Accattone di Pasolini: la musica di Bach per raccontare gli ultimi

Accattone di Pasolini: la musica di Bach per raccontare gli ultimi

«Ho dato varie spiegazioni del perché sono passato al cinema. Ho voluto adoperare una tecnica diversa, spinto dalla mia ossessione espressiva. Ho voluto cambiare lingua, abbandonando l’italiano; una forma di protesta contro le lingue e contro la società. Ma la vera spiegazione è che io, facendo il cinema, riproduco la realtà, quindi sono immensamente vicino a questo primo linguaggio che è l’azione dell’uomo che si rappresenta nella vita e nella realtà».

È questo il manifesto programmatico di Pier Paolo Pasolini, quando quarantenne imbraccia la cinepresa e sceglie un nuovo linguaggio espressivo, il cinema.

Il suo primo film, Accattone (1961), che definisce “un prelievo di vita”, ritrae la stessa porzione di società dei suoi libri Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959): il sottoproletariato, gli ultimi, quelli ai margini, e in quella estrema povertà di mezzi e di consapevolezza Pasolini intravede un’innocenza antica, un senso di sacralità.

La trama
Vittorio, detto Accattone, è un giovane spiantato che ha lasciato moglie e figli per vivere con Maddalena, sfruttandola come prostituta. Quando Maddalena finisce in carcere, Accattone si ritrova senza sostentamento. Cerca allora aiuto dalla moglie, ma questa insieme alla famiglia lo caccia. Poi incontra una povera ragazza di nome Stella, e avverte un sentimento nuovo, tra innamoramento e desiderio di riscatto sociale. Cerca di lavorare ma non riesce, sentendosi sempre più condannato alla miseria. La sua ultima risorsa sarà il furto, ma tragicamente, mentre cerca di sfuggire agli agenti che lo inseguono, muore.

Pasolini con Accattone inaugura una vera e propria “poetica” cinematografica: le inquadrature hanno un taglio figurativo, gli ambienti sono come dei dipinti dalla prospettiva rinascimentale, i primi piani sono come dei ritratti, la cinepresa si sofferma sui volti, sui corpi, in una sorta di contemplazione, e il paesaggio delle periferie romane è come una quinta teatrale.
Ma spetta al commento sonoro, in gergo soundtrack, il compito di ritrarre la sacralità di quell’universo sofferente e puro che è il sottoproletariato: Pasolini per Accattone sceglie i Concerti Brandeburghesi e la musica sacra di J.S. Bach, come aulico contrappunto alla miseria umana.
Per cogliere appieno l’efficacia di questa scelta, proponiamo di cercare il film e di soffermarsi in particolare su alcune sequenze. L’attività può essere svolta in classe oppure chiedendo a studenti e studentesse di guardare le scene a casa individualmente o in gruppo e di raccogliere le loro impressioni in un documento condiviso.

[Accattone, 15:14-17:00] L’Adagio dal Concerto Brandeburghese n. 1 è accostato alla prostituzione: nella scena dello scontro tra Accattone e Maddalena, preceduta dalla lenta camminata di lui, restituisce la potente drammaticità dell’uomo che, stremato per la fame, vuole indurre la donna a prostituirsi.

[39:20-41:48] L’Andante dal Concerto Brandeburghese n. 2 ammanta l’innamoramento di Accattone per Stella: un sentimento fragile, inconsapevole, tradotto in lunghi silenzi interrotti da un dialogo scarno e ingenuo, a suggello del quale, Accattone pronuncia le parole “beata te che non capisci niente”.

[45:43-47:40] Il Corale finale dalla Passione secondo Matteo fa da sfondo alla rissa nella borgata, costituendo un controcanto epico di grande effetto: il sacro avvolge la brutalità dei corpi che lottano, sui quali indugia la cinepresa.

[01:50:26-01:51:40] Lo stesso Corale accompagna l’ultima scena, quando Accattone per scampare all’arresto, corre in moto, cade e muore sulla strada: e la sua frase “Ah, mo’ sto bene” è la chiosa solenne del film.

Il ricorso alla musica classica con l’intento di restituire bellezza o sacralità non è caratteristica soltanto di Accattone, ma accompagnerà quasi tutta la sua produzione filmica. Si può proporre perciò agli studenti e alle studentesse di guardare Mamma Roma (1962) oppure La ricotta (1963) soffermandosi sulle scelte musicali intraprese dal regista.

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