Michele, neodiplomato a giugno, viene a farci visita per condividere con entusiasmo, e un pizzico di nostalgia, la sua nuova avventura all’Università. Entra con me in una classe 2^ e si racconta:
“Una volta uscito da scuola ho ripensato alla strada percorsa qui, e finalmente ho capito che cosa l’ha resa speciale: mi hanno lasciato sbagliare, mi hanno lasciato sbagliare e cadere, senza abbandonarmi. Così, ho proseguito, finché il cammino si è fatto meno accidentato.”
Mentre racconta, il suo viso acquista un colore più acceso e gli occhi cominciano a brillare… insieme ai suoi, i miei.
Mi sono chiesta che cosa mi avesse così tanto emozionata nell’ascoltare la testimonianza di questa crescita, e ho trovato la risposta nel fatto che Michele ha avuto la possibilità di compiere un viaggio, un viaggio sempre più consapevole alla scoperta di sé nel mondo, e del mondo, vero obiettivo dell’agire didattico.
L’idea che lo studente debba essere al centro del suo processo di apprendimento è una convinzione che risale ormai a più di un secolo fa, nella formulazione teorica del learning by doing di Dewey, in cui s’ipotizzava che il protagonista dell’apprendimento dovesse essere l’allievo stesso, da coinvolgere in un’esperienza diretta della realtà, anziché sottoporlo alla mera acquisizione di nozioni impartite da altri. Perfino prima di allora, Dickens ironizzava sulla pratica didattica basata sui fatti, usati per riempire le teste degli allievi come fossero dei semplici vasi.
Nonostante l’espressione “l’allievo protagonista” sembri un luogo comune, credo che mettere lo studente al centro sia sempre di più una necessità, alla quale rispondere attraverso l’impiego di pratiche e strategie appropriate. L’apprendimento, inoltre, dovrebbe avvenire attraverso l’esplorazione della complessa realtà che abitiamo.
Alcuni anni fa, ho trovato risposta a queste sollecitazioni nella filosofia e nella pratica di MLTV – Making Learning and Thinking Visible, di cui riporto un esempio. In una classe 3^ porto l’immagine di un bambino che gioca spensierato di fronte a militari armati, pronti a fermare dei migranti in avvicinamento. Procedo con l’attività (routine) chiamata “Il cerchio dei punti di vista”: suggerisco ai ragazzi di identificare i diversi personaggi che animano la scena (i militari, il bambino, uno o più migranti, gli scudi…), poi chiedo a ciascuno studente di assumere un punto di vista e completare frasi del tipo: “Attorno a me vedo… Penso che… Mi chiedo se…”. Alla fine, formo dei cerchi, in cui mi accerto siano rappresentati tutti i personaggi. A turno, ciascun “attore” racconta l’immagine, fornendo la propria interpretazione. L’attività si conclude con l’esplicitazione delle domande dei gruppi, che ci offrono lo spunto per proseguire l’indagine sul tema.
Tutto ciò può davvero essere considerato una tappa di un lungo viaggio? Penso di sì, per diversi motivi: ciascun partecipante è coinvolto attivamente, quando esprime la propria opinione attraverso il recupero della conoscenza pregressa (cosa penso all’inizio sulla base di quello che so e di quello che sono); ogni allievo/a si muove poi verso l’approfondimento del contesto dato (le opinioni altrui e le domande che sorgono instillano il dubbio e suscitano curiosità autentica). La comprensione di situazioni complesse si realizza attraverso l’analisi dei diversi punti di vista. Inoltre, assumere una posizione che non è necessariamente la propria, favorisce la capacità empatica con l’altro e conduce ad una visione più ampia e approfondita della situazione. L’attività procede grazie al contributo di ciascuno, ma l’apprendimento è generato dal gruppo: gli allievi, usando il proprio e l’altrui pensiero, concorrono alla costruzione di senso.
Pensare, collaborare, esprimersi ed ascoltare attivamente sono competenze trasversali che l’allievo sviluppa mentre così si muove e passo dopo passo si prepara ad affrontare le sfide insite nella vita dopo la scuola.
Per scoprire di più su come utilizzare tecniche per rendere visibile il pensiero, favorendo la comprensione profonda dello studente, puoi iscriverti al corso online RENDERE VISIBILI L’APPRENDIMENTO E IL PENSIERO (Formatori: M. Castoldi, A. Rucci, M.R. Visone).
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