Sentirsi svalutati, giudicati, derisi: sono queste le paure dei ragazzi che siedono sui banchi della scuola italiana. Il giudizio che i docenti e gli altri compagni possono avere è il maggior timore che li accompagna nelle giornate, ed è spesso questa paura a bloccarli e contenerli.
Ma perchè come esseri umani abbiamo così paura del giudizio? Come si può “stare” con la paura dell’altro? Come si crea, quindi, un clima di intimità emotiva in classe che possa contribuire all’apprendimento e alla gestione dell’emotività dell’alunno? È da queste domande che parte la riflessione di Gaetano Cotena, psicoterapeuta, docente di scienze umane e formatore per Deascuola.
La paura dell’errore, del giudizio severo di compagni e docenti può dipendere, oltre che da dinamiche intrapsichiche, anche da un clima scolastico e di classe poco sereno, privo di confronto e di spazio per il dialogo. Costruire un clima sereno e di intimità emotiva in classe non è però un progetto semplice da realizzare, soprattutto quando mancano indicazioni pedagogiche chiare per la sua realizzazione.
“Essere docente non è solo trasferire nozioni ma è anche e soprattutto educare: all’autocontrollo, alla gestione dell’emotività e alla esternazione adeguata dei propri bisogni.” (G.Cotena, 2023)
Per questo motivo, e per festeggiare insieme la Giornata Mondiale degli Insegnanti, abbiamo il piacere di condividere con voi docenti un capitolo del libro appena uscito in libreria “Quello che gli studenti non dicono“, di Gaetano Cotena. Il libro, da cui è tratto il capitolo “Accogliere e nominare la paura in classe” ha il pregio e l’innovazione di portare nel mondo della scuola conoscenze e competenze emotive e relazionali concrete, tratte dalla psicologia e dalla psicoterapia pur mantenendo sempre ben distinta la dimensione dell’educazione da quella della cura.
Buona lettura!