Colmare i divari territoriali per garantire un’istruzione di qualità

Colmare i divari territoriali per garantire un’istruzione di qualità

L’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 prevede di “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”. In Italia il diritto all’istruzione è garantito dall’articolo 34 della Costituzione che recita:

“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Ma in Italia un’istruzione di qualità è davvero garantita a tutte e tutti?

Un’offerta formativa frammentata

L’offerta formativa italiana è caratterizzata da una profonda frammentarietà territoriale e, come sottolinea il Rapporto ASviS 2022, “c’è molta strada da fare per migliorare la qualità degli apprendimenti, in primo luogo recuperando le perdite dopo la pandemia, cercando di invertire la tendenza che ha acuito i divari socioculturali e territoriali e investendo in interventi efficaci di contrasto alla dispersione, esplicita e implicita”.

A causa della carenza di infrastrutture, ad esempio, nel Sud Italia e nelle isole solo il 18% delle alunne e degli alunni della scuola primaria frequenta il tempo pieno, percentuale che sale al 48% nelle Regioni del Centro Nord, come denuncia il Rapporto Svimez 2022. Questo significa che nel Mezzogiorno bambine e bambini frequentano in media quattro ore di scuola in meno rispetto a quelli nel Centro-Nord. 

Il divario territoriale è evidente anche in altri servizi offerti dagli istituti scolastici, tra cui la disponibilità di una mensa e di una palestra. Nel Mezzogiorno il 79% delle alunne e degli alunni delle scuole primarie statali non beneficia di alcun servizio mensa, dato che scende al 46% nel Centro-Nord Italia. Le variazioni regionali sono profonde e vanno dall’88% in Sicilia al 16% in Toscana. Il 66% delle bambine e dei bambini della scuola primaria nel Sud Italia non frequenta scuole dotate di palestra, con percentuali più alte in Sicilia (81%) e Calabria (83%). Nelle Regioni del Centro Nord il dato scende al 54%. Ad aumentare i divari territoriali incide anche la diminuzione della spesa per investimenti, calata di quasi un terzo nel Sud Italia e del 23% nel resto del Paese tra il 2008 e il 2020.

Le differenze territoriali sono evidenti anche nei tassi di abbandono scolastico: le ragazze e i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non hanno un titolo di studio o al massimo la licenza di scuola media sono il 16,6% nel Sud Italia e il 10,4% nel Centro Nord, in confronto a una media europea del 9%.

Intervenire su questi aspetti è importante perché, come evidenziato nel Rapporto “Alla ricerca del tempo perduto – Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana” di Save the Children, esiste una correlazione positiva tra la qualità dell’offerta in termini di strutture e tempo scuola e il livello di apprendimento conseguito da studentesse e studenti.

Il ruolo dell’educazione allo sviluppo sostenibile

Come scrive Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, nella prefazione al Quaderno “Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale – Target 4.7”, realizzato dall’Alleanza e rivolto a insegnanti, educatori e decisori politici, con il termine “educazione alla sostenibilità” non si fa riferimento solo a una “coscienza ambientalista”, ma a una “piena comprensione delle interrelazioni che esistono tra comportamenti umani e funzionamento dell’ecosistema”.

In Italia nel 2019 è stato introdotto l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole che prevede lo studio della Costituzione, l’educazione allo sviluppo sostenibile e l’acquisizione delle competenze per l’utilizzo degli strumenti digitali. Questa formazione è necessaria per assicurare un nuovo modello di sviluppo basato su un approccio equo e sostenibile.

Il Quaderno dell’ASviS ricorda come, affinché le studentesse e gli studenti acquisiscano le competenze per promuovere lo sviluppo sostenibile, sia necessario un approccio sistemico che comprenda la formazione coerente del personale scolastico e la valorizzazione della responsabilità educativa di tutta la comunità.

Il 19 aprile 2023  Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, discute dello stato del sistema educativo italiano e dell’educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza globale.
L’incontro costituisce il quinto appuntamento del ciclo di webinar “Sostenibilità: protagonisti del cambiamento”, realizzato da ASviS e Deascuola.

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