Cuori Intelligenti. Leggi l'introduzione al Volume 2 della nuova letteratura

Cuori Intelligenti. Leggi l'introduzione al Volume 2 della nuova letteratura

In occasione del lancio di Cuori Intelligenti, la nuova letteratura Garzanti Scuola, DLive vi propone le introduzioni ai volumi del corso dove l’autore delinea i contenuti e le scelte.

La scorsa settimana vi abbiamo proposto la lettura dell’introduzione al Volume 1 – Dalle origini al Rinascimento.

Oggi vi presentiamo l’introduzione al Volume 2 a firma Claudio Giunta.

 

Introduzione – Volume 2  – Dal Barocco al Romanticismo

Il primo volume si è chiuso sul nome di Torquato Tasso. E Tasso è stato il più grande scrittore del suo tempo, non solo in Italia ma in Europa. La Gerusalemme liberata (come qualche decennio prima l’Orlando furioso) sarà letta, imitata, illustrata per secoli in tutto il continente. Qualcosa di simile si può dire degli altri grandi autori che abbiamo studiato l’anno scorso. Dante, Petrarca, Boccaccio, gli umanisti: non c’è scrittore della loro epoca, in Europa, che possa vantare una fama e un’influenza paragonabili.

Tra il Duecento e il Cinquecento, la letteratura italiana è la più importante del mondo. Dopo Tasso, le cose cambiano. L’Italia continua a generare talenti che verranno molto apprezzati all’estero (basta pensare a poeti come Marino, nel Seicento, o come Metastasio, nel Settecento, o al genere del melodramma), ma gli scrittori più grandi, nei secoli che studieremo quest’anno, non saranno italiani. Ecco perché il Seicento che leggeremo è un Seicento anche e soprattutto straniero: perché Cervantes, Shakespeare, Molière, Racine, Calderón de la Barca sono scrittori grandissimi, più grandi dei loro contemporanei italiani, e ancor oggi molto leggibili (e molto rappresentati sulle scene); e perché non pensiamo che studiare la letteratura serva ormai a “forgiare l’identità nazionale”, ma a entrare in contatto con quanto di meglio gli esseri umani hanno pensato e scritto, indipendentemente dai confini nazionali.

Nel volume si troveranno perciò brani commentati delle loro opere più belle; ma – in linea con una delle idee- guida di questo manuale – parecchi altri brani si troveranno nell’eBook, per far sì che chi legge possa seguire l’arco narrativo di queste opere: è importante apprezzare lo stile di Shakespeare, certamente, ma è anche importante capire che cosa racconta (e come finisce) Amleto. Quanto al “nostro” Seicento, è fatto di pagine esemplari di scrittori come Marino, o Tassoni, o Giulio Cesare Croce; ma è fatto soprattutto di pagine di Galileo.

Dobbiamo liberarci dell’idea che “letteratura” voglia dire soltanto “poesia” o “romanzo”: l’Italia ha una suprema tradizione di scienziati-scrittori. I percorsi Scrivere la scienza, che attraversano tutti i volumi, vogliono rendere giustizia a questa tradizione, spesso misconosciuta (perché non si studia né nelle ore di Scienze né in quelle di Lettere). Galileo rappresenta il vertice della scienza italiana: ha scritto pagine belle e difficili, che qui sono state commentate con grande attenzione non soltanto alla forma ma anche al contenuto, nel tentativo di spiegare bene perché le scoperte di Galileo sono così importanti per la cultura moderna. Anche nel Settecento abbiamo dato ampio spazio agli autori stranieri.

È il secolo dell’Illuminismo, ed è dunque bene leggere gli scrittori (Montesquieu, Voltaire, Rousseau) che sono all’origine di quel grandioso movimento di pensiero: arrivando insomma all’Italia (Beccaria, Genovesi, Verri) passando per la Francia. Ed è il secolo in cui nasce il genere letterario più importante della modernità, il romanzo, con scrittori piacevolissimi da leggere come Defoe, Prévost, Sterne, Laclos, e – nella seconda metà del secolo – soprattutto con Goethe, a cui abbiamo dedicato un intero percorso. La grandezza italiana va cercata altrove: nel teatro, con Goldoni (abbiamo privilegiato tre sue commedie che hanno anche il pregio di essere molto divertenti: La locandiera, La trilogia della villeggiatura e Le baruffe chiozzotte), nella poesia satirica (Il Giorno di Parini), e nel teatro tragico di Alfieri (ma di Alfieri abbiamo antologizzato soprattutto il libro più bello e godibile: la sua splendida autobiografia).

Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento l’Italia torna al centro della scena letteraria europea soprattutto grazie all’opera di due scrittori diversissimi tra loro: l’irrequieto, ribelle, egocentrico Ugo Foscolo, che nel giro di pochi anni scrive il romanzo (le Ultime lettere di Jacopo Ortis) e le poesie (i sonetti, i Sepolcri) più belli e celebri della sua generazione; e, più giovane di lui di sette anni, il sedentario, umbratile, cattolicissimo Alessandro Manzoni, che nell’arco di quindici anni rivoluziona, alla lettera, la nostra letteratura, reinventando il genere della poesia religiosa (con gli Inni sacri), rinnovando quello della poesia civile (con Il cinque maggio e Marzo 1821), riprendendo da Alfieri il genere della tragedia in versi (con il Conte di Carmagnola e l’Adelchi) ma, soprattutto, scrivendo quello che resta ancor oggi il più grande (e, se letto con intelligenza, il più piacevole) romanzo italiano, I promessi sposi, che leggeremo accanto agli altri splendidi romanzi che escono in Europa nel primo Ottocento: di Stendhal, Scott, Jane Austen, Mary Shelley, Balzac, Dickens

La prima edizione dei Promessi sposi esce nel 1827. Nello stesso anno esce un altro libro bellissimo, le Operette morali di un giovane e quasi sconosciuto gentiluomo marchigiano, Giacomo Leopardi. Dieci anni dopo, quando ne ha appena 39, Leopardi muore. Dietro di sé lascia non solo un capolavoro della prosa narrativa come le Operette, ma anche un diario filosofico, lo Zibaldone, che contiene pagine tra le più intelligenti e profonde che siano mai state scritte; e soprattutto una raccolta di versi intitolata Canti: forse il più bel libro di poesie della nostra storia letteraria.

Claudio Giunta

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