Le nostre azioni sono il nostro futuro – Giornata mondiale dell’alimentazione 2021

Le nostre azioni sono il nostro futuro – Giornata mondiale dell’alimentazione 2021

Le nostre azioni sono il nostro futuro. Il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione di quest’anno è accelerare la trasformazione verso sistemi agroalimentari “più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno”.  “Celebrare la Giornata mondiale dell’alimentazione non è mai stato così importante come quest’anno – scrive la Fao -. Più di 3 miliardi di persone – quasi il 40% della popolazione mondiale – non può permettersi un’alimentazione sana. Ancor più urgente appare il bisogno di cambiare il nostro modo di produrre e consumare il cibo e di creare sistemi alimentari più resilienti, inclusivi e robusti, capaci di fare la differenza nella vita delle persone e a livello di mezzi di sussistenza”

La pandemia di Covid-19 ha reso più profonde le disuguaglianze socioeconomiche all’interno e tra i Paesi. Le risposte politiche progettate per mitigarle, sotto forma di pacchetti di aiuti o protezioni sociali, si sono dimostrate per lo più soluzioni a breve termine. A lungo termine, però, le conseguenze della pandemia, come durante le precedenti pandemie e recessioni, sono destinate ad ampliare la disuguaglianza.

I poveri sono più poveri

 A livello mondiale le istituzioni internazionali si sono dichiarate preoccupate che la pandemia accresca le disuguaglianze in tutto il mondo. La crisi si è abbattuta su un mondo già estremamente disuguale a vari livelli: le nazioni più ricche, dotate di risorse di gran lunga migliori, con accesso ai vaccini in anticipo rispetto alle nazioni più povere, si riprenderanno più velocemente. Questa situazione potrebbe causare e approfondire una grande frattura tra queste nazioni e le comunità più povere al loro interno.

La mappa di seguito evidenzia ampie differenze tra le più grandi economie del mondo (i Paesi del G20) che spendono maggiori risorse economiche dedicate al benessere dei cittadini rispetto a quelli con una spesa più contenuta. In particolare, notiamo che Paesi come l’Australia, il Canada, la Francia, la Germania, il Giappone, il Regno Unito e la Russia, si distinguono positivamente grazie al fatto che il 76% di persone vulnerabili sono coperte da assistenza sociale e che a livello nazionale riscontrano un bassissimo livello di povertà (inferiore allo 0,7%).

Al contrario troviamo una situazione critica per Brasile, India, Indonesia e Sud Africa. Interessante è la situazione degli Stati Uniti, che sebbene vengano considerati generalmente un Paese in cui si vive bene, le persone vulnerabili assistite sono inferiori al 31%, attestandosi come il quinto peggior Paese del G20 rispetto all’Obiettivo di sconfiggere la povertà. 

Immagine che contiene testo, mappa

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In Italia, dal 2020 è stato registrato un aumento dei livelli di povertà, con un incremento della povertà assoluta, ossia delle famiglie e persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. 

La pandemia della fame

La fame è una delle principali conseguenze delle disuguaglianze nel mondo. Gli impatti diretti e indiretti del Covid-19 su salute, fame e insicurezza alimentare sono già estesi. Un decimo della popolazione mondiale (fino a 811 milioni di persone) era denutrita nel 2020. Più della metà di tutte le persone che soffrono la fame (418 milioni) vive in Asia; più di un terzo (282 milioni) in Africa; e una percentuale minore (60 milioni) in America Latina e nei Caraibi

Ma l’aumento più significativo della fame si è verificato in Africa, dove la prevalenza stimata della denutrizione – pari al 21% della popolazione – è più del doppio di quella di qualsiasi altra regione.

Questi numeri suggeriscono che ci vorrà uno sforzo enorme affinché il mondo onori il suo impegno a porre fine alla fame entro il 2030, come stabilito nell’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Anche nella mappa dedicata al Goal 2 dell’Agenda 2030 “Sconfiggere la fame”, le nazioni del G20 in cima alla classifica dei risultati migliori sono la Russia, l’Australia, la Spagna e il Canada: questi Paesi devono il loro vantaggio ad una buona produzione agricola, accompagnata da un contenuto impatto ambientale, sia per quanto riguarda l’uso di fertilizzanti sia per le emissioni di metano.

Ci sorprendiamo di trovare l’Italia come il quinto Paese peggiore tra quelli analizzati (situazione simile a Francia e Germania) a causa dell’utilizzo di fitosanitari (come i pesticidi) e delle elevate emissioni di metano del settore agricolo.

Per approfondire vai sul sito della FAO: https://www.fao.org/world-food-day/about/it/ e http://ASviS.it
o guarda le nostre videolezioni: https://formazione.deascuola.it/oltre-il-2030/

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