Questo l’hai letto? La rubrica di consigli di lettura di DEASCUOLA.
Ogni mese un suggerimento di lettura per gli studenti della scuola secondaria di primo grado, corredato di materiali per le attività in classe: un utile strumento per la didattica dell’italiano e per sviluppare nei ragazzi il piacere di leggere.
Perché leggere questo libro.
L’autrice e giornalista norvegese Line Baugstø incentra il suo romanzo Dobbiamo essere leoni su un tema molto complesso: l’identità di genere. Si parla di bullismo, di transfobia, ma soprattutto della difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo, quando si raggiunge la consapevolezza di essere nati nel genere al quale non ci si sente di appartenere.
Il punto di vista nella narrazione è quello di Malin: la ragazza racconta in prima persona il percorso che la porta ad abbracciare la diversità di Leona, senza nascondere i dubbi, i sentimenti contrastanti e i rimorsi per non essere stata in grado di difenderla al momento opportuno. Un percorso tutt’altro che lineare, insomma, com’è giusto che sia in una storia di amicizia, coraggio e accettazione.
Nel corso della vicenda, ambientata in Norvegia, viene descritto l’inserimento di una ragazza transgender nella scuola, attraverso la mediazione degli insegnanti, che si mostrano preparati e rispettosi, e l’attivazione di momenti di incontro rivolti agli alunni, al fine di favorire relazioni costruttive con Leona: sorge spontaneo domandarsi come tali situazioni vengano gestite nella scuola italiana. Nonostante la strada da percorrere sia molto lunga, è possibile trarre giovamento dalla lettura di libri come questo, che costituiscono un delicato invito all’accoglienza della diversità e all’empatia.
«Mi sento come se dovessi ricostruire tutto da capo dentro alla mia testa.»
Line Baugstø, Dobbiamo essere leoni, 2021, pp. 152
La vicenda.
L’adolescente Malin è entusiasta dell’arrivo di una nuova alunna a scuola: Leona, con la quale vorrebbe stringere amicizia, dal momento che non ha nulla in comune con la maggior parte delle compagne, maligne e pettegole. Magari potrebbe diventare la sua migliore amica, con cui scambiarsi confidenze, fondare un gruppo musicale e fronteggiare il perfido gruppetto capeggiato da Sarah!
Tuttavia la nuova ragazza è estremamente riservata. Non racconta nulla di sé, evita di postare foto sui social e soprattutto di parlare del motivo per cui si è trasferita con la sua famiglia, come se avesse qualcosa da nascondere.
Il suo segreto viene svelato nel peggiore dei modi quando, nello spogliatoio della palestra, la bulla della classe le strappa di dosso l’asciugamano usato per coprirsi. Leona è nata maschio, ha il corpo di un ragazzo.
La scoperta sconvolge l’equilibrio della classe e molti, anche tra i genitori, sono scandalizzati. A scuola il preside e l’infermiera decidono che è arrivato il momento di parlare ai ragazzi di transessualità e spiegare che esistono molte identità di genere. Malin è combattuta, perché vorrebbe aiutare Leona, ma teme di essere esclusa e giudicata dagli altri: pur non essendo nata con gli “artigli”, riuscirà a trovare il coraggio di “ruggire” di fronte alle ingiustizie?
Attività
1) Anatomia del personaggio
Questa è un’attività da svolgere individualmente. Disegna su un foglio la sagoma, abbastanza grande, di una figura umana; il volto dovrà essere completo di occhi, bocca, naso. Disegnala in modo che anche le mani risultino ben visibili. Al centro del tronco disegna un cuore.
Ora lavora in questo modo:
– accanto alla testa scrivi che cosa pensa Leona;
– accanto agli occhi scrivi come vede il mondo;
– accanto al cuore scrivi quali sono i suoi desideri, i suoi sogni;
– accanto alla mano sinistra scrivi ciò a cui ha dovuto rinunciare e ciò che la fa soffrire;
– accanto alla mano destra scrivi chi/che cosa l’ha aiutata e sostenuta nel suo cammino.
2) Siamo tutti interconnessi
Questa è un’attività sull’intersezionalità da svolgere in gruppo. Gli studenti occupano il centro dell’aula. Il gioco inizia con l’estrazione casuale di due ragazzi, ai quali viene chiesto di individuare una caratteristica che li accomuna (per esempio, il cibo preferito, la squadra del cuore o il colore degli occhi), dopodiché i due alunni saranno invitati a mettersi a vicenda una mano sulla spalla. Si domanda quindi a uno di loro di trovare una caratteristica in comune con un terzo compagno per poi porre una mano sulla sua spalla, e così via, usando la stessa modalità con tutti i membri del gruppo classe: lo scopo è quello di creare una catena di persone interconnesse, senza lasciare nessuno in disparte.