Le tecniche di separazione sono uno dei primi argomenti delle classi prime in un istituto tecnico e, di solito, vengono trattate subito dopo il capitolo introduttivo delle unità di misura. A causa dell’elevato numero di tecniche da illustrare, per il docente diventa fondamentale cercare di evitare che gli studenti si possano confondere.
Per questo motivo è consigliato innanzitutto distinguere attraverso una tabella riassuntiva (la puoi trovare nel pdf scaricabile in allegato) tra tecniche per separare miscele eterogenee e tecniche per separare miscele omogenee. In secondo luogo, è utile ricorrere a immagini e schemi. Il loro utilizzo per illustrare tutte le varie tecniche ha sicuramente numerosi vantaggi, come:
– semplificare la spiegazione, soprattutto se la tecnica è completamente sconosciuta all’alunno;
– permettere di comprendere e memorizzare meglio le differenze tra i vari tipi di miscela e le varie separazioni;
– consentire di collegarsi all’attività di laboratorio, che verrà sicuramente capita e svolta in maniera più autonoma e consapevole.
Si pensi, ad esempio, a quando si affronta in classe la cristallizzazione. Uno schema ragionato come quello che segue riesce a chiarire meglio i vari passaggi, rispetto a una spiegazione priva di immagini, che renderebbe l’apprendimento più complicato e difficile da ricordare.
Anche nei casi di filtrazione e decantazione, l’utilizzo di un’immagine facilita la spiegazione.
La centrifugazione, invece, richiede una spiegazione più approfondita, soprattutto se si vuole far capire il processo che c’è alla base della separazione:
La centrifugazione è anche un ottimo argomento per un collegamento con la biologia (tramite la centrifugazione del sangue, per sottolineare, ancora una volta, come la chimica e le altre materie scientifiche debbano essere considerate a tutti gli effetti delle “scienze integrate”).
Per quanto riguarda le miscele omogenee, il discorso è molto simile: in un primo momento si possono far vedere tutte le varie tecniche di separazione ordinate in una tabella che contiene già delle immagini con esempi pratici (anche in questo caso la tabella è riportata nel pdf).
La spiegazione prosegue con schemi e immagini, dalle tecniche più semplici (come l’estrazione con solvente) a quelle più complicate, come la cromatografia.
A proposito di questa tecnica, l’immagine che cattura subito l’attenzione degli alunni (e che viene generalmente usata per spiegarne il funzionamento) è senza dubbio quella di una TLC, cromatografia su strato sottile.
Si tratta sicuramente di un’immagine adeguata a introdurre un argomento abbastanza ostico per i ragazzi di una classe prima di un istituto tecnico, ma è sufficiente?
Se l’obiettivo è far capire cosa vuol dire “separare” una miscela omogenea potrebbe anche bastare. Ma se si vuole andare oltre? Se si vuole spiegare cosa c’è dietro questa separazione? Se si vuole far capire cosa sono la fase mobile e la fase stazionaria? Un valido aiuto può essere dato dalla spiegazione della cromatografia su colonna, sia tramite un’immagine dettagliata, sia tramite la visione di un video che permette di spiegare in maniera ancora più semplice dei concetti all’apparenza complessi.
Ecco dunque come immagini, schemi e video possano essere degli utili strumenti per integrare la spiegazione frontale. In allegato potete trovare un pdf più dettagliato dell’articolo e una presentazione in PowerPoint da utilizzare direttamente in classe.
[il video e le immagini presenti sono contenute nel libro Chimica – Connecting Science, Deascuola 2019 per il biennio dei licei e saranno presenti anche nel nuovissimo libro per il biennio degli istituti tecnici Chimica OK, Deascuola 2020.]