Identità, ricerca e crescita formativa al Liceo delle Scienze umane

Identità, ricerca e crescita formativa al Liceo delle Scienze umane

Il Liceo delle Scienze Umane Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni ha avviato un progetto che promuove la ricerca sociale non solo come tema teorico da comprendere, ma come pratica autentica che offre agli studenti l’opportunità di riesaminare criticamente e creativamente le conoscenze acquisite, promuovendo, tra l’altro, il processo di acquisizione di competenze trasversali e interdisciplinari.

Le discipline delle scienze umane, nel piano di studi, pedagogia, sociologia, psicologia e antropologia, costituiscono un sistema complesso con saperi integrati ma distinti. Ogni disciplina mantiene la sua identità nei contenuti, nelle procedure e nei linguaggi. Le competenze metacognitive, critiche e attitudinali emergono da un processo di riflessione, analisi e rielaborazione delle teorie e degli approcci metodologici nel corso della loro evoluzione storica.

La metodologia della ricerca sociale assume, in quest’ottica, un ruolo centrale, sia come ricerca pedagogica, esplorando i fenomeni legati ai sistemi educativi, sia come ricerca didattica, privilegiando metodologie attive e partecipate di insegnamento-apprendimento.

L’iniziativa, nata con la collaborazione della Professoressa Angela Biscaldi dell’Università degli Studi di Milano, mira a promuovere una “buona prassi” integrabile nei documenti di progettazione disciplinare e nella proposta formativa dell’istituto. L’attività, indirizzata a due classi quarte, è stata inserita nel monte ore destinato all’orientamento e in parte al PCTO. Ha avuto inizio a ottobre: gli studenti hanno scelto il tema della ricerca, “Il corpo e la percezione della corporeità”, hanno costruito gli strumenti di indagine e si preparano per la fase di somministrazione. Dietro questa libertà scientifica, il gruppo di docenti in collaborazione con l’università monitora, indirizza e imposta prospetticamente ogni fase dell’attività. 

La scelta del tema è apparsa, peraltro, assolutamente coerente con gli interessi di ragazzi in piena adolescenza, costretti ad affrontare i cambiamenti nel proprio corpo in una società tecnologica, virtuale e fortemente orientata all’apparire. Dal brain storming iniziale è emersa una forte motivazione degli studenti a indagare questi temi con l’obiettivo di individuare elementi utili a una sana comprensione di sé e del proprio corpo.

L’approccio didattico dei docenti è risultato da subito impegnativo a fronte della numerosità degli studenti coinvolti, della complessità delle fasi della ricerca, della necessità di doversi porre come facilitatori e promotori di autonomia operativa e, d’altro canto, qualificare il lavoro svolto sia dal punto di vista scientifico sia didattico. Questa sfida ha trasformato il progetto in un’occasione formativa e di crescita per tutti gli attori coinvolti e ha contribuito inoltre a creare un’opportunità privilegiata di learning by doing.

Cercheremo di descrivere le tappe di questa nostra esperienza attraverso una serie di articoli, raccontando, di volta in volta, le attività svolte dagli studenti, focalizzandoci in particolare sui seguenti aspetti: l’articolazione del progetto, l’oggetto della ricerca, gli strumenti di indagine, l’analisi dei risultati.

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