L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute non solo come assenza di malattia, ma come stato totale di benessere fisico, mentale e sociale.
A influenzare lo stato di salute non sono solo i comportamenti individuali, ma anche il contesto socio-economico, politico e culturale. Fattori come il reddito, la qualità dei servizi sanitari e il livello di istruzione, chiamati determinanti sociali, contribuiscono alle disuguaglianze di salute tra Paesi e all’interno dei Paesi.
Il divario di salute in Italia
L’articolo 32 della Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Questo diritto, tuttavia, non è sempre garantito in egual misura: a causa della scarsa conoscenza dei propri diritti, delle difficoltà linguistiche e della situazione economica, le fasce più vulnerabili della popolazione faticano ad accedere alla cure, come evidenzia il Quaderno “Salute globale e determinanti sociali, ambientali, economici. Una nuova consapevolezza dopo la pandemia da Covid-19” realizzato dal Gruppo di lavoro sul Goal 3 “Salute e benessere” dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
Disuguaglianze di reddito, scarsa qualità dei servizi e bassi livelli di istruzione sono tra i fattori principali che incidono sul divario di salute in Italia, individuate nel Rapporto sullo stato dell’equità in salute in Italia, pubblicato nel 2022 dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS. Le persone con un titolo di studio inferiore e un reddito minore soffrono in misura maggiore di malattie non trasmissibili, come il diabete, o di malattie mentali rispetto alle persone con un livello di istruzione e di reddito alto.
Queste disuguaglianze sono evidenti anche nel tasso standardizzato di mortalità, un indicatore utilizzato per confrontare valori di mortalità in diversi territori: ad esempio, come riporta l’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione, pubblicato nel 2019 dall’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (INMP), il tasso standardizzato di mortalità è pari a 91.7/10 000 per gli uomini residenti a Bolzano con un alto livello di istruzione e di 126.5/10.000 per chi ha un basso livello di istruzione.
Disuguaglianze evidenti fin dall’infanzia
Dal rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – I dati regione per regione 2021”, realizzato dal Gruppo di lavoro per l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo Crc) emerge come i determinanti sociali influenzino la salute dei minori: ad esempio, l’incidenza dell’obesità nei bambini, condizione che si riscontra prevalentemente nelle regioni meridionali, come Puglia, Calabria e Campania dove il dato supera il 15%, rispetto a una media nazionale del 9,4%, è strettamente legata alla povertà economica.
Il contributo della scuola
Essendo il livello di istruzione un importante determinante sociale dello stato di salute, un ambito in cui occorre intervenire è l’abbandono scolastico: secondo il rapporto “Alla ricerca del tempo perduto” pubblicato nel 2022 da Save the Children, il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione in Italia è stato del 12,7% nel 2021, lontano dalla media europea del 9,9% e dall’obiettivo europeo del 9% da raggiungere entro il 2030. Si registrano anche profonde disuguaglianze territoriali, con tassi maggiori rispetto alla media nazionale nella maggior parte delle Regioni del Sud, come Sicilia (21,1%), Puglia (17,6%) e Calabria (14%).
Le scuole, inoltre, possono adottare l’approccio basato sulle health promoting schools, scuole che promuovono la salute, introdotto nel 1995 dall’OMS, Unicef e Unesco. Attraverso interventi nell’organizzazione scolastica, nell’ambiente fisico e sociale, nel curriculum proposto, nelle relazioni con la comunità e nella presenza e qualità dei servizi sanitari, gli istituti scolastici diventano luoghi di promozione della salute per chi studia e lavora.
Il 15 febbraio 2023 Raffaella Bucciardini, ricercatrice all’Istituto Superiore di Sanità, direttrice dell’unità “Disuguaglianze di salute” e coordinatrice del Gruppo di lavoro dell’ASviS sul Goal 3 “Salute e benessere”, discute del concetto di salute globale e di determinanti sociali della salute, approfondendo il ruolo della scuola nella realizzazione di una salute equa.
L’incontro costituisce il terzo appuntamento del ciclo di webinar “Sostenibilità: protagonisti del cambiamento”, realizzato da ASviS e Deascuola.