Il corpo come luogo di narrazione autobiografica: gli strumenti di ricerca

Il corpo come luogo di narrazione autobiografica: gli strumenti di ricerca

L’articolo che segue è il quarto di una serie che racconta l’evoluzione del progetto di ricerca Il corpo e la percezione della corporeità, avviato nel Liceo delle Scienze Umane Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni, in collaborazione con la professoressa Angela Biscaldi dell’Università degli studi di Milano. Gli articoli che raccontano le prime tre fasi del progetto sono Identità, ricerca e crescita formativa al Liceo delle Scienze umane, Costruire equilibri. Organizzare un laboratorio co-curricolare di metodologia della ricerca, Il corpo come luogo di narrazione autobiografica


Il principale riferimento teorico della ricerca è stato il corpo interpretato come habitus, secondo quanto afferma Pierre Bourdieu ne La critica sociale del gusto (Il Mulino, Bologna 1983, p. 191): [l’habitus] è sistema durevole e trasferibile di schemi di percezione, di valutazione e di azione, prodotto dal sociale che si istituisce nei corpi, l’habitus è una struttura strutturata, possiede, cioè, un legame di dipendenza dal mondo sociale. Ma è anche una struttura strutturante, perchè organizza le pratiche e la percezione delle pratiche.

Sulla base di questo riferimento teorico è stata costruita la cassetta degli attrezzi, ovvero è stata attivata la fase del percorso dedicata all’individuazione e alla costruzione degli strumenti di ricerca. Le classi ricercatrici sono state accompagnate a costruire un sistema di relazioni tra il riferimento teorico, l’oggetto d’indagine, i tempi e la popolazione e hanno così individuato tre strumenti di raccolta dati:

  • questionario;
  • casella di posta elettronica;
  • box di raccolta documenti

Il questionario è stato costruito per essere somministrato alle classi 1^ e 5^ del Liceo Linguistico e Liceo delle Scienze Umane – opzione economico-sociale, campione selezionato per rilevare dati interpretabili anche in prospettiva diacronica. Il questionario è stato realizzato con quesiti in parte a risposta aperta e in parte a risposta chiusa ed è stato dapprima svolto dagli studenti e dalle studentesse delle classi ricercatrici, che hanno dovuto adottare contemporaneamente due prospettive: quella del ricercatore, in termini di pertinenza e funzionalità rispetto agli obiettivi, e quella del campione, in termini di comprensibilità e completezza dello strumento. Il questionario è stato, dunque, revisionato sulla base delle criticità rilevate, arrivando alla stesura definitiva. 

Una sessione di laboratorio è stata dedicata alla simulazione del lavoro sul campo mediante un role playing, che ha richiesto un esercizio di decentramento e composizione di sguardi, che studentesse e studenti delle classi ricercatrici così descrivono:

Prima di scendere in campo era necessario svolgere una simulazione per prepararci alla delicata fase di raccolta dei dati.  Noi studenti abbiamo messo in pratica i suggerimenti ricevuti per presentare agli alunni delle classi campione la ricerca e compilare al meglio il questionario. Durante un role playing alcuni di noi hanno svolto il ruolo di ricercatori, mentre altri hanno svolto la funzione di osservatori e altri ancora il ruolo delle classi. 

Contestualmente alla somministrazione del questionario in forma cartacea, alle classi campione sono stati presentati gli altri due strumenti utili alla raccolta di materiali inerenti alla percezione del corpo proprio e altrui, a partire dalla suggestione: Il corpo racconta. Parole, immagini, colori, rappresentazioni… È stata attivata una casella di posta elettronica ed è stata posizionata nelle rispettive aule una box di raccolta documenti ritenuti significativi dai singoli soggetti per esprimere il rapporto con il corpo, quali testi (autoprodotti, letterari, canzoni…), foto di se stessi o di altre persone, di oggetti, situazioni, ambienti ecc.

Sono state posizionate altre box anche negli atri e nelle aule docenti delle due sedi dell’Istituto, fruibili dal personale scolastico e da studentesse e studenti non appartenenti alle classi campione.

La declinazione della ricerca ha aperto la possibilità di far dialogare approccio qualitativo e approccio quantitativo. 

Grazie alla partnership con l’Università degli Studi di Milano i contributi raccolti mediante i questionari sono stati elaborati da un punto di vista quantitativo attraverso l’utilizzo di un programma per la gestione e l’analisi avanzata dei dati, il software di statistica SSPS. Tale attività è stata svolta in università dalla professoressa Eralba Cela, docente di Demografia e Statistica sociale, con le classi ricercatrici. Guidati dalla professoressa Cela, gli studenti hanno utilizzato le funzionalità di SSPS per costruire la matrice dei dati e inserirli nel programma.

A oggi le classi ricercatrici, con la guida della professoressa Angela Biscaldi, stanno procedendo nel percorso di analisi da un punto di vista qualitativo dei dati raccolti attraverso i questionari, le mail e le box. I materiali vengono via via organizzati in campi semantici co-costruiti sulla base di categorie interpretative che permettono l’emergere dei significati “raccontati” dai dati.

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