Educazione emotiva e Religione: insieme per imparare la vita

Educazione emotiva e Religione: insieme per imparare la vita

C’è un tempo della vita, tra l’infanzia e l’età adulta, che a volte rischia di essere sottovalutato ma che rappresenta una fase cruciale dello sviluppo umano. Anni preziosi per la formazione del carattere, del progetto di vita e di esistenza dei nostri ragazzi e ragazze della secondaria di primo grado. Proprio loro, infatti, sono i protagonisti di un vero e proprio viaggio alla scoperta di sé fatto di contraddizioni, di amicizie profonde, di sogni e speranze. È un periodo “pazzesco” quello che si trovano a vivere: accettare la propria crescita biologica, piacersi dal punto di vista fisico e del carattere, sostenere le pressioni esterne, le domande interiori e gestire, allo stesso tempo, tutto quel turbinio di emozioni che esplodono a raffica mentre affrontano le prime piccole e grandi sfide della vita. 

In questa fase caotica, che Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva ha definito “l’età dello tsunami”, i nostri giovani devono trovare gli attrezzi utili per raggiungere un benessere personale e sociale, per mettere ordine dentro e fuori di sé. Devono “fare ordine”, infatti, se vogliono imparare a monitorare, comprendere e differenziare le proprie e le altrui emozioni. “Le emozioni scrivono nella nostra memoria e sono fondamentali per l’apprendimento” insegna Daniela Lucangeli, professoressa ordinaria di Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo presso l’Università di Padova. 

Tra aule, palestra, bagni e corridoi, le ragazze e i ragazzi passano a scuola gran parte del loro tempo, vivono esperienze indimenticabili, storie che si incidono sulla loro pelle. 

Le emozioni rivestono un ruolo fondamentale nella nostra vita, sono potenti elementi di motivazione che, in un ambiente di apprendimento accogliente, capace di riconoscerle e valorizzarle possono aiutare a imparare con piacere e a vivere serenamente il proprio percorso scolastico. 

L’ora di Religione può offrire un prezioso contributo all’educazione emotiva dei ragazzi e alla costruzione di un ambiente positivo. Durante l’ora di Religione, infatti, viene naturale esprimere liberamente il proprio pensiero, dialogare in modo costruttivo e confrontarsi su temi etici o sociali. Una vera e propria immersione nel mondo per capire e per capirsi, per prendere atto che la realtà che ci circonda è il frutto di una tradizione che diventa, a sua volta, eredità da tramandare. Così, oltre a motivare l’apprendimento, l’insegnante di Religione accompagna alunne e alunni in un percorso che attinge sia dalla loro sfera emozionale sia dalle funzioni sociali che questa materia può offrire in quanto tale. 

Nel clima “amichevole” che si viene a creare, attiva varie strategie e metodologie di insegnamento e di apprendimento che permettono alle emozioni di diventare un vero e proprio attrezzo per fronteggiare le difficoltà della crescita ma anche per stimolare la curiosità e lo sviluppo delle potenzialità cognitive attraverso le grandi domande di senso. 

L’uomo che si interroga e si interpreta […] pone l’interrogativo sull’assoluto: in quanto aspira e si rende disponibile all’incontro, la sua attesa e la sua ricerca sono già religiose” scrive Zelindo Trenti. 

Nell’esperienza religiosa, infatti, c’è una ricerca che spinge ogni essere umano a cercare risposte alle domande sul senso della vita, quelle fondamentali, quelle che insegnano a vivere. La scuola che investe sull’educazione emotiva integrata con l’insegnamento della Religione cattolica insieme a tutte le altre discipline è una scuola che fornisce gli strumenti necessari per formare non solo cittadine e cittadini consapevoli, ma anche giovani aperti alla bellezza, capaci di conoscersi profondamente, di amare, di lottare per ciò in cui si crede, per non perdere la speranza e vivere un oggi e un domani più umano.

Il testo Sulle tue tracce – Insieme nel mondo può essere un valido strumento di lavoro per affrontare questi temi in classe. L’opera, infatti, invita le ragazze e i ragazzi alla partecipazione, chiamando in causa ogni studentessa e studente con le proprie esperienze e la propria voglia di fare e aiuta a comprendere, a riflettere e a mettersi in gioco.

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