Questo l’hai letto? La rubrica di consigli di lettura di DEASCUOLA.
Ogni mese un suggerimento di lettura per gli studenti della scuola secondaria di primo grado, corredato di materiali per le attività in classe: un utile strumento per la didattica dell’italiano e per sviluppare nei ragazzi il piacere di leggere.
Perché leggere questo libro.
Antigone sta nell’ultimo banco è un romanzo di formazione toccante e scorrevole scritto da Francesco D’Adamo. Attraverso la voce narrante della protagonista Jo e un’atmosfera che richiama Il buio oltre la siepe di Harper Lee, viene portato alla luce il mondo degli ultimi, dei “ragazzi invisibili dell’ultimo banco”, per trattare temi importanti come il caporalato, il pregiudizio e il conformismo. Pericoli dai quali ci si può salvare attraverso legami autentici, come quello di Jo con suo papà, in grado di trasmettere alla figlia valori morali attraverso l’esempio, ma anche grazie all’arte. Infatti sia i graffiti di “Cat Fly” sui muri, sia la rappresentazione teatrale di Jo hanno lo scopo di emozionare e far riflettere, mettendo in discussione le certezze delle persone e smuovendo le loro coscienze.
«Non era vero che là dentro esisteva solo il teatro e tutto il resto era fuori, da un’altra parte.»
Francesco D’Adamo, Antigone sta nell’ultimo banco, Giunti, 2019, pp. 144
La vicenda.
Jo “la Peste”, una ragazza di tredici anni, sta preparando con il suo gruppo di teatro lo spettacolo di fine anno scolastico, l’Antigone, in cui la protagonista si oppone alla legge per dare una degna sepoltura al fratello.
Jo vorrebbe a tutti i costi la parte principale, perché sente di avere molto in comune con l’eroina greca. Come lei è combattiva, insofferente alle convenzioni e alla mentalità chiusa della cittadina in cui vive con suo fratello Pelù e il padre Federico, un medico generoso e di animo nobile, che lei chiama per nome.
La sua vita viene sconvolta dalla notizia del ritrovamento, nei campi della zona, del cadavere di un bracciante straniero, stremato dal lavoro della raccolta dei meloni. Un incidente, secondo il sindaco. Una fine meritata, a detta della gente del posto (perché i clandestini, secondo i pregiudizi degli abitanti locali, sono tutti delinquenti).
Oltre a Jo sono in pochi a provare pietà e a pensare che al Ragazzo spetti un funerale dignitoso: c’è Federico, che ha il coraggio di dire la verità anche a costo di mettersi contro tutti, e il misterioso writer “Cat Fly”, che di notte riempie i muri del paese di murales raffiguranti zombi… perché a suo sentire è così che si diventa quando si abdica alla propria umanità.
Grazie alla potenza di una tragedia antica, eppure più attuale che mai, Jo troverà la forza di fare la propria parte.
Attività
1) Impressioni, connessioni, domande
Questa è un’attività da svolgere individualmente. Prendi un foglio A3 (se non ce l’hai va bene anche un A4), disegna una grande Y in modo che il foglio risulti diviso in tre parti. In alto, tra i due bracci della Y scrivi: impressioni (che cosa mi ha colpito di questo libro? che cosa mi ha emozionato? che cosa mi ha infastidito? che cosa mi ha fatto riflettere? che cosa ne penso?); nella colonna di sinistra scrivi: connessioni (somiglianze con altri libri, con la mia vita, con la realtà che mi circonda); a destra domande (perché? che cosa significa? come mai accade? perché lo ha scritto così? perché questo personaggio si comporta in questo modo? che cosa accadrà?)
2) Denunciare le ingiustizie: siamo tutti Cat Fly
Questa è un’attività da svolgere prima in gruppo e, in seconda battuta, individualmente.
Il prodotto atteso è un “muro parlante” sul quale scrivere e disegnare, proprio come fa il writer “Cat Fly” nel romanzo.
Viene predisposto un pannello realizzato con materiali di recupero, per esempio, scatole di cartone rivestite con fogli riciclati, attraverso la collaborazione degli alunni.
Ogni ragazzo, a turno, contribuisce ad arricchire il pannello con un messaggio in forma creativa (per esempio, poesie, slogan, acrostici, disegni) che risponda alla seguente domanda: che cosa, per te, non è giusto nel mondo che gli adulti ti stanno consegnando?
3) In scena senza pregiudizi
Questa è un’attività da svolgere in gruppo.
L’obiettivo è quello di realizzare brevi drammatizzazioni da mettere in scena in classe, per riflettere sul tema del pregiudizio.
La classe forma gruppi di 4-5 alunni. A turno, ciascun membro racconta ai compagni del gruppo un episodio della propria vita connesso al pregiudizio (per esempio, situazioni in cui ci si è sentiti sottovalutati sulla base di preconcetti, oppure si è giunti a giudizi frettolosi su qualcuno basandosi soltanto sull’apparenza; vanno bene anche episodi non vissuti direttamente in prima persona, ma ai quali è capitato di assistere).
Ciascun gruppo sceglie uno tra gli episodi narrati dai compagni e si organizza per drammatizzarlo in una rappresentazione di pochi minuti. Si consiglia di scrivere un canovaccio generico e lasciare spazio all’improvvisazione.
Le rappresentazioni vengono eseguite da ogni gruppo in classe.