STEM: lasciati ispirare dalle storie di queste giovani scienziate!

STEM: lasciati ispirare dalle storie di queste giovani scienziate!

L’11 febbraio si festeggia l’International Day of Women and Girls in Science. Per festeggiare la giornata abbiamo scelto di condividere con voi e i vostri alunni e alunne le storie di sei giovani scienziate italiane che lavorano in ambiti differenti delle materie STEM e che sono state selezionate dal progetto #100esperte, (www.100esperte.it) una una piattaforma online che raccoglie nomi e cv di voci femminili italiane prestigiose e autorevoli che possono contribuire alla diffusione della conoscenza, al dibattito pubblico, dentro e fuori i media.

Lasciati ispirare dalle storie di queste giovani scienziate e scopri la bellezza e le opportunità delle materie STEM

Giulia Grancini

Giulia Grancini, laurea in Ingegneria fisica al Politecnico di Milano e Dottorato in Fisica, ho lavorato come ricercatrice in atenei di fama mondiale all’estero, ora in Italia, all’Università di Pavia presso il Dipartimento di Chimica sono Professore Associato, a capo di un  gruppo di ricerca “PVsquared2” dedicato al fotovoltaico di nuova generazione. Il mio team, multidisciplinare e internazionale, ha sviluppato una nuova classe di materiali, che ha permesso la realizzazione di moduli fotovoltaici efficienti, a basso costo e di lunga durata: rappresentano una soluzione di enorme potenziale per il mercato futuro sostenibile e verde. Ho raggiunto molti traguardi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Alla base dei miei successi c’è una grande determinazione, unita alla passione e al desiderio di fare qualcosa per il proprio Paese.

Credo sia importante avere sempre un obiettivo alto e cercare di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per raggiungerlo. Sicuramente sono fondamentali lo studio che deve essere serio e impegnato e le esperienze all’estero che servono per ampliare la propria mente, soddisfare la curiosità, imparare nuovi metodi, nuove culture e capire come affrontare sfide più ampie di quanto si possa pensare. Importante è non fermarsi mai, non avere confini stretti ma guardare sempre oltre dandosi da fare con impegno e determinazione, cercando di andare oltre la propria zona di confort per imparare sempre di più e rendere migliore l’ambiente in cui si vive. La ricerca è passione, e l’entusiasmo per essa che trasferisco ai miei studenti (come mi dicono) è vitale. Ma la scienza è molto più di questo. È incontrare incredibili scienziate che mi hanno ispirato, costruendo forti relazioni, spingendomi oltre la mia zona di comfort (è una lotta, ma è anche il posto migliore per imparare) e trasferire le conoscenze ai giovani. Sono davvero molto orgogliosa del mio lavoro quando vedo i risultati eccellenti dei miei studenti. A loro continuo a dire: sii forte e usa la tua voce, costruisci la tua rete di persone di supporto e trova esempi, abbraccia la tua passione, sii pienamente umano, ama quello che fai e sii felice!


Serena Giacomin 

Serena Giacomin, fisica, con specializzazione in fisica dell’atmosfera e climatologia. Lavoro come meteorologa professionista presso il centro Meteo Expert, per cui svolgo analisi previsionale e di ricerca, e sono presidente dell’Italian Climate Network. Mi occupo anche di progettazione e formazione scolastica, per docenti e studenti, e di formazione e consulenza professionale in ambito manageriale e per le amministrazioni locali. Il percorso che mi ha portato a tante e diverse applicazioni della mia competenza scientifica è stato lungo e tortuoso: la mia curiosità per la fisica dell’atmosfera è nata veleggiando, poi durante il mio corso di laurea ho ampliato i miei interessi puntando l’attenzione soprattutto verso la fisica dei sistemi complessi.

Dopo tanti tornanti che mi hanno permesso di approfondire altri temi correlati al clima, come quello energetico o quello dello sviluppo sostenibile, ho deciso di impegnare buona parte del mio tempo alla divulgazione, perché credo che la scienza abbia bisogno di prendere parola! Tra i vari obiettivi che mi sono prefissata (non necessariamente con l’ambizione di raggiungerli, ma per lo meno per facilitarne la realizzazione) c’è quello di un inserimento capillare e rigoroso dell’Educazione Climatica nei piani didattici delle scuole italiane, per le giovani studentesse e i giovani studenti. Ricordando che “le studentesse contano!” e lo fanno con un grande talento. L’affascinante mondo della fisica e delle sue applicazioni le sta aspettando, perché – come sosteneva Stephen Hawking – nella fisica non importa chi si è, quanto sia bella la scuola che si frequenta o con chi si sia imparentati, conta solo quello che uno fa. 


Eleonora Dondossola 

Elenonora Dondossola, laurea magistrale in Biotecnologie Cellulari e Molecolari e dottorato internazionale di ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare. Dal 2011 sono all’Università del Texas MD Anderson Cancer Center a Houston. La mia attività di ricerca si focalizza sullo studio del microambiente tumorale, vale a dire la componente non maligna dei tumori indispensabile alla vita delle cellule cancerose, e il suo ruolo nella progressione metastatica. Negli ultimi anni, ho sviluppato interesse verso sistemi ingegneristici innovativi che permettono di monitorare l’evoluzione dei processi biologici in modo dinamico nel tempo. Ho sempre ritenuto che la biologia tumorale fosse molto complessa e stimolante, e con un tremendo impatto nelle nostre vite. Ho quindi intrapreso questa carriera per dare il mio contributo alla ricerca sul cancro, con l’obiettivo di migliorarne la cura e aiutare i pazienti che soffrono di questa malattia. Inoltre, ho avuto dei mentors eccezionali, e cerco di fare del mio meglio per formare le prossime generazioni di ricercatrici e ricercatori, trasmettendo le mie conoscenze e la mia passione per la scienza.

Alle ragazze che stanno per fare una scelta che riguarda il loro percorso di studi e professionale in un ambito scienza-tecnologia-ingegneria e matematica dico sempre: dovete giocare un ruolo attivo nel loro sviluppo. Non credete che una carriera in un ramo STEM sia più adatta agli uomini! Perseguite invece le vostre ambizioni con passione in qualsiasi campo vi interessi, potete davvero fare la differenza! E noi contiamo su di voi!


Stefania Tarquini

Stefania Tarquini, ingegnere spaziale, lavoro in Germania in EUMETSAT, un’organizzazione intergovernativa con l’obiettivo principale di gestire la rete europea dei satelliti meteorologici. Mi occupo di progettare e comandare nuovi satelliti per l’osservazione della Terra, che acquisiscono dallo spazio dati utili per monitorare e salvaguardare il clima del nostro pianeta e per aiutare i vari paesi del mondo a ridurre l’inquinamento. Seguo la progettazione dei satelliti per vari anni fino a dopo il lancio. Dopodiché’, insieme al mio team di ingegneri, dal centro di controllo a Darmstadt ci occupiamo di “comandare” il satellite, ovvero di fornirgli regolarmente tutte quelle informazioni e comandi di cui ha bisogno per eseguire la sua missione.Fino ad ora ho lavorato per i satelliti Meteosat, Metop e ora sono la manager del gruppo che prepara le operazioni della nuova costellazione di “Sentinelle dello spazio”, la missione CO2M per misurare le emissioni di anidride carbonica.

Quando ero piccola volevo fare l’astronauta… Col crescere il mio sogno e il mio desiderio per lo spazio e’ rimasto e non e’ mai diminuito. Ed oggi eccomi qui, a comandare satelliti che viaggiano velocissimi nello spazio sopra di noi!Diventare un ingegnere spaziale non e’ poi cosi difficile. Non spaventatevi e non pensate assolutamente che sia “una cosa solo per maschi”. Noi donne abbiamo una determinazione e una passione fuori dal comune. Per riuscire e avere successo basta impegnarsi molto nello studio, essere creativi e seguire i propri sogni.Nulla e’ impossibile ragazze, nemmeno diventare un astronauta!


Raffaella Mulas

Raffaella Mulas, matematica e ricercatrice. Sono a capo di un gruppo di ricerca al Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences a Lipsia, in Germania, dove lavoro su ipergrafi, oggetti matematici che modellano i network, ovvero le reti. Il mio istituto fa parte della Max Planck Society, una delle principali istituzioni di ricerca e di cui fanno parte più premi Nobel che qualsiasi altra istituzione nel mondo. Il Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences, in particolare, è dedicato alla ricerca matematica con una particolare attenzione alle applicazioni nelle scienze. Il mio gruppo di ricerca si occupa di “teoria spettrale di grafi e ipergrafi”. Lavoriamo su modelli e strumenti matematici che possono essere applicati allo studio delle reti (come ad esempio reti sociali, neuronali, epidemiologiche, ecc).

L’ambito di ricerca è una teoria puramente matematica che avrà dei risvolti e ricadute pratici nelle scienze. Sono Vice Rappresentante per le Pari Opportunità nel mio istituto, e faccio parte dell’Elisabeth-Schiemann-Kolleg della Max Planck Society. Quando avevo otto anni ho deciso che sarei diventata una matematica e non ho mai cambiato idea.
Alle studentesse (ma anche agli studenti) che vorrebbero proseguire la carriera STEM, consiglio di seguire i propri sogni e di coltivare i propri talenti, senza fermarsi di fronte alle difficoltà.


Elisa Palazzi

Elisa Palazzi, laurea in Fisica e dottorato in Modellistica Fisica per la protezione dell’ambiente, entrambi all’Università di Bologna. Dopo aver lavorato per tanti anni come ricercatrice al Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, ora sono professoressa associata all’Università di Torino. Il mio argomento principale di insegnamento è la fisica del clima in particolare nelle regioni di montagna, che sono una cartina tornasole dei cambiamenti climatici in corso. Ma come sono arrivata fin qui? Quando si è trattato di iniziare a pensare a cosa studiare all’università mi sentivo tirare principalmente verso le due materie che più a scuola ho amato: le lingue straniere (il francese in particolare) e la fisica. La scelta alla fine è caduta sulla seconda: da un lato ero convinta che studiare qualcosa nel campo delle STEM mi avrebbe dato più opportunità di lavoro e una certa gamma di scelte professionali. Ma un ruolo importante nella scelta lo ha avuto il mio professore di matematica e fisica dell’ultimo anno di liceo che oltre a insegnarci la materia ci ha fatto capire cosa volesse dire essere guidati da una passione. È stato contagioso.

A distanza di tanti anni sono contenta di aver fatto quella scelta: mi ha portata ad essere una ricercatrice che studia il clima e i suoi cambiamenti e che produce (spero) qualche cosa di utile per la società. Mi ha portata ad insegnare, dandomi l’opportunità di trasmettere la passione per quello che faccio, sperando a mia volta di essere di ispirazione o di esempio per studentesse e studenti. Mi ha portata infine alla divulgazione scientifica: raccontare la scienza, nel mio caso quella del cambiamento climatico, per far si che entri nel linguaggio comune e che la conoscenza diventi il primo strumento per affrontare l’emergenza climatica in corso.  
Ai ragazzi e alle ragazze vorrei dire di non farsi intimidire dall’incertezza, di non farsi abbattere dagli ostacoli – quelli ci sono in ogni pezzo di strada che si percorre – ma di prenderli come opportunità per scoprire qualcosa in più di sé e di quante cose siano capaci. 


Scoprite i loro profili e quelle di altre scienziate nella prima banca dati di esperte:  https://100esperte.it/.  

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