#GenderGap

Parità di genereDifferenzaIntersezionalità… parole importanti, che negli ultimi mesi sono diventate imprescindibili. Deascuola propone una parola “paritaria” al mese: partendo dal linguaggio, l’analisi si allarga alla storia, alla sociologia, alla filosofia e si completa con diversi approfondimenti. Uno strumento in più per aiutare ragazze e ragazzi a sviluppare il senso dell’inclusione e dell’unicità e a riconoscere la scuola come luogo di crescita della persona.

GENDER GAP

La parità di genere è un principio affermato in tutti gli ordinamenti democratici, e nelle dichiarazioni internazionali sui diritti umani. Nella realtà, però, tra donne e uomini, tra le loro condizioni effettive di vita, continua a persistere uno scarto, una distanza. È ciò che, dagli anni Novanta, ha preso il nome di «gender gap».

Il divario di genere

Un «gap», cioè un divario, separa in tutto il mondo le opportunità e i risultati effettivi conseguiti da donne e uomini nel mondo del lavoro, nell’istruzione, nella rappresentanza politica. Ed è un divario di «genere» perché rimanda non solo alle differenze biologiche tra i sessi, ma più ampiamente alle strutture sociali e ai sistemi culturali all’interno dei quali queste differenze si traducono in diseguaglianze. 

È questa infatti la distinzione tra i termini «sesso» e «genere», che le teorie femministe hanno elaborato fin dagli anni Settanta: se il primo rimanda alle caratteristiche fisiologiche dei corpi, il genere ha a che vedere con le aspettative, i ruoli sociali, gli atteggiamenti, le attitudini, i gusti che vengono associati all’appartenenza all’uno o all’altro sesso. Si tratta, nel secondo caso, di caratteristiche storiche, mutevoli, e che possono quindi essere trasformate.

Le quattro dimensioni della parità di genere

Dal 2006, il Global Gender Gap Report realizzato dal World Economic Forum misura ogni anno i progressi della parità di genere in quattro dimensioni chiave: politica, economia, istruzione e salute, rilevando in che misura i 146 paesi coinvolti nell’indagine stanno colmando il divario di genere. 

Nel 2022, a livello globale, il gender gap risultava chiuso solo in una percentuale del 68%, e con forti differenze tra aree geografiche. 

Tra i paesi dove i risultati sono migliori si trovano quelli scandinavi, con l’Islanda a guidare la classifica: qui il gender gap è colmato per oltre il 90%. Ma anche alcuni paesi dell’Africa (Ruanda e Namibia), dell’America Latina (Nicaragua), e la Nuova Zelanda, riportano percentuali elevate, oltre l’80%.  

L’Italia è al 25esimo posto nella classifica europea, al 63esimo in quella globale, con un punteggio medio del 72%. Il risultato più alto lo raggiunge nel rendimento scolastico (99%), il più basso nella sfera politica (32%). 

A livello globale, è rispetto alla presenza delle donne in politica che si registrano i maggiori ritardi: il gap è stato colmato solo per il 22%. Di questo passo, avvisa il World Economic Forum, occorreranno 155 anni per raggiungere la piena parità di genere nell’attività politica e nelle istituzioni rappresentative, e 151 per raggiungerla in campo economico.

2080: parità in Europa?

Nell’Unione Europea, un altro strumento che dà la misura del divario da colmare e dei progressi in atto è, dal 2013, l’Indice sull’uguaglianza di genere (Gender equality index) dello European Institute for Gender Equality (Eige). Qui, a ogni paese è assegnato un punteggio relativo alla sua performance in sei domini chiave: lavoro, reddito, conoscenza, tempo, potere e salute

L’indice mostra che l’Ue sta migliorando, anche se molto lentamente. La pandemia Covid-19 ha avuto l’effetto anche di rallentare i processi di avanzamento. Al ritmo attuale al quale si registrano i progressi nell’Ue, ci si aspetta che la completa uguaglianza di genere sia conseguita non prima del 2080. 

Per approfondire

• Tutti i dati e le infografiche del Global Gender Gap Report sono disponibili sul sito del World Economic Forum https://www.weforum.org/reports/global-gender-gap-report-2022/ 
• I dati del Gender Equality Index sono disponibili sul sito dell’Eige https://eige.europa.eu/gender-equality-index. Per capire il divario di genere e l’opportunità di contrastarlo, a partire dalla scuola e dai percorsi universitari, si può concentrare l’attenzione sulle scelte educative di ragazze e ragazzi: le prime sono più rappresentate nelle discipline umanistiche e sociali, mentre l’area delle materie STEM – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, che offrono migliori prospettive occupazionali, vede un’evidente maggioranza maschile. Si parla perciò anche di «STEM gap». 
• Per approfondire l’ambito delle STEM come sfida per la parità di genere si possono esplorare i dati di Openpolis https://www.openpolis.it/esercizi/il-divario-di-genere-nelle-materie-stem/ 
• Per conoscere storie di donne scienziate, si può visitare il portale https://www.donnenellascienza.it/, dedicato ad alcune grandi figure, soprattutto italiane, che si sono distinte in ambito scientifico e tecnologico, dall’antichità ai giorni nostri.

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