DPR 384/2017: quali sono le novità su valutazione e certificazione delle competenze ed Esame di Stato nel primo Ciclo?

DPR 384/2017: quali sono le novità su valutazione e certificazione delle competenze ed Esame di Stato nel primo Ciclo?

Quali sono le novità del DPR 384/2017 in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo e nell’Esame di Stato? Abbiamo chiesto a Mario Castoldi, docente di Didattica Generale e Pedagogia Speciale all’Università di Torino e responsabile scientifico di Deascuola Formazione.


  Per quanto riguarda la Certificazione delle Competenze nella Scuola Primaria e nella Secondaria di Primo Grado, il DL 384/2017 conferma la presenza di due momenti nel quale descrivere e certificare le competenze degli allievi:

  1. fine scuola primaria
  2. fine scuola secondaria di primo grado.

L’art. 9 prevede l’emanazione da parte del MIUR di appositi modelli per la certificazione delle competenze unici a livello nazionale e in attesa dell’emanazione dei modelli definitivi per l’anno scolastico 2016/17 viene confermata la sperimentazione dei modelli nazionali per la certificazione delle competenze nel I ciclo, ma se ne propone una versione semplificata rispetto a quella impiegata negli anni precedenti sulla base dei risultati del monitoraggio realizzato dal MIUR.

La semplificazione riguarda i seguenti aspetti:

  1. L’ancoraggio alle competenze previste dal profilo in uscita dello studente al termine del primo ciclo, con il loro allineamento alle otto competenze chiave di cui ai documenti della Commissione Europea;
  2. L’eliminazione del riferimento di ciascuna competenza ad una o più discipline del curricolo obbligatorio, per superare rigide corrispondenze tra competenze e singole discipline, favorendo l’integrazione delle diverse esperienze di apprendimento;
  3. La semplificazione del linguaggio con cui sono descritte le competenze, per agevolarne la migliore comprensione soprattutto da parte dei genitori, primi destinatari della comunicazione.

Sebbene siamo in presenza ancora di un modello non definitivo, si tratta di un’ulteriore tassello della progressiva revisione dell’impianto formativo della scuola in atto da diversi anni. Un tassello particolarmente significativo in quanto:

  1. conferma e ribadisce l’esplicito viraggio della proposta formativa della scuola italiana del primo ciclo verso la prospettiva delle competenze (le linee guida che accompagnano l’emanazione dei modelli ricostruiscono puntualmente questa evoluzione);
  2. pone al centro dell’attenzione le competenze chiave per l’apprendimento permanente definite a livello europeo, in quanto traguardi di apprendimento su cui è costruito il profilo in uscita e a partire dai quali sono ricavate le voci presenti nel modello di certificazione (a tale riguardo sarebbe stato preferibile limitare le voci del modello alle 8 competenze chiave europee, eventualmente scorporando le competenze matematiche dalle competenze scientifico-tecnologiche);
  3. crea una continuità fra i traguardi di apprendimento terminali della scuola primaria e quelli della scuola secondaria di primo grado, proponendo un quadro di riferimento comune alla progettazione formativa degli Istituti comprensivi.

Le premesse di tali orientamenti erano già tutte presenti nel testo delle Indicazioni nazionali 2012, l’emanazione del modello di certificazione contribuisce a richiamarle e consolidarle, riportandole ad un terreno (quello della valutazione degli apprendimenti) su cui la scuola reale è particolarmente sensibile e reattiva.

Diciamo che si potrebbe sintetizzare il messaggio rivolto alle scuole contenuto nell’emanazione dei modelli di certificazione in questo modo:

“se non ve ne siete ancora accorti vi ricordiamo che anche la scuola italiana si sta orientando verso le competenze!”

  • Rimangono comunque molte ombre all’orizzonte, che rischiano di etichettare questo episodio come l’ennesima grida manzoniana emanata dalla scuola italiana:
  • l’armonizzazione dei modelli emanati per il primo ciclo con quelli del secondo ciclo è ancora tutta da costruire, all’interno di un sistema scolastico che tende ancora a ragionare per compartimenti stagni piuttosto che avere una visione sistemica ed organica;
  • le misure di accompagnamento all’adozione dei modelli, in termini di supporti formativi e/o consulenziali, rimane molto debole e limitata in rapporto alla posta in gioco in riferimento a una profonda revisione delle modalità di valutazione degli apprendimenti;
  • la scarsa cultura valutativa e la diffusa cultura burocratico-amministrativa presente nelle scuole italiane tenderà a leggere la proposta in termini meramente documentali, trascurando quel ripensamento profondo delle modalità valutative che rappresenta la vera condizione per conferire significato al momento della certificazione.

  In tema di Prove Nazionali ed Esame di Stato per la fine del Primo Ciclo, le novità apportate dal DL 384/2017, a partire dall’anno scolastico 2017-2018, non sono molte ma sono significative.

Le novità si collocano in una prospettiva di semplificazione dell’esame stesso e di una maggiore enfasi attribuita alle prove nazionali nella comunicazione sociale dei risultati di apprendimento. L’elemento di maggiore novità riguarda proprio le prove nazionali, che vengono escluse dall’Esame di Stato, e collocate nel corso del mese di aprile del terzo anno della scuola secondaria di primo grado.

In tal modo si semplifica l’esame stesso, anche attraverso la fusione in unica prova delle prove scritte di lingua straniera, in modo tale che si riducono a cinque le componenti che definiscono l’esito conclusivo:

  1. voto di ammissione,
  2. prova scritta di Italiano,
  3. prova scritta logico-matematica,
  4. prova scritta sulle lingue straniere,
  5. colloquio orale.

Le modalità di attribuzione del voto rimangono le stesse, attraverso la media dei voti ottenuti nei cinque componenti espressa in decimi, come pure la composizione della Commissione d’esame.
La partecipazione alle prove nazionali, peraltro, rappresenta una condizione necessaria per l’ammissione all’Esame di Stato e i risultati delle prove nazionali vengono indicati in forma descrittiva nel modello di certificazione delle competenze di cui all’art. 9.

Ciò, di fatto, amplificherà anziché attenuare il significato e la valenza sociale delle prove nazionali, che diverranno il riferimento più attendibile per comparare i risultati ottenuti da allievi provenienti da scuole e territori diversi. A proposito delle prove nazionali le novità più rilevanti riguardano:

  1. la somministrazione via computer, che sostituisce quella cartacea, con prevedibili problematiche di vario tipo nell’applicazione concreta,
  2. l’aggiunta della prova di lingua inglese in coerenza con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue.

Di fatto si assiste ad una doppia certificazione sociale dei risultati formativi conseguiti nel percorso scolastico: quella interna, affidata ai docenti del Consiglio di classe, che si sostanzia nel voto dell’Esame di Stato e nei giudizi espressi nel modello di certificazione; quella esterna, affidata ai risultati delle prove nazionali, che si sostanzia nel posizionamento ottenuto in rapporto a ciascuna delle tre prove: italiano, matematica e inglese. Quale delle due certificazioni avrà maggior rilievo sociale non è difficile prevederlo…

 

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