Catcalling

Parità di genere, Differenza, Intersezionalità… parole importanti, che negli ultimi mesi sono diventate imprescindibili. Deascuola propone una parola “paritaria” al mese: partendo dal linguaggio, l’analisi si allarga alla storia, alla sociologia, alla filosofia e si completa con diverse proposte di approfondimento. Uno strumento in più per aiutare ragazze e ragazzi a sviluppare il senso dell’inclusione e dell’unicità e a riconoscere la scuola come luogo di crescita della persona.

CATCALLING

Catcalling è un termine inglese utilizzato sempre più spesso, anche in Italia, per nominare le molestie che avvengono in strada. Il riferimento è ai comportamenti adottati da alcuni uomini verso le donne nello spazio pubblico, che vanno dai complimenti non richiesti ai commenti volgari sul corpo, dai fischi al suono del clacson, alle domande insinuanti, agli insulti.
Simili espressioni verbali o gestuali sono state considerate, fino a tempi recenti, innocue manifestazioni di apprezzamento. Negli ultimi decenni, invece, una nuova sensibilità intorno al fenomeno della violenza contro le donne in tutte le sue forme ha portato a riconoscerle come molestie, capaci di limitare la libertà e danneggiare il benessere di chi le subisce. E la diffusione del termine catcalling segnala il cambiamento in atto.

Un limite alla libertà

In inglese la parola è attestata col significato attuale a partire dalla metà del Novecento, ed è entrata nell’uso italiano all’inizio del nuovo millennio, grazie soprattutto a campagne di protesta condotte dal vivo o sui social network da attiviste, per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi.
Catcalling in questo contesto è un rilancio, una ripresa di un’espressione in uso fin dal Settecento, con il significato di «grido, lamento, suono simile a un lamento», analogo al verso che i gatti fanno di notte. È dunque la sgradevolezza del comportamento che il termine intende evocare.
Una sgradevolezza che diviene autentica violazione della libertà altrui quando rende gli spazi pubblici come le strade, le piazze, i bar e i mezzi di trasporto meno confortevoli e sicuri per le donne. La molestia di strada è infatti la manifestazione di una mentalità che concepisce questi luoghi come territori di “caccia” ed esercizio di potere, e le donne come oggetti che si possono apprezzare o disprezzare, apostrofare, intimidire. 
Il cinema italiano ha offerto una delle migliori rappresentazioni di questo atteggiamento nel film di Carlo Verdone del 1998, Gallo Cedrone, dove il protagonista Armando Feroci, al volante della sua decappottabile, bersaglia le passanti con apprezzamenti volgari, proposte inopportune, frasi aggressive.

Una forma diffusa di violenza

Le molestie verbali sono la forma più diffusa di molestia sessuale che le donne italiane subiscono nel corso della vita. Secondo l’Istat, riguarda il 26,6% delle donne tra i 14 e i 65 anni.
Un’indagine dell’Università di Milano-Bicocca realizzata nel 2021 ha rivelato una frequenza elevatissima di episodi simili: oltre il 91% del campione che ha preso parte all’indagine ha riferito di aver subìto almeno un episodio di molestie di strada nei quattro anni precedenti. Gli episodi più comuni consistono in fischi, colpi di clacson, apprezzamenti non desiderati e sguardi sessualmente allusivi, ma non mancano anche episodi più gravi, come l’essere toccate senza consenso, riportato da più della metà delle donne rispondenti.
Le molestie, rivela ancora la ricerca, hanno un impatto significativo sul benessere di chi le subisce: più del 97% delle rispondenti ha riportato conseguenze psicologiche negative in seguito a questi episodi.

Per approfondire


• Per stimolare una discussione sui comportamenti di catcalling, si veda una scena del film Gallo Cedrone disponibile in rete, che ne rappresenta una forma particolarmente esplicita: https://www.youtube.com/watch?v=4aTLuZCODmI

• Una delle campagne di maggiore successo nel denunciare le molestie di strada è quella del movimento Hollaback!, nato a New York nel 2005 e diffuso negli anni seguenti in molti paesi del mondo. Si veda l’efficace video di sensibilizzazione prodotto dalla campagna in cui una giovane ragazza, Shosama Roberts, subisce oltre cento appellazioni moleste mentre cammina per le strade di New York vestita con una semplice maglia, jeans e scarpe da ginnastica: “10 Hours of Walking in NYC as a Woman” https://www.youtube.com/watch?v=b1XGPvbWn0A
Lo stesso “esperimento” è stato ripetuto e filmato in altre città.

• La ricerca sulle molestie di strada promossa da studentesse e studenti dell’Università di Milano-Bicocca è interamente consultabile a questo indirizzo: https://books.openedition.org/res/10003?lang=it

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