Il corpo come luogo di narrazione autobiografica

Il corpo come luogo di narrazione autobiografica

L’articolo che segue è il terzo di una serie che racconta l’evoluzione del progetto di ricerca Il corpo e la percezione della corporeità, avviato nel Liceo delle Scienze Umane Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni, in collaborazione con la professoressa Angela Biscaldi dell’Università degli studi di Milano. Gli articoli che raccontano le prime due fasi del progetto sono Identità, ricerca e crescita formativa al Liceo delle Scienze umane e Costruire equilibri. Organizzare un laboratorio co-curricolare di metodologia della ricerca.

Passaggio decisivo del progetto di ricerca è stato quello dell’individuazione dell’oggetto di indagine.

La cabina di regia, composta dalla professoressa Biscaldi, dalle docenti di scienze umane delle due classi quarte ricercatrici e dal coordinatore del dipartimento disciplinare, ha individuato e proposto due tematiche che potessero intercettare ragazzi e ragazze dai 14 ai 19 anni: 

  • rappresentazioni ed aspettative rispetto al proprio futuro
  • la percezione del corpo proprio e altrui

Con uno scarto di preferenze minimo, durante un focus group, studenti e studentesse hanno scelto come oggetto di ricerca quello del corpo, tema rispetto al quale l’esercizio dell’immaginazione sociologica ha permesso di elaborare una serie di interrogativi di ampio respiro. 

Quando si intraprende un’indagine nell’ambito delle scienze umane (come sistema complesso di saperi imprescindibilmente interrelati tra di loro), conoscenze di senso comune ed esperienze personali indirizzano la curiosità dei ricercatori, ma da sole non bastano. Pertanto, è stata sottolineata la necessità di affiancare ricerca applicata e ricerca teorica, come fondamento della scelta degli argomenti da approfondire, degli indicatori e dei dati utili a illuminare il campo. 

L’esame della letteratura esistente sull’argomento (le teorie) e la raccolta di dati documentari consentono una prima conoscenza di tipo qualitativo. L’approccio qualitativo è orientato al processo e alla scoperta, è esplorativo, descrittivo e induttivo, valido ma non automaticamente generalizzabile, olistico, assume per sua natura una realtà dinamica e appare insostituibile per la sua funzione euristica, intesa come capacità di generare nuova conoscenza.

La professoressa Biscaldi, docente di Antropologia Culturale, ha fornito materiali utili a “interpellare” gli esperti della materia, sollecitando la riflessione sull’opportunità di considerare teorie contrastanti, che aiutino a evitare di lasciare fuori dal campo elementi importanti per la comprensione dei fenomeni che si studiano. Nello specifico, i materiali forniti hanno permesso di individuare quattro prospettive teoriche di lettura e interpretazione del corpo

  • la disciplina del corpo come fatto sociale totale; 
  • il controllo sociale del corpo come simbolo; 
  • habitus, dominio del corpo e libertà; 
  • antropo-poiesis del corpo.

Riportiamo lo strumento, didatticamente significativo, che le docenti di scienze umane hanno costruito come organizzatore cognitivo utile per la fruizione dei materiali bibliografici da parte degli studenti. 

L’utilizzo dell’organizzatore cognitivo ha supportato gli studenti nel posizionamento all’interno di uno dei quattro orizzonti di significato e ha permesso loro di elaborare una proposta operativa comprensibile, praticabile, interessante: il corpo come luogo di narrazione autobiografica.

Le professoresse Angela Biscaldi (in piedi), Maura Budani e Valeria Savino.

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