Giustizia sociale: nel 2024 povertà lavorativa e disuguaglianze di reddito aumenteranno

Giustizia sociale: nel 2024 povertà lavorativa e disuguaglianze di reddito aumenteranno

Il lavoro dignitoso per il progresso sociale

Il 10 giugno 2008, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha adottato all’unanimità la Dichiarazione dell’OIL sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa. Una dichiarazione basata su principi fondamentali, stabiliti in precedenti dichiarazioni del 1944 e del 1998, che riflettono un consenso generale sulla centralità del lavoro dignitoso per il progresso sociale ed economico. La Dichiarazione impegna anche i rappresentanti dei governi, dei datori di lavoro e dei lavoratori di 182 Stati membri a rafforzare la capacità dell’OIL di promuovere la giustizia sociale attraverso l’Agenda per il lavoro dignitoso e sottolinea il ruolo chiave che possono svolgere le imprese sostenibili nella creazione di opportunità economiche e sociali per tutte e tutti. L’Assemblea Generale ha inoltre istituito la Giornata mondiale della giustizia sociale, da celebrare ogni anno il 20 febbraio, riconoscendo l’importanza della giustizia sociale per la pace, la sicurezza e lo sviluppo globale.

Oggi persistono significative differenze tra Paesi a reddito elevato e quelli a basso reddito, con un aumento della povertà lavorativa e delle disuguaglianze di reddito. La partecipazione femminile al mercato del lavoro è aumentata, ma il divario di genere rimane ampio, mentre la disoccupazione giovanile continua a rappresentare un serio problema. Secondo il nuovo rapporto dell’OIL “Prospettive sociali e occupazionali mondiali: Tendenze 2024”, la ripresa economica post-pandemica è disomogenea e caratterizzata da nuove vulnerabilità, erodendo il progresso verso la giustizia sociale. Sebbene il tasso di disoccupazione globale sia leggermente migliorato nel 2023, si prevede un peggioramento nel 2024 con un tasso di disoccupazione globale al 5,2%, con oltre due milioni di disoccupati in più. 

Giustizia sociale: la situazione in Italia

In Italia, secondo il rapporto dell’Istat sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu 2023,  nel 2022 più di 11,8 milioni di individui erano a rischio di povertà, tra questi il 25,4% erano giovani. Questa cifra include anche coloro che hanno un lavoro, ma non dispongono di un reddito sufficiente, rappresentando l’11,5% degli occupati.  Per questo è importante che le disuguaglianze sociali non entrino anche nelle classi di scuola. Diverse analisi hanno evidenziato come l’accesso all’istruzione rappresenti uno dei principali fattori di disuguaglianza, in quanto tende a rendere ereditaria la condizione socio-economica di partenza. Questo fenomeno riguarda direttamente il nostro Paese che, in confronto agli altri Stati europei, si distingue per la persistenza di ampie disuguaglianze sociali, e l’istruzione svolge un ruolo di particolare rilevanza in questo contesto.

Alle incertezze legate alla fase di crescita e alle preoccupazioni di fronte al futuro incerto e precario dei giovani di oggi, in alcuni casi si aggiungono le diseguaglianze sociali che, se subite anche a scuola, possono portare all’abbandono del percorso di studi. 

Articolo a cura della Redazione di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

Proprio di benessere delle giovani generazioni si discuterà il 20 febbraio, con il webinar “Re-agire e star bene in classe e fuori per affrontare le sfide del futuro. Interverranno Carla Collicelli, sociologa del welfare e della salute, e Raffaella Valente, architetta che si occupa di ricerca, comunicazione e progetti culturali e in particolare dell’architettura delle scuole, per approfondire i temi del benessere delle adolescenti e degli adolescenti in un mondo in continuo cambiamento, insieme alle azioni pratiche e concrete per promuovere l’apprendimento e valorizzare diversità e creatività.
L’incontro costituisce il terzo appuntamento del nuovo ciclo di webinar “La scuola verso il futuro. Orientarsi nella complessità con l’Agenda 2030”, realizzato da ASviS e Deascuola.

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