“L’insegnamento non è al momento una professione basata sulla ricerca. Io non ho dubbi che, se lo fosse, sarebbe più efficace e soddisfacente”
Hargreaves
La nostra società, in continuo e rapido cambiamento, richiede agli studenti di acquisire competenze altamente significative e allineate alle principali sfide poste dai grandi cambiamenti economici, sociali e culturali.
Di conseguenza, all’educazione è chiesto di giocare un nuovo ruolo. Essa non è solamente strumentale alla crescita di competenze, ma è finalizzata alla crescita della persona e della società. Non è sufficiente soltanto fornire un maggior numero di occasioni educative, né coltivare unicamente la relazione, inevitabilmente sempre più stretta, tra educazione e tecnologia.
Si tratta, invece, di aumentare il potenziale dell’educazione attraverso l’innovazione didattica, mirata a valorizzare le traiettorie dell’apprendimento: centralità e autonomia dello studente, personalizzazione degli apprendimenti, attenzione al rapporto tra benessere e apprendimento, attenzione al rapporto tra competenze disciplinari (foundational literacies) e competenze trasversali. Chi oggi detiene la responsabilità dell’educazione dovrebbe costantemente domandarsi quali siano i mindset a cui dare la priorità.
Per migliorare la qualità dell’educazione non è più sufficiente dunque fornire un maggior numero di occasioni educative. Spesso, infatti, le innovazioni in ambito didattico non ricevono adeguato supporto da valutazione approfondita e scientificamente fondata.
Per rispondere a questa criticità, negli ultimi anni la ricerca sull’Istruzione sta attraversando un cambiamento significativo, integrando metodologie e tecniche di indagine provenienti in particolare dagli ambiti della psicologia cognitiva e delle neuroscienze.
Nell’ultimo periodo abbiamo acquisito molte conoscenze sul funzionamento del nostro cervello, in particolare sui processi della memoria e dell’apprendimento. Esiste ormai una vasta letteratura interdisciplinare che investiga il processo di apprendimento anche con gli strumenti e l’approccio rigoroso delle hard sciences; questo ha portato a conoscenze ormai ampiamente validate dalla comunità scientifica.
Purtroppo, queste evidenze – che si traducono anche in strategie di efficacia didattica – sono spesso ignorate dalla maggior parte dei docenti (rapporto Pomerance, Greenberg e Walsh, 2016), degli studenti e dei genitori, quando dovrebbero invece essere ben conosciute al fine di orientare lo studente al miglior successo formativo.
Nello specifico, alcune strategie sono state ampiamente riconosciute dalla ricerca cognitiva come molto efficaci per produrre apprendimento significativo; purtroppo né i testi scolastici, né i programmi di formazione per i docenti prendono in considerazione tali tecniche. Allo stesso modo, la ricerca attribuisce pari importanza alle strategie metacognitive e di auto-regolazione degli studenti stessi, sottolineando come una conoscenza dei processi cognitivi ed emotivi sottesi all’apprendimento possa portare il soggetto a migliorare la propria performance mentale; il cervello è un organo in continua evoluzione come risultato di fattori genetici ed ambientali, ed ogni compito, lezione, e interazione sociale ha il potenziale di formare e plasmare la nostra mente.
L’adozione di un approccio all’apprendimento fondato sulle evidenze scientifiche – o evidence-based learning – ha l’effetto positivo di elevare il posizionamento dell’educazione in società, come fonte di benessere, di partecipazione, di coesione sociale, di creazione di ricchezza e di opportunità. Emerge dunque forte il bisogno di aiutare i professionisti dell’educazione a raggiungere questo obiettivo strategico.
Per rispondere a questa necessità, nasce a Modena la prima scuola italiana rivolta ai professionisti dell’educazione sul rapporto tra neuroscienze e apprendimento (www.schooloflearning.it). Obiettivo della School of Learning è quello di diffondere queste conoscenze, promuovendo al tempo stesso un approccio all’innovazione educativa fondato su basi scientifiche. La School of Learning nasce dalla necessità di dare risposta ad una forte esigenza educativa – quella di preparare gli studenti di oggi, e cittadini di domani, ad un mondo che non possiamo prevedere. La società odierna richiede di acquisire competenze altamente significative, allineate alle principali sfide poste dai grandi cambiamenti economici, sociali e culturali. Occorre agire su questo problema a tutti i livelli. Uno di questo è la didattica, che ha il compito di lavorare sulla motivazione e sull’efficacia dei processi di apprendimento.
L’evento avrà luogo dal 19 al 22 marzo 2020 ed è promosso da Future Education Modena (FEM www.fem.digital).
Questa scuola di alta formazione si propone di sviluppare nei partecipanti la comprensione profonda dei processi di apprendimento, come prerequisito fondamentale per lo sviluppo professionale, personale e sociale.
In particolare, durante le giornate saranno approfondite, in presenza di relatori e docenti di livello internazionale, alcune tematiche di grande rilevanza:
- cosa sono le neuroscienze e come il cervello riceve, organizza, processa e immagazzina le informazioni;
- il ruolo delle emozioni nell’apprendimento e la loro mediazione e (auto)regolazione;
- il ruolo della plasticità neuronale e della relativa influenza sullo sviluppo di soft skills come pensiero critico e creativo;
- i meccanismi della curiosità e della motivazione e le ragioni per cui, a volte, gli adolescenti sembrano esserne privi;
- il ruolo della socialità nell’apprendimento;
- lo stretto legame tra neuroscienze, educazione e didattica
School of Learning è la prima scuola su neuroscienze e apprendimento.
È un’iniziativa organizzata da FEM in collaborazione con Deascuola, ente formatore accreditato dal M.I.U.R.