Il tema della sostenibilità rappresenta oggi, per tutta la società e soprattutto per la scuola, una sfida che riguarda quasi tutte le materie, a partire da quelle scientifiche e tecniche. Lo indicano gli obiettivi stilati nell’Agenda 2030 che comportano l’assunzione di abitudini e stili di vita responsabili, basati sul rispetto dell’ambiente e dell’uomo, con il fine di garantire alla nostra generazione e a quelle future l’accesso ai beni fondamentali come istruzione, salute e ambiente.
Come è noto, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma sottoscritto dagli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015 che presenta un quadro di riferimento globale per la costruzione di società più prospere, eque e rispettose dell’ambiente. I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile riguardano le tre dimensioni di sostenibilità ambientale (salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente), sostenibilità economica (un sistema economico in grado di provvedere al sostentamento delle popolazioni e al superamento della fame, della povertà e delle disuguaglianze) e sostenibilità sociale (salute e condizioni di benessere per le popolazioni).
Una formazione scientifica per tutti
Nel quadro dell’Agenda 2030 è quindi fondamentale che tutti abbiano accesso all’educazione scientifica e tecnologica, proprio perché consente agli studenti di apprendere e applicare le conoscenze scientifiche nella risoluzione delle nuove problematiche. Per assolvere nel modo migliore questi compiti, la formazione scientifica deve tuttavia rinnovarsi e diventare un laboratorio in cui creare e sperimentare idee e metodi innovativi di approccio alla realtà.
Ed è proprio per questo che l’insegnamento delle scienze non può essere solo una trasmissione di conoscenze, che spesso, alla fine, vengono comprese e acquisite solo da una parte degli studenti. L’obiettivo principale deve essere il coinvolgimento di tutti.
Questa sfida per il sistema educativo può essere affrontata in vari modi:
- Introdurre vari temi con un approccio interdisciplinare
- Trattare temi legati all’attività quotidiana e alla società
- Applicare un approccio laboratoriale per scoprire le cause dei fenomeni (attività di laboratorio di tipo Inquiry)
- Collegare scienza e tecnologia
- Valorizzare le attività di gruppo
- Utilizzare frequentemente il lavoro di ricerca con strumenti digitali
- Motivare gli studenti a esporre e sostenere nei dibattiti i risultati delle loro ricerche
Si tratta di attività che favoriscono un’educazione scientifica inclusiva, suscitando nei ragazzi interesse e curiosità per le scienze e inducendoli a riflettere sui problemi. Inoltre è favorita la capacità di critica e il superamento delle divergenze. In questo modo la formazione scientifica può diventare meno elitaria e più moderna.
L’approccio interdisciplinare alle scienze nella formazione professionale
Il campo preferenziale per trattare questi argomenti è rappresentato dalle Scienze Integrate. L’educazione scientifica negli Istituti Professionali si attua infatti secondo quattro percorsi disciplinari che comprendono le discipline scientifiche fondamentali: Fisica, Chimica, Scienze della Terra e Biologia.
Consideriamo con particolare attenzione il primo dei punti relativi alla formazione scientifica precedentemente elencati, ossia l’approccio interdisciplinare. Questo tipo di approccio è per esempio fondamentale per affrontare e comprendere un tema complesso come quello dell’inquinamento dell’aria, oggetto di ricerca in tutto il mondo (in allegato trovi il pdf scaricabile con l’Unità di apprendimento multidisciplinare presente nel corso Scienze Integrate e De Agostini 2020).
Le UdA coinvolgono gli studenti in attività motivanti e nella realizzazione di prodotti da comunicare e condividere con la classe, per sviluppare le competenze trasversali e potenziare le soft skills. Per essere motivante e formativo, il lavoro è attivo, viene cioè svolto in gruppo e presenta validi collegamenti con la realtà, naturale e sociale.
A livello interdisciplinare l’inquinamento dell’aria è affrontato dalle Scienze della Terra, dalla Biologia e dalla Chimica secondo un punto di vista strettamente scientifico.
Lo scopo è quello che gli studenti applichino al tema gli strumenti conoscitivi di ciascuna disciplina e ne analizzino tre aspetti più semplici: le fonti artificiali dell’inquinamento dell’aria (Scienze della Terra), le malattie collegate al fenomeno (Biologia) e le sostanze inquinanti (Chimica).
Gli studenti lavorano in gruppo e seguono le fasi lavoro indicate (ricerca, produzione, esposizione e dibattito).
Ogni gruppo sceglie un particolare argomento e compie la ricerca seguendo le indicazioni del testo ed eventualmente ampliandole. Questo tipo di ricerca coinvolge anche altri aspetti legati maggiormente al sociale (diritto, economia, salute, psicologia). Si vedano, ad esempio, le proposte didattiche per i gruppi 2 e 3.
Il tema di un particolare gruppo di lavoro riguarda le professioni collegate all’ambiente e in particolare agli inquinamenti. Gli studenti fanno una ricerca sui lavori che un domani potrebbero svolgere, come accade nella proposta del gruppo 7.
Un altro aspetto significativo presente nell’UdA multidisciplinare riguarda la possibilità di ampliare il lavoro nel territorio, con incontri, colloqui, partecipazione a eventi. È presente infatti una apposita tabella per ogni percorso, che suggerisce una serie di enti, aziende e istituti presenti sul territorio con i quali sviluppare sinergie riguardo l’argomento trattato.
Utilizza in classe l’Unità di apprendimento multidisciplinare presente nel corso Scienze Integrate e De Agostini 2020.
L’esperienza completa e tutte le immagini e gli schemi utilizzati sono presenti sul nuovo Scienze Integrate (Deascuola, 2020), per i Nuovi Istituti Professionali.