![Per un orientamento permanente: la scuola e l'IRC al servizio degli studenti](/uploads/2025/02/orientamento-studenti-e-Insegnamento-della-Religione-cattolica-scaled_7a52d0949f4756a1e0622670b9e4889a.jpg)
Facciamo chiarezza. Che cosa s’intende con “orientamento”? Quale contributo può essere dato dall’Insegnamento della Religione cattolica? E, soprattutto, come rendere davvero efficace l’orientamento delle ragazze e dei ragazzi in ambito scolastico?
Per rispondere a questi interrogativi e dare risalto all’importante compito dei docenti, è necessario riscoprire il significato originario del termine orientamento che ci riporta indietro nel tempo al procedimento, essenziale nel mondo antico, per individuare la posizione geografica dei punti cardinali in base ai quali stabilire la giusta direzione verso cui dirigersi. Spesso da questa capacità di orientarsi in senso geografico dipendeva la vita dei pastori e, più in generale, di coloro che si mettevano in viaggio. A partire da questo significato originario, il termine è giunto poi, gradualmente, a indicare il processo che consente di gestire la formazione delle nuove generazioni, anche in funzione delle scelte lavorative. Compito ugualmente vitale! Gli studi antropologici, infatti, che ci riportano alle radici della nostra civiltà, testimoniano come l’orientamento dei giovani nelle tribù primitive sia considerato un elemento centrale della formazione. Si tratta in realtà di riti di passaggio, dall’infanzia all’età adulta, che si configurano come iniziazione/orientamento. La funzione dell’orientare e della raggiunta capacità di orientarsi, dunque, accompagnano lo sviluppo delle comunità umane assumendo forme diverse nelle varie epoche.
Uno sguardo alla storia
L’evoluzione del concetto di orientamento nel secolo scorso è molto interessante e ci restituisce un’immagine netta della nostra storia recente. All’inizio del Novecento, l’incalzare dello sviluppo industriale ha fatto sì che il compito di orientare le nuove generazioni, dalla sola sfera privata della famiglia diventasse un compito essenziale per garantire lo sviluppo della società. In quella fase storica l’attenzione era centrata soprattutto sullo sviluppo della società e veniva prestata minor attenzione ai singoli individui. Si parla perciò di orientamento diagnostico/attitudinale inteso come pratica professionale e strumento di politica sociale per garantire che ciascuno fosse aiutato a orientarsi al lavoro più utile per sé e per la società. Nella seconda metà del Novecento l’attenzione si sposta sulla persona e a partire dalla sua centralità si parla di orientamento maturativo/personale inteso sostanzialmente come auto-orientamento: ciascuno viene orientato verso l’ambito lavorativo nel quale potrà realizzare al meglio le proprie attitudini. Nell’ultimo decennio del Novecento la funzione dell’orientamento viene riconsegnata alla scuola e si parla di orientamento scolastico/formativo con l’obiettivo di condurre al successo formativo.
Per una cultura dell’orientamento
Che cosa si intende oggi con “orientamento”? La disciplina si è notevolmente trasformata e ha assunto un ruolo centrale nell’impegno della scuola per la formazione delle giovani generazioni. Non si parla più di approntare strumenti per giungere a orientare, ma di un processo permanente, un percorso strutturato per affiancare sin dall’inizio della scolarizzazione le bambine e i bambini nella loro maturazione e che si configura come cultura dell’orientamento, capace di far emergere e strutturare il progetto di vita di ciascuno. Si parla pertanto di orientamento personale/integrato affidato alla scuola e applicato, dunque, fin dall’inizio della scolarizzazione. Secondo la riforma introdotta dal PNRR-Next generation EU (2022), l’orientamento diviene un’azione sistemica e di raccordo pedagogico che coinvolge l’intero collegio dei docenti che avranno la funzione di collegamento con il territorio per un orientamento integrato. In questa nuova interpretazione dell’orientamento assume un ruolo cruciale l’Insegnamento della Religione cattolica che, per sua natura, ha già l’obiettivo di far emergere il progetto di vita di ciascuno. Il metodo trans-disciplinare che caratterizza questa disciplina rappresenta l’attuazione di quel raccordo pedagogico, suggerito dalla normativa, che consente ai docenti specialisti di offrire alle studentesse e agli studenti, anche giovanissimi, un’utile panoramica del loro percorso di formazione.
Un caso concreto per l’IRC
Come declinare, dunque, la cultura dell’orientamento nella realtà concreta della scuola italiana? La scuola secondaria di primo grado, in particolare, rappresenta il momento in cui la cultura dell’orientamento trova terreno fecondo. Fin dal primo anno le studentesse e gli studenti devono essere accompagnati per imparare a conoscersi, per orientare il proprio percorso di formazione ed elaborare un progetto di vita efficace.
L’obiettivo della scuola italiana – formare la persona e la cittadina o il cittadino – trova concreta attuazione nella pratica dell’orientamento, grazie a interventi opportunamente strutturati. Un valido supporto ai docenti di Religione cattolica può essere il nuovo fascicolo Orientamento e Religione, allegato al testo di Religione cattolica per la scuola secondaria di primo grado Religione a colori, che propone un viaggio, dapprima semplice e giocoso, con percorsi interattivi, e poi progressivamente più complesso per affiancare le ragazze e i ragazzi nella conquista della consapevolezza esistenziale.