero, M. Capellino, M. Castoldi, M.Comoglio, S. Consegnati, S. Degasperi, F. Iaia, A. Rucci, 
Scopri di più: https://bit.ly/metodologie_corsoDeA 

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